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di Claretta Femia*

Tra pressioni sociali, modelli irraggiungibili e solitudine emotiva, le ragazze adolescenti affrontano un percorso complesso e delicato. Questa fase della vita, da sempre ricca di trasformazioni, oggi è segnata da sfide nuove che incidono profondamente sul benessere psicologico.
Per molte ragazze, la quotidianità è fatta di una continua tensione tra ciò che sentono di essere e ciò che gli altri – famiglia, scuola, amici, società – si aspettano da loro.
Uno degli elementi più influenti nel vissuto delle adolescenti sono i social media, che mostrano corpi perfetti, vite apparentemente impeccabili ed emozioni sempre sotto controllo. Allo stesso tempo, veicolano spesso informazioni parziali o errate su temi delicati come il corpo, la sessualità o la salute mentale, alimentando confusione, paure e dubbi.

Molte ragazze iniziano a sentirsi inadeguate, a giudicarsi attraverso lo sguardo degli altri e a vivere con disagio le proprie fragilità. Questo può tradursi in perdita di autostima, isolamento e, nei casi più gravi, ansia, depressione, disturbi alimentari o comportamenti autolesivi.
Anche la scuola può essere fonte significativa di pressione. L’ambiente competitivo, le elevate aspettative di rendimento, la paura del fallimento e il giudizio dei pari rischiano di trasformare la scuola da luogo di crescita a fonte di stress e ansia. A questo si aggiungono spesso relazioni familiari fragili o poco aperte al dialogo, che non sempre garantiscono il sostegno emotivo necessario in una fase così delicata.
Nonostante queste difficoltà, esistono strumenti e spazi dedicati per aiutare le adolescenti, anche se spesso poco accessibili a causa di scarsità di risorse e personale. I consultori familiari rappresentano una risorsa fondamentale. Sono servizi pubblici, gratuiti, che offrono consulenze psicologiche e supporto in tutte gli ambiti di salute della donna.

Altrettanto prezioso è il ruolo della prevenzione nelle scuole. Progetti di educazione emotiva, affettiva e digitale aiutano le studentesse a conoscere meglio sé stesse, a costruire relazioni sane e a riconoscere il momento di chiedere aiuto.
In un’epoca in cui molte adolescenti si sentono invisibili o sole, la priorità è restituire loro spazi di ascolto autentico, dove poter esprimere paure, emozioni e desideri senza timore di giudizio. Non si tratta di proteggerle da tutto, ma di accompagnarle con strumenti adeguati, adulti presenti e contesti solidali che le aiutino a costruire la propria identità di donna.

Claretta Femia* - Presidente ordine delle psicologhe e degli psicologi di Genova

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