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E' morto a Roma Sinisa Mihajlovic. Aveva 53 anni e dal 2019 combatteva con la leucemia. Ha giocato nella Sampdoria dal 1994 al 1998 e l'ha allenata dal 2013 al 2015. Esordì nella Stella Rossa. Ha vestito anche le maglie di Roma, Lazio, Inter, da tecnico ha guidato Bologna, Catania, Fiorentina, Milan, Torino e Sporting Lisbona, oltre alla Nazionale di Serbia.

Nemmeno Sinisa ce l’ha fatta, contro l’unico nemico invincibile, lui che aveva vissuto la guerra vera nella sua terra e perfino nella sua famiglia. Ha deposto le armi in silenzio, di fronte al mistero, ci lascia percossi e attoniti. Abbiamo sperato fino all’ultimo che la sua forza indomabile prevalesse sulla malattia. E adesso lo salutiamo in piedi, sull’attenti, come si conviene per un uomo d’arme. Nessuno più di lui era un guerriero, amico mai reticente di guerrieri, aduso a vivere il calcio come prolungamento della guerra con altri mezzi, figlio perfetto di quella Jugoslavia che solo gli jugoslavi possono comprendere. Perché la guerra fa male anche se è bella, è una cosa terribile ma purtroppo è la colonna sonora della storia, ci accompagnerà per sempre, opprime a turno le vite di tutti e negarla o rimuoverla è da bambini, affrontarla invece è appunto da uomini. Mihajlovic è stato un uomo fiero e forte: anche nel momento più difficile, quello della debolezza del male, non ha mai voluto essere compatito.

 

SESTRI LEVANTE - Sta diventando un vero e proprio caso nazionale quello del Sestri Levante, la squadra di serie D che ha vinto 12 partite consecutive su 15 vittorie totali, a cui vanno sommati un pareggio e una sola sconfitta con la Sanremese, seconda in classifica a distanza di 11 punti.

Il profumo della serie C si sente nell’aria anche se guai a parlarne in zona campo di allenamento, dove gli scongiuri fioccano dalle tasche delle tute.

“Domenica sarà una partita difficile contro il Bra in casa - spiega il direttore sportivo Paolo Mancuso - ma siamo sulla strada giusta per una sfida emozionante. Nessuno si aspettava questi risultati, il nostro obiettivo era raggiungere i play off”. Il “miracolo” dei corsari, così viene soprannominata la squadra, ha prima di tutto il nome dell’allenatore, Enrico Barillari, “nostra grande scommessa perché arrivato dalla squadra juniores nazionale, vincente lo scorso anno” spiega Mancuso.

Ma qual è il segreto del successo?

“Abbiamo trovato l’alchimia giusta con i ragazzi - racconta fiero il mister - e strada facendo, con l’entusiasmo delle vittorie che arrivavano, hanno trovato la gioia di lavorare duro e la consapevolezza del loro valore. La nostra tifoseria è una delle più attive nel panorama ligure. Il fiore all’occhiello sono i ragazzi cresciuti nel nostro settore giovanile, che ci hanno agevolato nella costruzione della squadra con l’obbligo delle quote”.

Mancano ancora 21 partite alla fine del campionato, nulla è certo già scritto: “Ogni partita - scherza il mister - ho paura che si inceppi il meccanismo” ma del resto l’anno scorso le sconfitte con gli juniores furono... una sola.

Presto per parlarne, ma c’è già chi sogna il derby con l’Entella, che sta lottando per le alte posizioni di classifica.

LA SPEZIA - La dirigenza dello Spezia continua a muoversi sul mercato, alla ricerca di rinforzi per puntellare la squadra e consegnare a mister Gotti una rosa pronta e adatta a raggiungere l'obiettivo salvezza.

Manovre a carte coperte in attacco, dove la società Aquilotta è alla ricerca di un profilo che non rubi spazio alla sua punta centrale di riferimento, M'bala Nzola, assoluto leader del reparto offensivo aquilotto, ma che possa dargli la possibilità di rifiatare a partita in corso e, nel caso, giocare con lui, nel consueto duo offensivo dettato dal 3-5-2 come modulo di riferimento di mister Gotti.

Tanti i profili interessanti usciti negli ultimi giorni, ma pochi quelli realmente concretizzabili, come ad esempio Musa Barrow, attaccante Gambiano del Bologna, il quale sarebbe un colpo perfetto per rinforzare l'attacco dello Spezia, ma dal costo del cartellino che si aggira sui 15mln di euro, che lo rende praticamente inarrivabile dalla società in maglia bianca in questa sessione di mercato invernale.

Un calciatore sicuramente più avvicinabile è Thomas Henry, punta del Verona che ha avuto nell'ultima gara di campionato, proprio contro lo Spezia, qualche dissapore con la tifoseria Scaligera. L'attaccante Francese sarebbe un ottimo vice Nzola, date le sue caratteristiche fisiche simili a quelle dell'attaccante Angolano.

