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GENOVA - Nello scorso weekend il Partito Democratico ha riunito esponenti, militanti e semplici cittadini per discutere di tanti tempi considerati cruciali per il futuro della città di Genova. Il dibattito si è chiuso con una serie di panel che hanno affrontato tutti i temi divisi per argomento. 

GENOVA - L’autonomia differenziata regionale è arrivata in consiglio regionale su proposta della consigliera della Lega Sonia Viale, che ha interrogato il presidente della Regione Giovanni Toti sull’avanzamento dello stato dei lavori. Nel frattempo al Senato è stato approvato il disegno di legge e il 29 aprile il provvedimento arriverà alla Camera per il disco verde definitivo.

La Lega ligure, con il suo cavallo di battaglia, si è portata avanti interrogando il presidente Toti: settimana scorsa è stata depositata una Iri per capire a che punto sia l’attivazione dell’iter, una volta che diventerà legge e che verrà inserita in Gazzetta Ufficiale. Oggi la risposta del presidente Toti, che cita Mao: un passo alla volta ma il percorso è durato 10 mila km diceva il politico e rivoluzionario cinese. Tradotto: pronti all'autonomia regionale ma il percorso non sarà breve.

"Confermiamo che è intenzione della Regione proseguire senza indugio nel percorso intrapreso per l'attuazione dell'autonomia differenziata, una volta approvata la legge, a oggi all'esame della Camera - spiega il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti -. Immagino che, a partire da questa tarda primavera, se il Parlamento della Repubblica ovviamente avrà concluso il proprio lavoro, comincerà poi la fase di stesura di un vero e proprio accordo sulle autonomie con la Liguria e tutte le altre regioni interessate". 

Soddisfazione è stata espressa dalla consigliera Sonia Viale: "Mi auguro che l'iter si concluda il prima possibile. Grazie all’autonomia differenziata avremo un’amministrazione più efficiente e vicina alle esigenze del territorio, liberando risorse necessarie per investire in infrastrutture e logistica a favore dello sviluppo economico e produttivo della regione con un ritorno in termini di benessere e posti di lavoro - le parole di Viale. Grazie all’autonomia avremo anche una politica regionale che si assume una responsabilità diretta sulle proprie scelte di fronte agli elettori, un principio alla base delle più moderne democrazie occidentali. Portare a casa questo risultato, che rappresenta una delle battaglie storiche della Lega, è anche un bel modo per festeggiare i 40 anni del nostro movimento politico".

Al momento è in corso anche l'iter di una legge delega per la riforma del sistema portuale italiano, che in qualche modo rientra tra le competenze concorrenti dell'articolo 116 della Costituzione tra il Governo e Regioni. "In parallelo, con il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, abbiamo anche ovviamente concordato che quella legge delega debba in qualche modo intersecarsi poi con il documento sull'autonomia differenziata che verrà redatto, per venire incontro alle esigenze che Regione Liguria aveva già espresso nel suo primo documento di richiesta sull'autonomia" ha aggiunto Giovanni Toti.

La Lega sta celebrando in questi giorni i suoi 40 anni dalla costituzione e il percorso dell’autonomia rientra nella concreta e possibile realizzazione di un modello che si basa su responsabilità e autonomia nel rispetto della coesione territoriale. "Si tratta di una riforma che va nella direzione di aiutare cittadini e imprese, perché porterà ad avere meno sprechi, a premiare il merito, a tagliare i tempi della burocrazia".

ROMA - Arrivano novità da Roma, dopo le polemiche divampate nei giorni scorsi sul carcere per i giornalisti, all'interno del Ddl Diffamazione. La proposta è arrivata dal senatore ligure di Fratelli d'Italia Gianni Berrino, che ha scatenato le reazioni sia di maggioranza che di opposizione. "FdI ha presentato un ddl per eliminare la pena detentiva per il reato di diffamazione per garantire maggiormente la libertà di stampa". Si tratta di una svolta che era attesa da tempo ma che nessuno nel partito di Giorgia Meloni aveva tradotto in provvedimenti. 

