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GENOVA - Saranno denunciati i manifestanti che ieri pomeriggio, nell'ambito di una manifestazione pro Palestina sotto palazzo Tursi, hanno tentato di forzare il blocco degli agenti del reparto mobile per entrare nell'edificio dove si stava svolgendo il consiglio comunale.

La manifestazione, a cui hanno partecipato alcune decine di attivisti dei centri sociali, collettivi e sindacati autonomi, era cominciata prima dell'inizio dei lavori del consiglio con striscioni e volantinaggio contro i politici che in maniera bipartisan hanno sostenuto la necessità di un intervento militare nel Mar Rosso ma anche contro "i padroni della logistica genovese e i loro fiancheggiatori nelle istituzioni che somigliano paurosamente quelli che alla vigilia della prima guerra mondiale spingevano il mondo verso il baratro".

Verso le 16 una parte dei manifestanti ha tentato di forzare il blocco degli agenti e tre poliziotti del reparto mobile sono rimasti contusi e sono ricorsi a cure mediche per aver riportato lesioni giudicate guaribili dai 3 ai 5 giorni. La Digos avrebbe già identificato una decina di persone che, dopo la visione dei filmati girati dalla polizia scientifica, rischiano una denuncia per resistenza e lesioni.

GENOVA - Ripensare i reati spia, che possono indicare una possibile infiltrazione delle mafie nel tessuto economico, alla luce del fatto che la criminalità organizzata è sempre più silente, sommersa. È quanto sottolineato dal procuratore capo di Genova Nicola Piacente sentito oggi pomeriggio in Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie.

"Sono sempre meno i casi di incendi dolosi, intimidazioni a professionisti o amministratori - ha spiegato -. Bisogna approfondire il ruolo delle criminalità nell'ambito dell'economia. E quindi individuare come reati spia le turbative d'asta, la corruzione tra privati, i reati in materia societaria". Ad attirare mafia, 'ndrangheta e camorra, che hanno risorse economiche enormi derivanti dal traffico di droga, sono gli appalti pubblici.

"A Genova sono stati siglati protocolli di legalità che possono arginare l'infiltrazione. Ma c'è tutto il settore privato che va monitorato. Nel momento in cui ci si rende conto che in contesti territoriali c'è una sola impresa che sta assumendo forme di monopolio, e se è legata a famiglie storiche della criminalità, allora quella può essere un allarme e un input per approfondire".

La Liguria, comunque, si conferma sempre più crocevia fondamentale per il traffico di droga proveniente dal Sudamerica. E lo dimostrano i sequestri ingenti di cocaina nei porti di Vado, Genova e Spezia. Traffici che "dimostrano come la 'ndrangheta ha stretti legami con le organizzazioni criminali sudamericane. Stiamo assistendo, però, anche ad accordi tra famiglie calabresi e criminalità albanese per il traffico di stupefacenti".

La droga arriva dall'Ecuador, Colombia, Cile, Perù e viene nascosta e recuperata in diversi modi. Dalla tecnica del rip off fino all'uso di sommozzatori, passando per la saldatura nelle carene o infilata negli impianti di refrigerazione. "C'è anche un fenomeno che desta allarme significativo. A Diano Marina emerge la diretta partecipazione di persone minorenni in fenomeni criminali associativi. C'è un salto di qualità. E le indagini devono iniziare a coordinarsi con le procure dei tribunali per i minori", ha concluso Piacente.

LOANO - I Carabinieri di Albenga e  di Loano hanno arrestato un 23enne marocchino senza fissa dimora per i reati di rapina aggravata e furto con strappo. Il fatto è avvenuto a Loano. Nell'immagine ripresa dalle telecamere il giovane si vede avvicinarsi a una coppia che cammina lungo la strada, a un certo punto si mette a correre e ruba la borsa alla donna che prova inutilmente a inseguirlo senza successo. Proprio le immagini delle telecamere di sorveglianza sono state utili a individuare il 23enne.

Il modus operandi del magrebino era ben collaudato, colpiva le sue vittime, tutte donne e meglio ancora se anziane, in orari serali, notturni o alle prime luci dell’alba, quando le strade erano pressoché deserte. Una volta scelto il bersaglio lo seguiva attendendo il momento giusto per poi, alla prima favorevole occasione, sorprenderle giungendo alle loro spalle e con gesto fulmineo strappargli di dosso la borsetta, per poi fuggire a piedi dileguandosi tra i vicoli cittadini. Ben cinque sono gli episodi addebitategli tra il dicembre scorso ed il mese di febbraio, ma sono ancora in corso accertamenti per verificare se l’uomo abbia colpito altre volte.

Visto il successo che otteneva durante le sue incursioni criminali pensava probabilmente di farla franca ma nei giorni scorsi i carabinieri della Compagnia di Albenga hanno messo fine alla carriera illecita del rapinatore e scippatore seriale, che nei mesi scorsi aveva creato allarme sociale in diversi paesi del ponente ligure.

L’indagine è stata particolarmente complessa ed articolata, ma attraverso la paziente analisi di svariate ore di registrazione delle telecamere di sicurezza cittadine e l’escussione di varie persone, ha permesso non solo di ricostruire il modus operandi, ma anche di individuare i tratti somatici e l’abbigliamento indossato dall’uomo. L’attività investigativa dei carabinieri ingauni ha portato alla raccolta di diverse prove che hanno messo i militari sulle tracce del sospettato, che è stato quindi raggiunto da un ordine di custodia cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Savona.

