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Il movimento civico di centrodestra Andiamo!, fondato dall’ex Sindaco Maurizio Zoccarato a sostegno della candidatura a Sindaco di Gianni Rolando, ha ufficialmente presentato i suoi candidati.

“Una squadra - ha spiegato l'ex sindaco Zoccarato -composta da persone diverse per esperienza e competenza, ma tutte caratterizzate dalla voglia di fare e fare bene. I nostri candidati sono e saranno sempre a disposizione dei cittadini per ascoltare le loro esigenze e farsi portavoce, con la futura amministrazione comunale, dei problemi che vivono quotidianamente e delle proposte per migliorare Sanremo.”

“L’ascolto - ha aggiunto l'ex vice sindaco Claudia Lolli - è il motore del cambiamento, solo con il confronto diretto e costante con le persone, possiamo far crescere Sanremo e la sua economia. Andiamo! è un movimento civico vicino alla gente, che crede nelle grandi opere, ma che vuole porre un’attenzione quotidiana alla Sanità, alla vivibilità e decoro della città."

“Una lista - ha concluso il portavoce di Andiamo! Donato Di Ponziano - composta da persone che, fin da subito, hanno sposato la filosofia e i valori del nostro movimento civico, primo tra tutti la necessità che un bene prezioso, come l’acqua, rimanga pubblico e che credono fortemente nella necessità di un nuovo passo dell’attività amministrativa comunale, per far tornare Sanremo una meta turistica di rilievo internazionale e far rifiorire il commercio.”

GENOVA - Mentre si infiamma a livello nazionale il dibattito sulla legge che ammetterebbe le associazioni pro vita nei consultori, Regione Liguria non dice no. Il Consiglio regionale della Liguria infatti ha respinto un ordine del giorno che avrebbe impegnato la Giunta Toti a "non esercitare la facoltà prevista dalla legge nazionale per la presenza delle associazioni antiabortiste e pro life nei consultori". Sono stati 17 i voti contrari (centrodestra), un astenuto (Forza Nord) e 12 favorevoli (centrosinistra e M5S).

Il documento proposto da tutte le opposizioni avrebbe impegnato la Giunta ligure "ad esprimere il proprio dissenso nelle sedi competenti, a cominciare dalla Conferenza delle Regioni rispetto alla norma", "soprattutto in considerazione dei rischi di violazione di privacy, riservatezza e rispetto dei diritti delle donne ex legge 194 e laicità del servizio pubblico". Inoltre "a rafforzare, nonostante i mancati trasferimenti e il sottofinanziamento statale, l'impegno di investimento nei consultori familiari in quanto strutture che rappresentano le sedi deputate a garantire la tutela della salute delle donne in un contesto di libertà e autonomia".

Prima di esprimere parere contrario l'assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola ha chiesto il ritiro dell'odg in quanto "la legge non è ancora stata pubblicata". "L'articolo 2 della legge 194 prevede già che i consultori familiari sulla base di apposti regolamenti o convenzioni possano avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base o di associazioni di volontariato, che possano aiutare la maternità difficile - evidenzia Gratarola -. Il nuovo disegno di legge, affermando che le Regioni nell'organizzazione dei servizi consultoriali possono avvalersi senza maggiori oneri a carico della finanza pubblica del coinvolgimento di soggetti del terzo settore con una qualificata esperienza nel sostegno della maternità, così come proposto, parrebbe una 'ripetizione' di ciò che giuridicamente è già esistente, più che una vera innovazione dell'ordinamento. Mi pare un ordine del giorno prematuro, non appena la legge sarà disponibile alla visione, sarà oggetto di valutazione da parte degli uffici tecnici regionali".

GENOVA - È scontro fuori dall’aula per la seduta odierna del consiglio regionale, che inizialmente era stata fissata dalle 10 alle 13 e poi dalle 14 alle 18, e che per ragioni istituzionali, è stato spostato alle 12.30. La richiesta era partita per assicurare, a chi volesse, di rendere l'ultimo saluto all'ex sindaco di Zoagli Franco Rocca. Alle 12.30, mentre l'opposizione era presente, la maggioranza era sotto al numero legale, erano in 13 e la soglia è fissata a 15. Per questo motivo, per protesta, la minoranza ha disertato l'aula facendo annullare il numero legale necessario per far partire i lavori dell'aula. 

"Ci troviamo di fronte a un'ennesima situazione e in cui la maggioranza è allo sbando, il consiglio è stato rinviato di due ore e non hanno garantito il numero legale - attaccano i consiglieri di minoranza -. E' un atteggiamento che riscontriamo tra tutti noi capigruppo, quando non abbiamo mai le risposte da parte della giunta e siamo costretti a ricevere risposte scritte, non c'è mai una discussione sana. Si tratta di un continuo non rispetto delle istituzioni ma quest'oggi c'è stata anche una mancanza di rispetto della maggioranza verso il proprio assessore (Alessio Piana che aveva presentato una delibera sul Commercio ndr). C'è stata una mancanza di autorità e di rispetto anche rispetto al presidente del consiglio". Arriva poi la stoccata del capogruppo del Movimento Cinque Stelle Fabio Tosi: "Si fanno vedere uniti e pacifici sulle inaugurazioni ma nelle sedi istituzionali si spaccano e i consiglieri non garantiscono la maggioranza alla loro giunta".

