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VENTIMIGLIA - "Raffica di arrivi a Ventimiglia, dove la presenza di immigrati sta creando caos e problemi anche ai volontari che non riescono a garantire un’assistenza adeguata". Così Matteo Salvini, leader della Lega, in una nota.
 
 
"È il risultato del disastro di Pd e 5Stelle che hanno cancellato i Decreti sicurezza - continua la nota -. Non vedo l’ora che la Lega torni a occuparsi di sicurezza e immigrazione, per garantire regole, difesa dei confini e accoglienza dignitosa per chi scappa veramente dalla guerra. Presto sarò ancora in Liguria: il 25 settembre gli italiani faranno sentire la propria voce". 

ROMA - "Prima che questa campagna elettorale arrivi nel vivo, con i soliti che prometteranno meno tasse, diamoci delle regole perché gli italiani sappiano quali promesse possono essere mantenute". Lo ha detto il presidente di Italia al Centro Giovanni Toti nel PunToti, la sua rubrica sui social.

"Prima regola: chiunque dica che abbasserà le tasse - ha continuato il leader - anche solo di un euro, deve anche spiegare dove prenderà i soldi per farlo perché, se non si diminuisce la spesa o non si aumenta il Pil, ovvero la ricchezza, nessuno riuscirà realmente a diminuirle. Forse potrà tagliarle ad alcune categorie aumentandole ad altre, ma per pagare meno tasse e lasciare qualche soldo in più nelle tasche degli italiani, c’è bisogno che il Paese guadagni di più".

"Oppure, occorre diminuire quell'enorme spesa pubblica che grava su di noi - continua -, soprattutto tagliando quel pezzo di spesa che deriva dagli interessi sul debito che potrebbero anche aumentare se la Banca Centrale Europea decidesse di alzare i tassi per limitare l’inflazione, e quindi costare ancora di più. Lo stesso vale per chi promette più servizi, per esempio nella pubblica amministrazione. È importante che dica dove prenderà i soldi per pagarli, visto che di scostamenti di bilancio non se ne potranno più fare".

"Un partito serio - ha continuato il leader - fa questo, spiega dove trova le risorse e non lo fa parlando del recupero dell'evasione fiscale, perché sono anni che ne discutiamo ma mai nessuno ci è riuscito. Io dico due cose semplici: la prima che i lavoratori dipendenti sono i più tartassati e c’è bisogno di ridurre quel cuneo fiscale che fa sì che nella busta paga restino pochi soldi rispetto a quelli che si guadagnano. La seconda è che per evitare che l’evasione fiscale continui a correre in modo incivile, dobbiamo fare in modo che tutte le spese che un cittadino fa si possano scaricare sulle tasse. Così facendo sarà il cittadino stesso che per scaricare le tasse chiederà la ricevuta. In questo modo elimineremo una parte di quell’evasione fiscale che consentirà a tutti di pagare un po’ meno".

"Questi sono i criteri - ha concluso Toti - con cui si fa una campagna elettorale e questo lo difenderò fino in fondo per evitare che ci siano promesse vuote".

GENOVA - "Il sindaco di Milano si aggiunge ai tanti che commentano la Flat Tax senza aver studiato. Sala abbandoni la demagogia tipica della sinistra e cominci a guardare in faccia la realtà". È questa la risposta dell'assessore allo Sviluppo Economico di Regione Liguria Andrea Benveduti al sindaco di Milano Beppe Sala, che aveva definito le tasse progressive una "conquista sociale".

"La Lega - prosegue Benveduti -, grazie alla Flat tax, rivoluziona un sistema di tassazione iniquo che colpisce progressivamente solo i redditi da lavoro e pensione, ma non quelli derivanti dal possesso di attività finanziarie. Resteranno più soldi in tasca alle famiglie grazie a un sistema di deduzioni fisse sulla base dei carichi familiari, e anche alle imprese, perché si tasseranno solo gli utili, dando così nuovo slancio alla ripartenza dell’economia".

Poi attacca: "Invece che fare sparate su temi fiscali, Sala farebbe meglio a occuparsi dello stato di degrado in cui versa la città che amministra in cui si assiste a una escalation di violenza mai vista prima, mentre la sua giunta vessa i cittadini con continui rincari tipo il recente aumento dei biglietti di bus e tram. Il 25 settembre - conclude - si cambierà musica col centrodestra al governo".

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ROMA - Poteva essere il volto nuovo, o almeno rinnovato, del Movimento 5 Stelle post Luigi Di Maio ma così non sarà: Alessandro Di Battista, in un video postato sui social, scarica con parole a tratti molto dure il suo ex partito e, soprattutto, il suo fondatore, Beppe Grillo e spiega le ragioni che lo hanno spinto a non avanzare la propria candidatura.

"Grillo si comporta da padre padrone – dice Di Battista – sotto di lui non ci sto. Avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità e non l’ha fatto, per questo non mi fido più". L'ex parlamentare grillino si ammorbidisce quando pensa al passato ("se sono l’uomo che sono lo devo anche a quello che mi hanno insegnato Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio") ma è intransigente sulla linea del partito: "Non posso fidarmi dell’attuale Movimento, chi mi assicura che non avremo un rigurgito governista, magari per entrare in un esecutivo tecnico, come già abbiamo fatto nell'ultima legislatura? Chi può dirmi che non ci saranno altri Cottarelli o altri Cingolani all’interno dei 5 Stelle?"

Di Battista svela anche il retroscena che lo spinse ad abbandonare il Movimento 5 Stelle: "Non ero gradito e l’ho capito quando mi fu impedito di diventare capo politico del Movimento – spiega – agli stati generali raccolsi il triplo dei voti di Luigi Di Maio, che faceva il ducetto ed era ministro; per lui sarebbe stata un’onta se quel risultato fosse stato reso noto, per questo Grillo avallò la scelta di non pubblicare quei risultati".

Di Battista parla anche del suo rapporto con Giuseppe Conte: "Si è preso l’onere di guidare il Movimento e per questo lo rispetto; io l’ho chiamato perché mi sono sentito responsabilizzato da moltissimi messaggi che mi sono arrivati dai militanti ma dai vertici nessuno mi ha chiesto di rientrare. Anzi – conclude Di Battista – molti tra gli esponenti grillini mi considerano un distruttore, una sorta di Attila: nella realtà sono convinto che i disboscatori di consensi siano altri e molti di questi sono ancora all’interno del Movimento".