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SAVONA - Un motociclista di 57 anni ha perso la vita dopo lo scontro con un'auto avvenuto sul lungomare Matteotti di Savona, all'altezza della sede della Capitaneria di porto, in direzione Albissola.

L'uomo ha riportato numerosi traumi ed è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale San Paolo ma non c'è stato niente da fare.

Nessuna conseguenza invece per l'autista. La polizia indaga sulla dinamica dell'incidente.

Anas ha dovuto temporaneamente restringere la carreggiata per consentire l'intervento, con ripercussioni sul traffico.

 

Bertino Cresta, Bertin, 94 anni, genovesissimo e genoanissimo, "un signorino", come si definisce lui, espressioni e cantilena che riportano alle gag di Gilberto Govi, è nato ed è cresciuto in un palazzo di via Giustiniani, nel cuore del centro storico, che è stato ed è tutt'ora tutto il suo mondo, come ammette lui che non è mai andato all'estero e quando parla di viaggi racconta di gite a Milano.

Al suo fianco da sempre la sorella minore, "la mia cameriera", dice lui allargando un sorriso come a ringraziarla e a non farla arrabbiare.

RAPALLO - Questa volta il canto delle sirene non ha fatto perdere la via e il senno ai pescatori ma ha salvato un anziano 83enne disperso nei boschi del santuario di Montallegro a Rapallo: non si trattava però delle bellissime donne-pesce ma delle sirene della polizia.

Gli agenti intervenuti in soccorso, non riuscendo ad orientarsi con l'aiuto dell'83enne, hanno inventato uno stratagemma. Sono restati al telefono con lui avvicinandosi al santuario con la volante ed hanno acceso la sirena riuscendo così a stabilire, tramite l'ascolto della telefonata, la loro posizione rispetto a quella dell'anziano in difficoltà.

È stato così possibile capire quando erano vicini allo sventurato, che sono riusciti a localizzare in una zona molto impervia steso a terra. Un intervento provvidenziale viste le basse temperature della zona e che l'83enne era vestito con abiti leggeri.

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DIANO CASTELLO - Oltre 200, sindaci del Golfo dianese in primis, i manifestanti che hanno protestato davanti all’ex Caserma Camandone di Diano Castello per dire "No" al Cpr, il centro di permanenza e rimpatrio destinato ai migranti che non vogliono regolarizzare la loro posizione sul territorio italiano.

Come noto, una decina di giorni fa, il prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo aveva convocato i sindaci del golfo di Diana per approfondire nei dettagli la delicata questione ma il risultato ottenuto è stata una protesta di massa. A tentare di placare gli animi, il presidente della Liguria Giovanni Toti che, complice una telefonata con il ministro Piantedosi, continua a sottolineare che, al momento, la Camandone è solo un'ipotesi allo stadio embrionale. 

In pochi sembrano però credergli, e come dichiarato dal sindaco di Diano Castello Romano Damonte "continueremo a protestare sino a quando non avremo la certezza - sorride amaramente - di aver capito male quello che, una decina di giorni fa, aveva detto il prefetto di Imperia durante una riunione. Ovvero: la realizzazione di un centro per migranti qui a Diano Castello.

Il primo a scendere in campo a sostegno dei sindaci e del comitato "No Cpr" é stato l’assessore regionale Marco Scajola che ha sottolineato la sua contrarietà a mettere un centro di permanenza e rimpatrio in una zona ad alta vocazione turistica auspicando che il Governo centrale faccia un passo indietro.

Decisamente polemici, su come la politica stia gestendo l'intera questione, sono i toni del consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Ioculano che insiste "sulla mancanza di coraggio del centrodestra di dire no al CPR nel Golfo Dianese". Ioculano inoltre ricorda che "quando noi del Partito Democratico iniziammo a parlare di Cpr ci diedero dei fantasiosi, perché nessuno stava parlando di Cpr, oggi la cosa è concreta".

PORTOVENERE - Un 52enne colpito da mandato di arresto europeo emesso dall'Ungheria per reati di truffa è stato arrestato con documenti falsi a Portovenere dalla squadra mobile della Spezia con la collaborazione di quella di Firenze. Era ricercato da alcuni anni in tutta Europa e, in una occasione, aveva già evitato la cattura a Firenze, fuggendo in modo rocambolesco sui tetti attigui allo stabile dove viveva. Al momento non sono noti alla autorità italiane i dettagli dei reati di truffa di cui è accusato in Ungheria.

L'uomo, al momento dell'identificazione, ha dichiarato di essere un cittadino lettone, classe 1970, mostrando agli agenti una carta d'identità e una patente di guida apparentemente emesse dalle autorità lettoni, sulle quali era apposta la sua fotografia, ma entrambi i documenti sono risultati contraffatti. Contestato il possesso dei documenti falsi, nell'estremo tentativo di eludere la cattura, l'uomo ha asserito di essere un cittadino lituano, classe 1970, fornendo ancora una volta false generalità. Gli accertamenti nel frattempo effettuati hanno permesso di identificarlo come il soggetto ricercato dall'Ungheria. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Genova Marassi.