Il DG Macìa continua tuttavia a lavorare sotto traccia, ma la sensazione è che, a breve, potremo avere delle grandi novità in merito al profilo scelto dalla società di via Melara, per migliorare il reparto offensivo

A quarantotto ore dal big match contro il Frosinone di domenica sera alle 20.45 il Genoa è ancora un rebus. Finalmente dopo le tre partite nell'arco di pochi giorni quando ha preso in mano la squadra sostituendo Blessin, Alberto Gilardino ha avuto una intera settimana per incominciare a impostare la sua idea di gioco. Certo non è molto ma qualcosa dovrebbe cominciare a vedersi, a partire – forse – da una nuova disposizione in campo. L'idea del 4-3-1-2 lo stuzzica parecchio. Ormai consolidato il centrocampo a 3, affidato probabilmente a Strootman, Frendrup e al recuperato Badelj, i dubbi sono tutti in attacco: se continuare con Gudmusson e Aramu a supportare Coda o affidarsi invece alle due punte con Puscas accanto al capocannonniere degli ultimi due campionati di serie B e l'ex-Venezia nel ruolo di trequartista.

Una soluzione che ha provato a partita in corso sia con il Sud Tirol dove si è dimostrata vincente che con l'Ascoli dove ha funzionato meno. Ma è chiaro – da bomber di razza quale è stato – che Gilardino ha perfettamente compreso come Coda abbia bisogno di un partner che gli giochi accanto anche per non facilitare le retroguardie avversarie regalando loro un solo punto di riferimento. Fuori da campo c'è poi la ritrovata unione di tutte le altre componenti, dalla società che attraverso l'assistant general manager Klos ha dato segnali di una ritrovata coesione tra le due fazioni che si erano confrontate sul destino di Blessin e l'Associazione club genoani che ha lanciato un appello alla tifoseria a riempire il Ferraris. Intanto c'è da segnale il primo acquisto del mercato di gennaio: si tratta del difensore uruguaiano classe 2004 Alan Matturro del defensor sporting di Montevideo pagato 3 milioni e mezzo di euro più alcuni bonus legati al suo utilizzo e ad una eventuale rivendita.

E' da qualche giorno scattata l'iniziativa di Primocanale che, sulla base di semplici argomentazioni che vi riproponiamo di seguito, ha scritto alla mail della Procura Federale per chiedere i motivi per i quali la Giustizia sportiva non si è ancora attivata acquisendo gli atti del processo in corso a Paola, provincia di Cosenza, a carico di Massimo Ferrero e della sua famiglia (azionista di maggioranza della Sampdoria).

Trattandosi di (presunti) reati societari e bancarotta, la Figc avrebbe il dovere di vigilare affinché determinati comportamenti (illeciti o meno, sarà la Giustizia ordinaria a stabilirlo) non rischino di riproporsi anche nella Sampdoria, alla guida della quale Massimo Ferrero si prepara a tornare.

In passato la Procura della Figc si è mossa per molto meno, senza cioé attendere sentenze parziali o definitive ma basandosi soltanto su atti istruttori ed in taluni casi persino estranei all'ambito di competenza (pensiamo al caso recente di Manolo Portanova, condannato in primo grado per stupro, crimine orrendo ma di per sé non attinente all'attività di calciatore da lui svolta nel Genoa).

Per chi vuole aderire all'iniziativa, la mail a cui scrivere "Stop a Ferrero" per sensibilizzare in maniera civile e costruttiva la Procura federale è questa: .

Di seguito, riportiamo uno stralcio dell'articolo scritto qualche giorno fa sul sito di Primocanale da Stefano Rissetto:

La giustizia sportiva può restare inerte, di fronte all’eventualità che un club professionistico di serie A torni nelle mani di personaggi sotto inchiesta penale per ipotesi di reato assai gravi, relative proprio alla gestione di società commerciali? Nelle intercettazioni della Guardia di Finanza, messe a disposizione della Procura di Paola, in una conversazione tra persone della sua strettissima cerchia, si parla così di Ferrero: "Lui ogni giorno deve trovare un posto dove bucare e far scendere dei soldi". Quelle intercettazioni fanno rabbrividire ed indignare, al pensiero che qualcosa di molto amato da molta gente come la Sampdoria sia stata per anni, e possa tornare, nelle mani di personaggi che ne parlavano in termini sprezzanti, cinici, rapaci, talora irriferibili.

Nel momento in cui Ferrero riprendesse - com'è, allo stato, suo innegabile diritto - il pieno controllo della società blucerchiata, dopo oltre un anno di inerzia la Procura federale si risolverà finalmente a muoversi, chiedendo gli atti alla magistratura ordinaria di Paola? Le ipotesi di reato contestate a Ferrero e ai suoi familiari - su basi tali da aver validato un anno fa severi provvedimenti cautelari - sono compatibili, per la giustizia sportiva espressione di Coni e Figc, con la proprietà e la gestione di una società di calcio di grande prestigio e tradizione? Basta un anno dietro la lavagna per aver trasformato in meglio un personaggio che non si è dimostrato un buon amministratore di aziende?