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"Ciao Luca" e un cuore spezzato. Così la Sampdoria attraverso un tweet ha salutato il suo campione simbolo dei successi a cavallo tra gli anni '80 e '90. Mondo del calcio in lutto per la scomparsa di Vialli che si è spento dopo lunga malattia a Londra all'età di 58 anni (Leggi qui).

"Una firma per sempre: ciao Luca Vialli, uno di noi. C’è già chi ti immagina tra Paolo e Vuja, felici di riabbracciarti ma altrettanto stupiti di rivederti così presto. Sì, presto Luca. Troppo presto. Dicono che non si sia mai pronti per salutare un compagno di viaggio e, purtroppo, è davvero così" così il sito della Sampdoria ricorda Vialli.

https://www.instagram.com/p/CnEqqreolJ2/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Un ricordo della sua storia in maglia blucerchiata che prosegue nel segno di quanto fatto: "Di strada insieme ne abbiamo fatta parecchia, crescendo e cercando, vincendo e sognando. Sei arrivato ragazzino, ti salutiamo uomo. Ti ricorderemo ragazzo e centravanti implacabile, perché gli eroi son tutti giovani e belli e tu, da quell’estate 1984, sei stato il nostro eroe. Forte e bellissimo, con quel 9 stampato sulla schiena e il tricolore cucito sul cuore. Condottiero della Sampdoria più forte, in coppia là davanti con il tuo gemello Bobby Gol. In tre parole: uno di noi" (Leggi qui).

Non solo la Sampdoria ma è tutto il mondo del calcio che piange la morte di un uomo di 58 anni che ha segnato la storia di questo gioco. Nel ricordo recente degli italiani la vittoria in coppia con Mancini dell'Europeo 2020 con la Nazionale proprio a Londra.

 

E' morto a Londra a 58 anni Gianluca Vialli, simbolo della Sampdoria e del calcio italiano. Da cinque anni lottava con un brutto male. In maglia blucerchiata, dal 1984 al 1992, ha vinto Coppa delle Coppe 1990, Scudetto 1991 (capocannoniere), tre edizioni della Coppa Italia (1985, 1988 e 1989) e la Supercoppa d’Italia 1991. Sfiorò la Coppa dei Campioni 1992 proprio a Londra, nella città dove si sarebbe trasferito e dove ha chiuso la sua avventura. Partito dalla Cremonese, ha giocato anche per Juventus (Coppa Campioni 1996) e Chelsea (Coppa Coppe 1998). In Nazionale ha partecipato ai Mondiali 1986 e 1990 e all’Europeo 1988. Ha vinto, da capodelegazione, l’Europeo 2021. Nel 2019, il suo ultimo grande sogno, aveva promosso invano un'iniziativa per acquistare la Sampdoria e diventarne presidente.
I funerali di Gianluca Vialli si terranno lunedì a Londra in forma strettamente privata. Il campione sarà sepolto nella stessa capitale inglese.

 
Finisce sempre così, con la morte. Prima però c'è stata la vita, l'emozione e la paura, gli sparuti inconsistenti squarci di bellezza. Questa era la Grande Bellezza, la tua è stata la Bella Stagione. Che finisce in inverno. Suona così l’ultima volta il tuo carillon. Ora che il recupero è scaduto, ricompari bianco rassegnazione come la tua divisa da gioco, sotto gli aghi freddi della pioggia imperterrita, davanti al luccichio degli ottusi ottoni della banda nazionale svizzera, non eri tu e lo sapevi, su quel prato verdissimo. Era di maggio, il tuo mese della fortuna e della sfortuna, pregavi che quella sera passasse veloce, sapevi già come sarebbe finita la partita. E' passata veloce anche la tua esistenza, i tuoi giorni del vino e delle rose, come una giovinezza che era già ricordo e ora diventa memoria. E questo commiato che addolora scrivere, le lettere van giù come la commozione per quella che è stata la tua avventura, per chi ha avuto il privilegio di seguirla da vicino e lo paga adesso con la pena di piangerti, troppo troppo presto, dannazione. Oh nostro adorato bandolero stanco, stanotte piangeremo pensando a te, c'è un po' della nostra vita nella tua vita che se ne va.

Poche ore prima di quella corsa rassegnata al Wankdorf, ero andato a rivedere un altro carillon, quello della Torre dell'Orologio. Ogni ora al canto del gallo le statuine si muovono, il giullare e gli orsi e il cavaliere, sotto gli occhi del vecchio barbuto, mi pare di ricordare anche lo scheletro con la clessidra, ma è una fallacia del dolore, perché l'ultimo tuo granello è passato nella strozzatura del vetro, e siamo tutti qui disperati, a mio padre nella sua ultima primavera non avevo detto quel che avevo saputo perché stava andandosene anche lui e non volevo rattristarlo ancor più, sono riuscito a nasconderglielo, ora chissà la sua faccia quando ti vede arrivare, non si sarà ancora ripreso dall'incontro con Sinisa. Quanto ci avremmo soffiato ancora in una vela annerita, per farti navigare ancora.

