
I numeri diffusi dalla sindaca Silvia Salis nell’ambito dell' “operazione verità” sull’azienda del trasporto pubblico Amt tracciano un quadro critico. Secondo quanto comunicato oggi, le perdite cumulate dal 2023 al 31 agosto 2025 oscillano fra 71 e 99 milioni di euro. A questi si aggiunge un deficit patrimoniale che, entro fine anno, potrebbe toccare i 90 milioni.
La sindaca ha ribadito l’intenzione di mantenere l’azienda in mano pubblica e ha annunciato che i dati saranno trasmessi alla sezione di controllo della Corte dei conti, chiamata a una verifica indipendente sulla situazione.
A contestare i dati è l’ex vicesindaco e assessore al Bilancio Pietro Piciocchi, che a Primocanale parla di stime “ipercautelative” e “non validate” né dal Collegio sindacale né dalla società di revisione. "Non ci vuole una laurea in economia per capire che una società che ha un patrimonio netto di 29 milioni e una perdita di quasi 100 è clinicamente morta. Altro che ingresso di nuovi soci e ricapitalizzazione. Se i numeri fossero veri da domani non ci sarebbero più autobus in giro. Per fortuna abbiamo motivo di ritenere che questi dati, che non sono stati validati dal Collegio sindacale e dalla società di revisione, non sono plausibili e che, passato il clamore di queste ore, saranno ridimensionati. Essi derivano perlopiù da opinabili svalutazioni di poste attive e da un atteggiamento ipercautelativo. Ci sarà tempo per dimostrarlo".
Piciocchi accusa inoltre la Giunta di aver adottato “un approccio liquidatorio” che rischierebbe di avvalorare la posizione di Anac, favorevole a mettere a gara il sistema del trasporto pubblico locale. E questo punto diventa anche difficile ipotizzare che un'azienda decotta possa avere aiuti anche alla luce della Legge Madia, che vieta agli enti pubblici di finanziare società in perdita strutturale senza gara pubblica.
"La Giunta ricorrendo agli strumenti del codice della crisi di impresa - continua Piciocchi - ha scelto di fatto un approccio liquidatorio ai problemi di AMT. Questo non fa altro che supportare le ragioni di ANAC che chiede che il sistema genovese del TPL vada presto a gara.
Ritengo grave che questa decisione sia stata assunta sulla base di numeri tanto ipotetici e in continua evoluzione. Contesto anche la scelta di ridurre le agevolazioni tariffarie che hanno un'incidenza minima sui conti dell'azienda.
Suggerisco all'amministrazione maggiore cautela e sobrietà nelle dichiarazioni perché con queste modalità si fa solo un danno enorme all'azienda e agli utenti del servizio.
IL COMMENTO
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