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di Franco Manzitti

Chi è il capo dell’opposizione, il leader della minoranza sconfitta alle ultime elezioni? La domanda diventa urgente in questa campagna elettorale permanente, che prosegue come se niente fosse, dopo che la Liguria prima e Genova dopo hanno masticato due elezioni ravvicinate nel tempo e nelle sentenze contrapposte:
la conferma del centro destra con Bucci, traslocato in Regione, e la riconquista del centro sinistra in Comune con Silvia Salis.
Nella battaglia di fuoco che si sta combattendo intorno al deficit Amt, che ha cancellato tutte le altre emergenze, con cui faremo i conti inevitabilmente, riemerge la figura di Pietro Piciocchi, l’ex vice sindaco, sindaco facente funzione e poi candidato.
Il suo atteggiamento combattivo, con toni che forse era meglio usasse in campagna elettorale, per ora è una eccezione. Non è mai accaduto nel tempo recente che uno sconfitto, e poi in quella misura netta, si conquistasse il ruolo di leader di quello che una volta si chiamava “governo ombra”.
Abbiamo visto sparire dalla politica militante, o meglio dall’opposizione militante, personaggi come Enrico Musso, sconfitto due volte alle Comunali, premiato poi con un seggio senatoriale, e oggi di nuovo in sella ma in un ruolo manageriale quale la presidenza spinosa dell’Aeroporto. Che ne è di Gianni Crivello, trafitto dal Bucci Primo e di Ariel dello Strologo, atterrato da Bucci Secondo?
Certo sono ancora politicamente vivi e vegeti, ma non capeggiano e non hanno capeggiato nessuna opposizione. E Marco Doria uscito di scena e non più ripresentatosi, ma vivace nel suo impegno di grande professore e coscienza critica di una sinistra un po’ tanta brutalmente bollata come quella delle decrescita felice? E’ ben lontano dalle contese dirette, pur restando fedele ai suoi valori e alle sue scelte.
Ma basterà il tenzone sull’AMT e magari la intelligente proposta di collaborare con la maggioranza sul termovalorizzatore a consacrare l’inedita leadership dello strasconfitto Piciocchi?
La domanda non è del tutto peregrina, se le sirene che suonano da Roma, l’ipotesi di una Salis dal mandato accorciato al 2027 per correre addirittura per la leadership nazionale del centro sinistra, un po’ civica, un po’ anti Schlein, sono credibili.
Ma ci sono altri possibili pretendenti al comando dell’opposizione in un centro destra che non offre in generale in questo momento grandi figure svettanti, dopo l’accantonamento obbligato di Toti, il congelamento di Bucci in Regione e il super ruolo di Rixi al governo e meno male che c’è lui?
Sicuramente c’è l’effervescente e spesso verbalmente incontenibile Ilaria Cavo, deputato di Noi Moderati, ma anche accanitissima consigliera comunale straeletta e dalla vis polemica bruciante. Una figura perfetta per il ruolo, donna, già esperta, con relazioni importanti e un atteggiamento anti Salis molto furbo, anche se l’impegno romano non è leggero e la strada di Roma nel futuro può essere allettante magari anche oltre “Noi moderati”.
In Regione l’opposizione ha un leader? Per Andrea Orlando, lo sconfitto di pochi mesi fa, vale il discorso di prima sulla difficoltà dei soccombenti, con la differenza che lui è un post leader nazionale, con incarichi nazionali e una vocazione che non mai stata francamente molto ligure.
E’ seduto sui banchi della Sala Rossa (non sempre) ma si vedono emergere nella routine politica regionale molto di più altri personaggi come Armanda Sanna del Pd o Stefano Giordano dei Cinque Stelle e Giovanni Pastorino della stessa Lista Orlando.
Chi primeggia, considerato che il campo largo in discussione sempre di più, a tutti i livelli ha ben altri problemi di equilibrio? Anche qui vale allora il principio della consunzione applicabile agli ex presidenti ed anche agli ex loro contendenti.
In fondo l’unica sconfitta che è rimasta a galla, e come!!!, è stata Raffaella Paita, bruciata come candidata presidente regionale da Giovanni Toti, ma poi riemersa potentemente come spalla di Matteo Renzi dal Parlamento, nelle fila di Italia Viva, formazione basculante rispetto ai governi locali liguri. Non certo una leader di opposizione da lontano, ma un’attrice non da poco sugli scenari futuri anche liguri.
E allora quale può essere la riflessione sulla domanda iniziale a proposito di chi sono i leader delle opposizioni in Comune e in Regione? La caduta della qualità della politica rende difficile la creazione di leadership, sopratutto tra chi ha perso la battaglia. Essendo la politica oramai ridotta prevalentemente a una campagna elettorale permanente, si afferma, o assume un ruolo più emergente, chi alza i toni e urla di più, catalizzando lo scontro come sta avvenendo a Genova sulla contesa per il deficit dell’AMT.
Ma sono contingenze che poi il tempo e l’irruzione di altri temi sul tappeto spazzerà via. Resta da dimostrare la qualità vera, la sostanza, le intuizioni politiche nuove, difficili da avere all’opposizione. Solo Claudio Burlando, in un lontano passato post comunista, sosteneva che l’opposizione migliora la propria qualità politica, permette di approfondire, studiare……….
Se sarà vero che il tempo di governo del centro sinistra targato Salis si accorcerà, per Picciocchi e chiunque altro, o altra, non c’è molto tempo da perdere.