GENOVA - Il Partito democratico e gli altri partiti di opposizione, su proposta del movimento Genova che Osa, propone al comune di Genova, sulla scia di quello di Firenze, di inserire il salario minimo a 9 euro per tutti i contratti in appalto. Tradotto: quando il Comune è appaltante, la società privata che lavora per Genova deve dare la garanzia di pagare almeno 9 euro all'ora. È nata così la proposta di iniziativa popolare che concerne atti o attività di competenza comunale, dichiarate ammissibili ai sensi dell'art. 2, per il proseguimento dell'iter, che devono poi essere presentate al presidente del consiglio comunale, corredate dalla firma di duemila cittadini. Firme che, presumibilmente, slitteranno nel periodo estivo. La raccolta delle firme ha termine entro tre mesi dalla data di apposizione della prima sottoscrizione e le proposta di deliberazione di iniziativa popolare viene presentata entro 60 giorni dalla chiusura della raccolta stessa.

"Si sperava che la proposta al salario minimo a 9 euro venisse presa in considerazione dal governo di Giorgia Meloni - spiega il segretario provinciale del Partito democratico di Genova Simone D'Angelo -. Ci stiamo attrezzando per far fronte a questa scelta sbagliata del Comune. Per esempio, il comune di Firenze ha fissato a 9 euro il salario di tutti i contratti in appalto di quando il comune è appaltante, chi lavora per Genova ed è una società privata deve dare garanzia per pagare almeno quella cifra. Siamo pronti a raccogliere le firme, si tratta di una battaglia di civiltà che unisce sette italiani su dieci (i dati dicono che vogliono il salario minimo in Italia ndr) e noi vogliamo partire da Genova. Il lavoro non fa rima con sfruttamento".

I dati, raccolti da Genova che Osa, la cui fonte è Unioncamere - Anpal, evidenziano come le aziende genovesi offrano contratti a tempo indeterminato solo nel 18% di casi. "Questi numeri ci accomunano ad altre città ma qui siamo proprio a saldo negativo - spiega il movimento genovese -. La legge regionale, per esempio, prevede indennità per i tirocini a 500 euro al mese per lavoro a tempo pieno. Ricordiamoci che la soglia di povertà è fissata a 900 euro al mese, quindi questi tirocini sono ben sotto la soglia". Genova a misura di giovani ma, il 90%, secondo Unioncamere, dei genovesi, ritiene che Genova non sia adeguata a soddisfare le esigenze lavorative

Mancano una quarantina di giorni all'Election day dell'8 e 9 giugno, e il Centro Europeo Consumatori Italia (CEC) ha lanciato la nuova campagna informativa sui social network dedicata alle imminenti elezioni europee 2024. L'obiettivo è quello di evidenziare l'importanza del voto europeo per i consumatori e di promuovere una partecipazione più informata e consapevole per quanto riguarda il processo decisionale dell'Unione Europea.

Secondo il Centro Europeo Consumatori le elezioni di sabato 8 e domenica 9 giugno, in Italia, rappresentano un momento fondamentale per i cittadini europei che attraverso la loro preferenza eleggeranno i membri del Parlamento Europeo e, di conseguenza, l'orientamento delle politiche dell'Ue su molti temi che sono cruciali. "In questo contesto è essenziale comprendere il ruolo che le istituzioni europee svolgono nel plasmare e sviluppare norme, regolamenti e direttive che influenzano direttamente la nostra vita quotidiana, nonché il nostro futuro comune" spiegano dal CEC.

È nata così l'idea id realizzare una campagna informativa articolata in cinque brevi video, alcune storie e un post, che saranno successivamente pubblicati sui profili social del Centro (Instagram e Facebook) per aiutare i consumatori a comprendere il processo elettorale, i principali temi in gioco e come esercitare il proprio diritto di voto in modo più consapevole. E allora da oggi, e fino al giorno delle elezioni, verranno pubblicati i contenuti programmati della campagna elettorale che affronteranno diverse tematiche importanti.

- "Quando e cosa si vota" è il primo video, che si trova già online, che offre una chiara panoramica delle Europee, del loro scopo e delle procedure che ne regolano lo svolgimento.
- "Cosa fa l’Ue per te cittadino?" Il video vuole informare sulle iniziative dell'Unione per migliorare la vita dei cittadini europei: copre temi come quello di viaggiare senza controlli alle frontiere, diritti nei trasporti e opportunità di studio, lavoro e volontaria in tutta l'Ue alle stesse condizioni dei cittadini locali.
- "Cosa fa l’Ue per te consumatore?" Con questo video il CEC vuole sottolineare l'importanza delle normative a tutela dei consumatori, con il ruolo che rivestono i rappresentanti nel Parlamento europeo, nel garantire e rafforzare i diritti. Attraverso l'Ue i cittadini beneficiano di elevati standard di sicurezza dei prodotti, di importanti diritti in materia di protezione dei dati personali e di significative tutele quando si viaggia e quando si effettuano acquisti oltre frontiera.
- "Come si vota": è la sezione dedicata agli aspetti cruciali delle elezioni europee, come l'eleggibilità, le modalità e il processo di voto. La cittadinanza dell'Ue offre, infatti, la possibilità di votare nel proprio paese di origine, all'estero o nello Stato membro.
- "Perché è importante votare?" Il Centro Europeo Consumatori Italia spiega che le elezioni europee rappresentano un'opportunità unica per decidere il futuro dell'Ue e far sentire le proprie opinioni su temi prioritari.
- "Storia del Parlamento europeo": bisogna informare sulla storia e il ruolo del Parlamento europeo in vista delle elezioni europee. Conoscere la sua evoluzione, le sfide affrontate e la trasformazione aiuta a comprendere l’impatto che lo stesso ha nel processo decisionale dell'Ue e il contesto in cui si svolgono le elezioni.

"La campagna informativa rappresenta l’impegno del Centro Europeo Consumatori Italia a fornire informazioni chiare e accessibili per aiutare i consumatori a comprendere e partecipare attivamente nel processo democratico dell'Ue, garantendo che ogni consumatore possa esercitare il proprio diritto di voto in modo consapevole e responsabile" rimarcano dal CEC.