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di a.d.
Federico Berruti, presidente di Amt: "Il primo punto: questa è una crisi causata dal cambio del Cda? No. Secondo le analisi: mancano 42 milioni da qui al 31 marzo. Al 31 agosto lo stock di debito, incontrovertibile, era di 57 milioni. Questa non è una crisi che si causa nelle ultime settimane. Era una crisi sconosciuta e siamo stati noi a corrompere l'immagine della società? No, la crisi era negli atti ufficiali di questo Comune. tutti i nomi di Pwc sono già qua. Nella relazione che si dice irricevibile si parlava di 25 milioni di ricapitalizzazione di costi, quindi non erano più costi. Il problema è che i bilanci si devono redigere rispettando le norme del codice civile. Poi si parlava di 29 milioni di ricavi da sanzioni.
Il presidente di Amt Berruti in commissione Il presidente di Amt Federico Berruti
 
Noi abbiamo dei dati storici: il tasso medio di incasso di queste sanzioni è di circa il 3,5%. Io non firmerò mai un documento di informativa societaria che preveda il 37,5% di ricavi da sanzioni neanche sotto tortura. Se si vuole che si faccia così io ne prendo atto e mi dimetto dopo 5 minuti. Le cifre non sono ballerine, sono dati. i numeri sono chiari: il patrimonio netto è di 90 milioni negativi a fine 2025. Poi si può discutere se e quando vanno contate alcune voci ma i numeri sono questi. Poi c'è il tema di discussione sulle manutenzioni. I numeri sono quelli che vi abbiamo fornito. Di fronte a questa situazione tra le opzioni c'era la liquidazione della società. L'alternativa è stata quella attivare una delle procedure previsti e quella più lieve è la procedura concordiale della crisi, ci siamo assunti la responsabilità. Da ieri gli obblighi di ricapitolizzazione della società sono sospesi per legge per tutta la durata della procedura che ha una durata di sei mesi a cui se ne possono aggiungere altri sei. Appena verrà nominato l'esperto, potremmo chiedere attraverso i nostri avvocati al tribunale di concederci le misure protettive: la possibilità di sterilizzare azioni individuali da parte dei singoli creditori ai danni della società. Noi siamo esposti a questa situazione.
 
Abbiamo 150 milioni di debito e non abbiamo nemmeno i soldi per pagare gli stipendi. Ma come si può affrontare la situazione per arrivare a una soluzione? Le alternative al risamento sono peggio del risamanento. Bisogna ragionare su due grandi situazioni: la prima riguarda le politiche tariffarie e la seconda è quella che riguarda la ricomposizione. Tra pochi giorni adotteremo il nostro piano che dovrà essere sottoposto ai soci (quindi anche al Comune, consiglio e commissioni ndr). Noi abbiamo un'analisi tecnica dove emerge in modo molto chiara la questione delle sottocomposizione dovuta all'inflzione, ovvero da dopo il Covisd sarebbe stato giusto remunerare Amt con 80 milioni di euro in più. La prima leva di risamaneto è aumentare le compensazioni da contratto di servizio di 50 milioni all'anno. E' un bel problema perc hi deve pagare questi soldi, ma i programmi in house sono solidi quando sono solidi i programmi economico finanziari. Poi bisogna parlare delle tariffe: abbiamo tre modi di vederlo: aziendalistico puro, poi c'è la linea opposto quindi guardiamo al trasporto gratuito e poi ci sono le linee medie. Conserviamo lo spirtito di quella sperimentazione e che potrà essere anche ripresa se la situazione aziendale  migliorerà, serviranno circa 10 milioni di ricavi in più che ricadrà sull'utenza, ma cerchiamo di farlo in un modo selettivo. Cerchiamo di tenere insieme le esigenze materiali del corrente e la tendenza strategica che la città si è data. I tempi? Tra qualche giorno adotteremo il Pef. Poi ci sarà un'assemblea dei soci. L'indicazione che abbiamo è quella di difendere i lavoratori e i loro diritti che non verranno toccati".    
 
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