Sono stati una goccia dopo goccia questi anni, da quando ci dissero sottovoce che non stavi bene, e all'improvviso si spezzò lo specchio e i mille e mille pezzi divennero ricordi taglienti, nella speranza di un'altra delle tue rovesciate. Ne abbiamo avuto così di occasioni per pensare, per sperare, per pregare. Chiudevamo gli occhi per rivederti invincibile. Riascoltavamo un altro carillon: abbi voglia di un giorno ancora, la tua vecchiaia verrà da sola. Ma tu dicevi cose come “So che non morirò di vecchiaia, spero solo di non morire prima dei miei genitori e di portare le mie figlie all'altare” e il cuore si smarriva in mezzo all'infinito del niente, del senso senza senso.

Eri arrivato scambiandoti di posto con Chiorri e già questo vuol dire qualcosa, vuol dire tutto forse. Te ne sei andato da qui il giorno in cui lui dava l'addio al calcio, eppure ce ne accorgemmo solo quei pochi che avevamo sempre pensato che Alviero fosse te da giovane. In mezzo, ci sono stati gli anni in cui da ragazzi ci scoprimmo adulti, senza averne alcuna voglia né curiosità. Diventasti presto il giovane esploratore in calzoncini corti che tira l’allarme e salva la ferrovia. Il 3 luglio ’85 danzasti quel balletto da flipper tra i difensori campioni del mondo, poi quel gol per andarti a prendere il primo lampo giallo sul verde. Ci sarebbe bastato quello, invece era solo l’inizio. Allacciammo le cinture senza sapere, senza immaginare, staccando l'ombra da terra. Già. Era la nostra giovinezza, mesi che valevano anni, anni che valevano decenni, tutto così intenso, tutto così irreale, il cielo sopra le nubi è una memoria magnetica, lì tutto è rimasto impresso, come sui sali d'argento delle fotografie, del resto sarebbe insensato che quel che c'è stato una volta non ci sia mai più. E infatti.

30 anni dallo scudetto della Sampdoria, Vialli: "L'affetto dei tifosi è sempre lo stesso" - L'ULTIMA INTERVISTA A PRIMOCANALE

“A me basta l’impossibile” diceva il Caligola di Camus. Infatti Carmelo Bene ti adorava. Per noi eri quello che rendeva semplice l’impossibile, che riannodava i fili strappati del reale, gettava in aria i pezzi del puzzle che op-là ricadeva a terra completato. Quando tutto sembrava perduto, da un angolo nascosto spuntavi tu: da Jena a Bucarest, da Malines a Montecarlo fino a Göteborg, e poi macché le luci, diciamo pure la luna del pomeriggio accesa a San Siro il 5 maggio 1991. Eravamo arrivati in treno milleporte appunto sulla luna, finta a Ferri e poi a Zenga e poi capriola, dopo la corsa più bella di sempre, pareva facile giuoco ma solo tu potevi, ed eccoti sospeso in aria a testa in giù, una smorfia come un sorriso, un sorriso come una smorfia, la marachella perfetta. Fuori dallo stadio nel silenzio dell'incredulità quell'urlo di uno della mia banda: "Oh ragazzi vi rendete conto? Abbiamo vinto lo scudetto!". E poi tutti a piangere, lacrime dolci e belle, non salate e secche e striate di amarezza come quelle di adesso. Dove sei? Dove vai? Lo senti il nostro amore? Perché è stato amore, un grande amore.

Eri quello degli scherzi, per questo abbiamo creduto fino all’ultimo che ce l’avresti fatta anche stavolta. La voglia di scherzare ce l’avevi avuta anche a Torino, in quella notte piena di pioggia, quando avevi gelato il telecronista che ti voleva già lontano da noi, in quella città che dai e ridai ce l’avrebbe fatta a rapirti, e dalla quale volevi tornare. Avevi una sola casa tra le tue mille case e camere e scatole magiche, tu che eri nato in un castello come i principi delle favole. Ma non si torna nei posti dove siamo stati felici. Trovi solo case su case, catrame e cemento.

E’ stata una vertigine, i pensieri vanno e vengono, i ricordi roventi e acuminati adesso fanno male. Sfogliamo tristi la lanterna magica delle immagini, così dalla melanconia affiora lancinante lo scacco matto dato a sua maestà Diego mano de Diòs, proprio nella tua Cremona. Avevi davanti il più grande di sempre e gli calasti sul tavolo i tuoi quattro assi, tanti quanti i colori della tua bella stagione. Ed era quello il biglietto per la rivincita della coppa europea perduta, da consumare sui fantasmi di quella notte nella Svizzera verde, dove tutto sembrava finito per sempre, sulle note di quel carillon medievale col vecchio e il giullare e gli orsi e lo scheletro, e invece il bello doveva ancora cominciare. Anche se la tua sabbia nella clessidra era già scesa quasi per metà, beato che non lo sapevi e nessuno lo sapeva.