"In linea con la sentenza della Consulta, avevo presentato due emendamenti per garantire la piena tutela delle persone offese da meccanismi di 'macchina del fango' - spiega in una nota il senatore di FdI Gianni Berrino -. La necessità di procedere con celerità all'approvazione del ddl sulla diffamazione, mi ha convinto a ritirare gli emendamenti che in ogni caso, alleggerivano sensibilmente le pene attualmente previste". 

Soddisfazione da parte della deputata di Noi Moderati, coordinatrice regionale della Lista Toti Ilaria Cavo, nonché giornalista professionista, che da subito si era detta contraria alla proposta del suo ex collega di giunta. "È la vittoria del buon senso, noi per primi ci eravamo espressi nettamente contro la previsione del carcere fino a 4 anni ai giornalisti per il reato di diffamazione - dichiarano il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi e Ilaria Cavo -. Ora apprendiamo che sono stati ritirati gli emendamenti che lo proponevano: una scelta in linea con quanto avevamo chiesto nello spirito di tutelare le vittime della diffamazione ma anche una categoria professionale importante, come quella dei giornalisti, su cui si era già espressa la Corte Europea per i Diritti dell'uomo (chiedendo proporzionalità nelle sanzioni ed escludendo la detenzione) e di conseguenza la nostra Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione". 

 

“Benvenuto in Italia Viva a Marino Baccino, capogruppo al comune di Albisola superiore del gruppo civico 'Passione in comune con Baccino sindaco' e ex aderente al Partito democratico”. Lo dice in una nota la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.

“Con lui e altri amici della società civile intendiamo costruire un progetto basato su idee comuni, e che guardi al futuro di Albisola, di tutto il Levante savonese e della Liguria. Con Baccino, persona di grande esperienza amministrativa – aggiunge Paita - Italia Viva rafforza la sua presenza sul territorio e lavora per i prossimi impegni elettorali, le amministrative e le europee di giugno e le regionali del prossimo anno”.

GENOVA - Una cena, partecipata, per rispondere alle critiche e ai numeri, che raccontano di una Lega in affanno. E allora, quale modo migliore se non un ristorante, in corso Italia, per passare una serata tra politici, candidati e soprattutto militanti. Il Carroccio si è dato appuntamento domenica sera, nella location dei bagni Lido di Genova, per "fare gruppo" e passare qualche ora fuori da attacchi e commenti. Presenti, tra gli altri, il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti nonché coordinatore regionale della Lega Edoardo Rixi, i candidati alle Europee Lorenza Rosso e Francesco Bruzzone e il segretario provinciale Francesca Corso.

"È stata una bella cena, molto partecipata, quella che si è svolta ieri sera nella location dei bagni Lido di Genova. Tanti amici, sostenitori e militanti sono intervenuti per dare sostegno alla Lega in vista delle prossime elezioni Europee e Amministrative di giugno - ha commentato il segretario di Genova Francesca Corso -. Grazie al viceministro Edoardo Rixi e ai nostri candidati Francesco Buzzone e Lorenza Rosso. La nostra si conferma una squadra forte, coesa e compatta i cui punti di forza, che da sempre la contraddistinguono, sono: credibilità, capacità di ascolto e legame con il territorio. I nostri rappresentanti nelle istituzioni ci mettono il massimo impegno per risolvere i problemi e dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Un grazie anche ai tanti sostenitori e militanti che ogni giorno si impegnano per il bene della comunità".

Il leader della Lega ligure, braccio destro di Matteo Salvini, ha voluto ribadire il senso profondo del partito. "Siamo uomini e donne liberi, che andiamo avanti guardando al futuro per realizzare opere per la Liguria come la Diga, la Gronda e il Terzo Valico - le parole di Edoardo Rixi -. Per le elezioni la Lega può contare su una squadra forte, compatta e determinata per affrontare il prossimo voto da protagonista". Proprio mentre la Lega genovese e ligure si ritrovava a cena, nella vicina Lombardia, per i 40 anni del partito, Umberto Bossi boccia Salvini e chiede un cambio di rotta. E tra i nomi papabili, per il senatùr, c'è quello del ministro dell'Economia Giorgetti. Tranquillo, almeno apparentemente, il segretario, che battezza il fondatore: "Lui può dire tutto, ci ha creati".