Il 23enne, rintracciato e arrestato la scorsa notte nel Comune di Loano, è stato accompagnato in carcere in attesa di giudizio, indagato per una rapina aggravata e quattro episodi di scippo messi a segno nei comuni di Loano, Borghetto Santo Spirito e Finale Ligure.

La lunga scia di reati è iniziata il 15 dicembre dello scorso anno, quando ad una 70enne che stava camminando lungo una via di Loano, sorpresa alle spalle, è stata strappata di mano la borsa.

Il successivo 26 gennaio, a Borghetto Santo Spirito, era stata presa di mira una 63enne alla quale, mentre stava rientrando nel suo appartamento, veniva strappava la borsa di mano.

Ancora un episodio si è verificato nello stesso giorno a Loano, quando ad una 60enne è stata strappata la borsetta mentre stava guardando dei manifesti in strada.

Il 28 gennaio si è poi verificato a Finale Ligure l’episodio dalle conseguenze più gravi, un’anziana di 78 anni, mentre stava rientrando a casa, è stata sorpresa da un uomo che, giungendo alle sue spalle, l’aveva scaraventata a terra provocandole varie abrasioni alle mani e alle ginocchia, per poi strapparle la borsetta dalle mani.

L’ultimo colpo è avvenuto lo scorso 1° febbraio a Loano, ai danni di una 67enne che stava tornando a casa dopo una cena con gli amici, alla quale, sempre col medesimo modus operandi, è stata strappava la borsa dalle mani.

L’esito positivo dell’operazione conferma l’attenzione di tutti i reparti del Comando Provinciale Carabinieri di Savona nell’attività di prevenzione e repressione dei reati, in particolare di quelli predatori. La professionalità e l’ottimo coordinamento dei reparti, infatti, ha consentito di identificare in breve tempo il responsabile di questi deplorevoli delitti, che provocano allarme sociale.

Il procedimento è attualmente nella fase preliminare ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati non essendo stata assunta alcuna decisione definitiva da parte dall’ Autorità Giudiziaria

 

 

GENOVA - "Mai avuto da Aspi indicazioni di problemi infrastrutturali sul Polcevera né mai mi furono chieste limitazioni al traffico per questioni di sicurezza". Lo ha detto in aula, come testimone citato dalla difesa, Giacomo Giampedrone allora assessore regionale alle Infrastrutture e alla Protezione civile Giampedrone nel 2017 aveva risposto a una interrogazione fatta dagli allora consiglieri del Pd Paita e Ferrando in cui si chiedeva di far sapere che indicazioni avessero avuto in Regione sulle condizioni di sicurezza del Morandi.

L'assessore rispose di avere sentito il direttore di tronco Marigliani (uno dei 58 imputati, ndr). "Nessuna risposta formale, ma ve ne fu una informale. Io contattai quel giorno il direttore di Tronco Marigliani, e lui mi disse che i lavori in corso visibili non avevano nulla a che fare con elementi strutturali, interventi di questo tipo ci sarebbero stati nel 2018. Mi rispose che i disagi non erano legati a problemi strutturali".

"Mi fu ribadito che in quel momento non erano in corso interventi di consolidamento strutturale. Paita non chiese di avere la risposta in forma scritta alla sua istanza, anche perché quella che io avevo fornito nel corso dell'assemblea era una risposta 'ultronea' rispetto al nostro ruolo". Giampedrone ha sottolineato come prima del crollo non ha mai ricevuto comunicazioni ministeriali su problematiche al Morandi. "E mai Aspi chiese limitazioni al traffico per questioni di sicurezza". Se lo avesse chiesto "avremmo gestito la parte esterna, se lo avessero segnalato a noi comunque avremmo comunicato allo Stato tramite la prefettura". Se Aspi avesse chiuso "avremmo dovuto gestire un'emergenza di traffico e per chi ci abitava sotto, quindi avremmo attivato un tavolo emergenziale per intervenire".

L'assessore ha fatto il punto sul processo negli studi di Primocanale.

 
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VENTIMIGLIA - "Non bisognerebbe mai dare tanto credito ad una lettera anonima, se qualcuno ha qualcosa da dire lo dica pubblicamente. In questa lettera non ritrovo nulla di vero nei miei confronti". Così il sindaco di Ventimiglia Flavio Di Muro destinatario, insieme ai capi gruppo in consiglio e al segretario regionale, di una lettera anonima in cui vengono segnalati presunti incontri tra esponenti politici e lanciate accuse, sul non rispetto delle leggi, ad un assessore, ad un consigliere e ad un tecnico.

Il tutto legato all'iter progettuale e burocratico inerente l'opera faraonica, a carico di un privato, del fronte mare.

Di Muro, che in queste ore ha sporto denuncia alla polizia postale con la speranza che l'autore venga rintracciato, oltre a dichiararsi estraneo all'intera vicenda ribadisce la trasparenza del suo operato.

"Mai ho tenuto riunioni con esponenti di maggioranza, di minoranza, con esponenti al di fuori del comune di Ventimiglia per concordare una delle pratiche più delicate e complesse della città. Sono illazioni, accuse infondate. Spero che l'autore venga rintracciato quanto prima".