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ISOLA DEL CANTONE - Diverse pietre sono cadute dal costone roccioso sulla A7 Milano-Serravalle-Genova.

È successo intorno alle 14. L'autostrada risulta chiusa tra Ronco Scrivia e Isola del Cantone. L'entrata consigliata verso Milano è quella di Vignole Borbera, mentre l'uscita consigliata provenendo da Genova è quella di Ronco Scrivia.

Al momento si registrano tre chilometri di coda tra Busalla e Ronco in direzione Milano. Uno dei massi avrebbe colpito un'auto. Non ci sarebbero feriti. Sul posto i vigili del fuoco, il 118 e la polizia stradale.

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone sono in contatto con Aspi. Secondo quanto riferito dalla concessionaria, i tecnici intervenuti sul posto stanno effettuando una serie di verifiche sulla parete, già protetta da una rete, per accertare da dove si sia staccato il materiale caduto sulla carreggiata.

Poco dopo le 18 il tratto è stato riaperto, con il transito consentito su una sola corsia. Nel tratto si è formata una coda di 4 km in direzione Milano.

(Notizia in aggiornamento)

 

GENOVA - "L'archiviazione era prevista considerati gli insistiti tentativi fin da subito di addossare la colpa ai genitori del mostro" esordisce così Antonella Zarri (nella foto con il marito Graziano), mamma di Alberto, l'uomo condannato a 24 anni e 6 mesi di galera per l'omicidio della sorella Alice, in riferimento all'archiviazione della posizione di due agenti e un medico del Servizio di Salute Mentale che la donna aveva denunciato per omissioni perchè a suo dire avrebbero potuto evitare la tragedia e non l'hanno fatto.

Il giudice ha invece decretato che anche inviando una pattuglia sul posto, come volevano i coniugi Scagni, visto che Alberto si era già allontanato, non si sarebbe  evitato il delitto e ha ribadito che i genitori avrebbero dovuto sporgere denuncia contro il figlio.

"Quell'omicidio - ha scritto in sintesi il giudice Carla Pastorini - era di fatto imprevedibile e i familiari, sebbene avessero manifestato preoccupazione per l'escalation comportamentale del figlio, non avevano mai formalizzato una vera e propria denuncia. Il medico che doveva occuparsi di Alberto è stato negligente, ma non in maniera dolosa e perciò non si può procedere penalmente nei suoi confronti".

"Sono state seguita la linea del comodo pre-giudizio dall’inizio alla fine - accusa ancora Antonella Zarri - Ogni atto della magistratura che ho letto è contraddittorio in ogni capoverso, come è ovvio basandosi su dichiarazioni false degli agenti e del medico e indagini gravemente carenti. Il riassunto lampante (al momento) della vicenda è nelle parole della polizia ‘NON FAMOLA TRAGICA’ (frase riferita da uno degli agenti al telefono alla Zarri ndr). Ma non ci fermeremo qua, il pm mi canzonava a 3 giorni dalla morte Alice che le nostre pretese di assistenza da parte delle istituzioni esistono solo nel ‘mondo perfetto’. Farò di tutto  perché in questo Stato si avveri una giustizia meno miope e pilatesca. E si lavori con coscienza anche nei ponti festivi e il primo maggio". Una precisazione che fa riferimento al fatto che le richieste di aiuto dei genitori non sarebbero state prese in carico da polizia e salute Mentale proprio perché avvenute nei giorni prefestivi e  festivi.

SANREMO - Un agente della polizia penitenziaria trova all’interno di una scatola di cereali un cellulare e scoppia la protesta. E’ successo Tra le 22:30 e le una della notte appena trascorsa nelle seconda sezione del carcere di Valle Armea a Sanremo. I detenuti usavano questo modus operandi per passare il cellulare di cella in cella ma ieri sera qualcosa è andato storto.

Probabilmente il peso della confezione dei cereali ha insospettito l’agente della polizia penitenziaria che ha Immediatamente chiamato la sorveglianza. A quel punto è scattata la protesta. Quattro dei sessanta detenuti ospitati nelle sezione seconda hanno iniziato a devastare una cella dandogli anche fuoco. A sedare gli animi il personale della penitenziaria che, prima di spegnere le fiamme, ha fatto uscire i detenuti nei corridoi.

“Ingenti i danni ma soprattutto un agente che è dovuto ricorrere alla cure del pronto soccorso - spiega Fabio Pagani segretario regionale UIL penitenziaria- una situazione ingestibile. Il carcere non è sicuro e deve essere commissariato. Dieci agenti della penitenza per 275 detenuti. Follia”. Pagani fa anche un ragionamento sui dispositivi a disposizione dei detenuti come accendini e bombola del gas modello campeggio.

“Sono bombe ad orologeria“ conclude.

GENOVA - È successo ieri pomeriggio, verso le 16.45, quando la pattuglia di sicurezza stradale in servizio ha notato in via Pastorino una donna che cercava di richiamare la loro attenzione.

Scesi dalle loro moto, gli agenti sono stati messi al corrente della donna che un gattino si era incastrato nella ruota anteriore del suo motociclo.

Riconosciuto il carattere d’urgenza dell’intervento i due agenti hanno provveduto a estrarlo senza causargli lesioni. Il gatto di pochi mesi è stato adottato proprio da uno dei due agenti in servizio.

GENOVA - È stata arrestata una banda di georgiani composta da 3 uomini e una donna colti in flagranza di reato mentre commettevano un furto in appartamento nel quartiere di Albaro.

Erano già alcuni giorni che gli investigatori della Squadra Mobile, nell’ambito dei costanti servizi di contrasto al fenomeno dei furti in abitazione, stavano monitorando i quattro soggetti, apparsi sin da subito sospetti. Grazie all’attento monitoraggio si era potuto constatare che i quattro avevano svolto diversi sopralluoghi, evidentemente finalizzati a commettere poi dei furti in appartamento, con lo scopo di verificare se in casa fossero o meno presenti i proprietari. A questo fine si è notato che utilizzavano anche alcuni escamotage, come apporre segni sulle porte.

Nel corso della notte di ieri i quattro sono passati all’azione: mentre la donna faceva da “palo” in strada, gli altri 3 sono entrati in un appartamento mettendolo a soqquadro e prendendo tutto il possibile. Immediatamente sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile che hanno fermato i 4 soggetti, trovati in possesso di gioielli e banconote rubati poco prima nell’appartamento, nonché tutto lo strumentario utile a forzare ed aprire le porte degli immobili. Infatti, uno dei complici aveva addosso uno strumento atto a replicare le chiavi di porte blindate, le cosiddette “chiavi bulgare”, mentre un altro un grosso cacciavite.

Nel corso della perquisizione svolta all’interno dell’appartamento che aveva in uso la banda, luogo utilizzato come covo dagli indagati, sono stati trovati altri oggetti preziosi, sulla cui origine sono in corso approfondimenti investigativi. Oltre a ciò è stato trovato il contenuto di un cesto regalo che si trovava nell’appartamento appena svaligiato, tra cui anche un pandoro.

Nel corso della mattinata di ieri i quattro sono stati condotti in carcere, a disposizione dell’A.G.