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GENOVA - È iniziato il conto alla rovescia per la fine della nona legislatura al Parlamento europeo, che verrà rinnovato dopo l'election day dell'8 e 9 giugno. Marco Campomenosi, esponente della Lega, eurodeputato e capodelegazione del Carroccio nel gruppo Identità e Democrazia, definisce la legislatura 2019-2024 "consapevole", soprattutto per quanto riguarda i cittadini. Negli anni, secondo Campomenosi che non si candiderà alle prossime elezioni, la gente ha capito l'importanza delle scelte prese a Bruxelles sia per i cosiddetti europeisti che per quelli più critici e scettici, grazie ai poteri delegati alla commissione europea.

"È stata la legislatura del green deal con un fiume di norme che sono state approvate in questi anni, alcune le abbiamo condivise e altre le abbiamo criticate - spiega a Primocanale l'europarlamentare della Lega Marco Campomenosi -. Alcune scelte hanno bisogno di correttivi, servono idee chiare per fare investimenti e per farli bisogna avere la capacità di attrarli in Europa".

Se il capodelegazione della Lega deve muovere una critica, è sicuramente quella che ha spinto troppo, in questi anni, a una via burocratica attraverso tante norme, che secondo Campomenosi non sono state adottare dagli altri competitor. "Ci sono stati problemi di trasparenza, occorre lavoro di intelligence per scovare certe cose - incalza Campomenosi -. Ci sono state troppe condizionalità di tipo green che escludono tante imprese che non possono accedere a certi fondi".

E nelle settimane in cui è andata in scena, in tutta Europa, la protesta degli agricoltori, è proprio in questo settore che le aziende medio piccole spesso rinunciano a certi fondi per fare scelte in autonomia. Cosa serve, quindi, Campomenosi? "Occorre una maggiore flessibilità. La mia delegazione ha votato sempre nell'interesse italiano e questo non è da tutti, è una libertà che abbiamo e non è così scontato".

Dall'Europa a Roma: un dialogo diretto tra Bruxelles/Strasburgo e la capitale italiana. Diventa necessario per avere le spalle coperte grazie a un governo che possa sostenere le posizioni italiane in Europa. "Spesso succede a volte no, con il governo attuale, per esempio, c'è un dialogo proficuo. Io lo farei a prescindere dal colore politico, così come ho fatto in passato, quando a Roma non c'era un esecutivo che mi rappresentava" ha aggiunto Campomenosi.

Un filo diretto che dipende anche dalle scelte che verranno prese a Bruxelles e che, inevitabilmente, ricadono e ricadranno sui presidenti di Regione, sui sindaci. E al centro delle prossime mosse, soprattutto quelle legate al green deal e al futuro "ecosostenibile".

Cosa ha insegnato la pandemia?

Lo scenario è molto complicato rispetto agli anni scorsi, durante la pandemia ci siamo accorti che nessuno in Europa produceva certe cose, ci siamo resi conto che esistono regole complesse, troppo, in Europa. L'Ue è nata come un mercato comune, e questa è una cosa positiva. Andiamo in crisi nel momento in cui importiamo tanto da Paesi che non hanno queste regole.

Rispetto all'utilizzo dei fondi europei, su cui si dibatte molto, qual è la situazione per l'Italia?

La maggior parte dei fondi europei sono utilizzati dalle Regioni, approviamo regole, arrivano a Roma e poi vengono smistate alle Regioni. Alla fine non sempre vengono spesi, la Liguria per esempio invece è virtuosa. Questo è un tema che creerà vantaggio competitivo tra le Regioni. Ma nel 2026 il divario tra le regioni aumenterà in tema di spesa del Pnrr, esempi più virtuosi e altri meno, divario soprattutto tra Nord e Sud.

Campomenosi, qual è stata una delle maggiori soddisfazioni di questi anni?

Sicuramente aver portato in visita a Genova la Commissione Trasporti, occasione per aver presentato da vicino il cosiddetto "modello Genova": sono stati tutti contenti di vedere in campo i progetti, è vero che ci sono disagi in città ma sono sacrifici che porteranno Genova, da qui a dieci anni, al centro delle dinamiche mondiali. Le scelte prese oggi, innovative, saranno fondamentali per il futuro dei nostri giovani.

Ma il futuro, ne è certo l'eurodeputato Marco Campomenosi, sarà nel segno dell'Intelligenza Artificiale. "Ci saranno tanti risvolti, ma si pagheranno le scelte non fatte vent'anni fa, dove ci sono solo soggetti americani e cinesi. Vedo una difficoltà ad accedere a questo mercato per i giovani e le piccole start up, ma ritengo sia importante investire su questo tema, lavorare molto su questo con il testo normativo definito" conclude Campomenosi.

LAVAGNA - Riserve sciolte per il sindaco uscente Gian Alberto Mangiante: alla tornata elettorale dell'8 e 9 giugno sarà lui a rappresentare, con la sua lista civica, il candidato a primo cittadino, per il secondo mandato.

"Dopo un periodo di riflessione, spronato soprattutto da concittadini, simpatizzanti ed addetti ai lavori, ho deciso di ricandidarmi alla carica di sindaco della nostra amata Lavagna. Il supporto degli amici, che non è mai mancato, unitamente alla mia determinazione, che non mi consente di lasciare un progetto a metà, hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte del 'bene comune' " spiega Gian Alberto Mangiante.

Una decisione non semplice e scontata da prendere, in una fase in cui Mangiante avrebbe potuto optare per la fine della sua "era". "Nonostante le tante difficoltà, io e la mia squadra abbiamo iniziato e sviluppato un lavoro importante, di riqualificazione e reperimento di svariati contributi e fondi, dovendo risanare il dissesto del Comune. Questi, sono stati solo alcuni dei risultati raggiunti in poco tempo" ha aggiunto Mangiante.

E sugli esiti ottenuti il sindaco uscente e ricandidato Gian Alberto Mangiante sottolinea: "Risultati che hanno riportato la nostra città alla 'normalità' finanziaria. Cinque anni fa il mio impegno al governo della città, si focalizzò tutto sul risanamento di quella ferita, che ritenevo e ritengo tutt’ora, che Lavagna non meritasse. Un’ingiustizia per i lavagnesi che ha inevitabilmente provocato un brusco arresto della crescita del territorio. Amministrare bene si può e lo abbiamo dimostrato! Ora vogliamo fare investimenti anche molto importanti ma senza incidere sul debito e quindi con grande oculatezza e attenzione".

Fiducia, partecipazione e collaborazione: queste le parole che hanno accompagnato il percorso di sindaco di Mangiante e che l'hanno sollecitato nella decisione di proseguire il suo mandato, candidandosi all'election day dell'8 e 9 giugno. "Intendo oggi ripagare, non abbandonando, ma rilanciando: ricordo il motto della scorsa campagna elettorale 'Ripartiamo insieme'. Non era una promessa, ma un impegno, che oggi posso affermare con orgoglio di aver onorato".

Mangiante non manca una sottolineatura alle sue origini lavagnesi, una storia lunga tre generazioni: "Così che, intendo rafforzare il percorso intrapreso per completare insieme il progetto di città sicura, efficiente e all’avanguardia che tutti i lavagnesi meritano di avere. Amministrare bene si può. Tutti insieme per tornare a essere protagonisti e orgogliosi, come io lo sono, di essere lavagnese".

RAPALLO - "Uniti si vince". Come un mantra, lo ha sempre ripetuto Carlo Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia e sindaco pigliatutto di Rapallo, giunto alla fine del suo secondo mandato. Figlio d'arte, del deputato Roberto Bagnasco, Carlo era stato rieletto nel 2019 con circa l'80% delle preferenze, segnale che il lavoro svolto sul territorio ha ripagato progetti e investimenti di questi dieci anni. Il suo marchio si è visto e l'obiettivo, da sempre, era quello di fissarlo anche sulla scelta del candidato sindaco, capace di unire il centrodestra.

E così, nelle scorse ore, tra nomi che si sono rimpallati per giorni, la fuga in avanti è arrivata da Elisabetta Ricci, consigliera uscente di Noi Moderati, che ha ufficializzato la sua candidatura a primo cittadino del comune tigullino. Come insegna la politica, e i suoi giochi "di potere", dopo l'uscita pubblica, è necessario l'appoggio dei partiti, e così è accaduto nelle scorse ore, quando per Elisabetta Ricci è arrivato l'endorsement del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e del viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, segretario regionale della Lega, Edoardo Rixi.

"Il centrodestra non si divide a Rapallo, la candidatura di una donna che fa parte della maggioranza politica che ha governato fino a oggi è un'ottima candidatura, a cui guardiamo tutti con grande simpatia, ovviamente non può essere una candidatura ad excludendum, dev'essere una candidatura ad includendum, del mondo civico che ritiene di rappresentare insieme ai partiti che hanno governato la Regione, Rapallo e la maggior parte del nostro territorio d'amore e d'accordo, per governare Rapallo altri cinque anni, questa dev'essere la formula e verso questo dobbiamo andare" ha commentato il presidente Giovanni Toti che poi ha mandato un messaggio alla famiglia Bagnasco.

Quale? "Dobbiamo metterci tutti insieme" le parole, distensive, di Toti che non sempre ha avuto trascorsi al miele con Forza Italia e i Bagnasco. Dello stesso parere di Toti anche Edoardo Rixi, che definisce Ricci "un ottimo candidato". A contribuire all'alleggerimento del clima anche Fratelli d'Italia, con una nota a firma del coordinatore regionale Matteo Rosso: "Se il centrodestra unito convergerà sul nome di Elisabetta Ricci candidata a sindaco di Rapallo, Fratelli d’Italia non avrà alcuna remora a sostenerla con una sua lista per il buon governo della città di Rapallo". Ma l'investitura più importante, quella che tutti aspettano, è di Carlo Bagnasco, che ribadisce a distanza di ore imprescindibile l'accordo di unione del centrodestra. In realtà però, la palla di Bagnasco rimbalza e passa a Elisabetta Ricci.

RAPALLO - Che fosse un pre campagna elettorale al cardiopalma nel centrodestra, a Rapallo, si era già capito, ma ogni giorno si arricchisce di sorprese tali da incuriosire anche chi di politica non pratica molto. Il punto di partenza, non bisogna dimenticarlo, è che l’attuale sindaco (uscente perché al termine del secondo mandato) Carlo Bagnasco, si era affermato con un quasi plebiscito nel 2019, circa l’80% dei voti. Un patrimonio di fiducia e lavoro che ora rischia di disperdersi in estenuanti bracci di ferro tra partiti (o ancor peggio, esponenti di partito)? (GUARDA QUI LE PUNTATE DELLA NOSTRA INCHIESTA).

Le voci che girano nella cittadina del Tigullio (molto ufficiose, in quanto tali) raccontano che Bagnasco avrebbe gradito fin dall'inizio Lasinio o Aonzo, già nella sua squadra comunale, come candidati (e fra qualche riga verremo smentiti dal diretto interessato) ma il no del consigliere di Cambiamo, Domenico Cianci (che avrebbe gradito invece Campdonico, attuale presidente del consiglio comunale, non appoggiato però da Bagnasco) ha fatto sfumare i loro nomi, fino ad ora.

Ora passiamo ai fatti, ed ecco allora la proposta (pareva del centro destra unito...) del vice sindaco Piergiorgio Brigati, anche se il suo nome ha resistito pochi giorni e poche notti, il tempo di capire che alla Lega non era gradito e il tempo, anche, che Elisabetta Ricci, consigliera con Bagnasco, decidesse a sorpresa di candidarsi, con la benedizione di Cianci. Questo avrebbe riaperto la strada a Lasinio? Neppure il tempo di pensarci, di decidere, che il presidente della Regione Toti, a fianco di Rixi (Lega), ha detto che “Ricci è una ottima candidata”.

Ecco le parole dei due: "Il centrodestra non si divide a Rapallo - dice Toti - la candidatura di una donna che fa parte della maggioranza politica che ha governato Rapallo fino a oggi è un'ottima candidatura, a cui guardiamo tutti con grande simpatia, ovviamente non può essere una candidatura ad excludendum, dev'essere una candidatura ad includendum, del mondo civico che ritiene di rappresentare insieme ai partiti che hanno governato la Regione, Rapallo e la maggior parte del nostro territorio d'amore e d'accordo, per governare Rapallo altri cinque anni, questa dev'essere la formula e verso questo dobbiamo andare. Il sindaco uscente Carlo Bagnasco e Roberto Bagnasco credo siano i primi a volerlo, Forza Italia è rappresentata in Liguria dalla loro famiglia, sto dicendo che ovviamente dobbiamo metterci tutti insieme".

"Credo sia un ottimo candidato, - interviene Rixi - tra l'altro un candidato il cui nome è stato fatto due mesi fa proprio da Forza Italia, credo che sia il momento di chiudere la querelle su Rapallo con un candidato forte e condiviso. è chiaro che come forze politiche del centrodestra vogliamo appoggiare un candidato con la possibilità di esprimere i simboli delle nostre forze politiche, quindi stiamo attendendo un appello del candidato per poterlo appoggiare in maniera determinata come forze politiche, è evidente che la Lega non rinuncia al suo simbolo, così come Fratelli d'Italia e Forza Italia credo, però oggi credo che sia il candidato migliore a rappresentare la coalizione di centrodestra a Rapallo". 

BAGNASCO: "FUI IO STESSO (COME FORZA ITALIA) A PROPORLA A TOTI, DOPO AVERLA SONDATA"

E che cosa ne dice il sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco? "Fui io stesso, tempo fa, come coordinatore di Forza Italia, a proporre a Toti tre nomi, che secondo me sarebbero stati vincenti, ed erano Lasinio, Aonzo e Ricci. Poi non si era trovata l'intesa e quindi... il resto della storia la conoscete. Poi la Ricci ha deciso di fare un balzo in avanti, e io oggi dico che se lei è disponibile ad essere la candidata ufficiale di tutto il centro destra, con i simboli di partito, allora ne saremo ben lieti e vinceremo al primo turno. Se così non fosse, cioè se lei dicesse di no a questa proposta, allora saremmo condannati ad un ballottaggio".

"Ringrazio il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il Viceministro delle Infrastrutture e Segretario Ligure della Lega Edoardo Rixi per la manifestazione di stima e apprezzamento - ha dichiarato Ricci in una nota -. Mi confronterò a breve con il gruppo di amici che mi sostiene per valutare questa ulteriore apertura sulla mia candidatura a Sindaco della città di Rapallo e sulla mia proposta politica civica e moderata".