Così quella coppa, eri andato a prendertela in Svezia, alla fine di due ore di danza ferma, allora ci pensasti tu, due tocchi dei tuoi e tutto era fatto. Sembra di vederti riporre la cassetta degli attrezzi, dopo il colpo di testa del due a zero. Come se fosse normale, ma nulla per te è stato normale, neppure questa cosa inaccettabile. Alla fine per andare sul palco della premiazione ti diedero una tuta, perché la tua maglia l'avevi regalata a un belga, però lui si era tenuto la sua. E tornasti alle cinque del mattino trovando tutta la città all'aeroporto, eppure ti volevano di nuovo far andare via a tutti i costi, anche facendoti passare per la forca caudina di un mondiale inutile. Non andasti via né tu né nessuno, fino a missione compiuta. O quasi.

Fragole infinite di trent’anni fa. Tu a bordo campo, l’asciugamano in testa, a non voler vedere quella punizione che non c’era eppure spezzacuore lo stesso. E avresti ripensato per sempre a quel pallonetto finito di un niente a lato del palo. In tanti pensiamo: “Se dovessi cambiare qualcosa della mia vita, cambierei il risultato di quella partita”. Figuriamoci adesso che il tuo carillon suona un sordo silenzio. E l’inaccaduto si incagliò in quella Londra che era nel tuo destino. Ci saresti andato a vivere il resto della tua vita. A farti una famiglia. A prenderti l’anno scorso, nello stesso stadio che era diventato un altro, una specie di rivalsa che non era tale, non poteva esserla, e lo sapeva perfino il tuo fratello della giovinezza. Intanto il carillon suonava note sempre più lente, sempre più cupe. E mai come adesso devasta l'anima il ricordo di quel pallone calciato con dolcezza, verso l'angolino destro, e invece no, cade dalla parte sbagliata. Molti anni prima di Match Point, sempre a Londra.

Londra ha qualcosa a che vedere col principio e con la fine. Quella notte del '92 arrivò la fine dei giochi, l’età adulta, avremmo passato il resto dei nostri giorni a voltarci indietro. Te ne andavi e così la giovinezza era finita in un giro a tondo. Avresti sì, sollevato più tardi quella coppa con Lippi e Attilio, ma non era la stessa cosa e lo sapevi bene. E venne il 23 maggio, Sampdoria-Cremonese, come due statuine del carillon tu e Alviero, la cerimonia degli addii, tu a correre senza più niente addosso nello stadio ormai vuoto. Sono passati un cappotto di anni, siamo tutti un passaggio di allodole e con un colpo andiamo giù, e tu sei ancora e sempre sarai quel ragazzo che faceva le boccacce all’impossibile. Avresti meritato una canzone come quella di Serrat per Kubala, la più bella e tenera di sempre su malinconia e mistero del calcio, "onore e gloria a chi ha illuminato il sole della nostra follia, per la gioia di chi ha giocato con lui e tiene ancora la sua foto nel portafoglio". Qualcuno forse la scriverà, ma tu la ascolterai da lontano lontano. E terremo, certo, anche se giocare ti abbiamo visto soltanto, la tua foto nel portafoglio. Saremmo andati alla Guardia per rivederti com'eri, lo avevamo giurato, ci andremo lo stesso per accendere una candela, per ringraziarti, eccome.

Oppure la candela agirà e tu sarai per sempre il giovane uomo che correva lambendo le onde alle Arenelle, per guarire e riprenderti tutto (foto per gentile concessione di Luca Sanguineti, figlio di Giorgio "Foto Flash" autore dello scatto). I cavalloni ti facevano un baffo e io ripenso a quei versi dell’Antigone: Molte sono le malvagità del mondo ma l’uomo tutte le supera, anche oltre il mare di spuma sotto l’impetuoso vento del sud, egli avanza ed attraversa le perigliose onde che gli ruggiscono attorno. Quelli che sono stati giovani insieme con te pensano sia stata una fortuna, sarebbe stato bello continuare, tu avresti trovato un modo di non invecchiare nemmeno da vecchio, invece è andata così. E' finita troppo presto. Non brinderemo più a niente se non alla tua assenza, che nella camera verde si aggiunge ad altre, sono troppe ormai. C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, poi gli è arrivata la cartolina per la guerra, adesso c'è solo un vuoto grande come tutto il tempo trascorso insieme, a vederti fabbricare miracoli, di stazione in stazione e di porta in porta, a sperare che vincessi anche questa partita, e il dolore passerà chissà se e quando. E adesso cantaglielo, a Pelé, il coro che a quei tempi là ti cantavamo noi, chissà se lo ha mai saputo che vi avevamo messo nello stesso ritornello, anzi cantàtelo insieme, guarderemo lassù per sentirne l'eco.

Finisce sempre così, con la morte, prima però c'è stata la vita, l'emozione e la paura, gli sparuti inconsistenti squarci di bellezza. Ricordi quanto siete stati belli, dopo nessuno è più stato bello così? Da quando abbiamo saputo che non stavi bene, quante volte abbiamo pensato che avremmo ridato volentieri indietro tutto quello che di meraviglioso ci avevi fatto vivere, purché guarissi. Ciao Gianluca, non è bastato il bene che ti abbiamo voluto, che ci hai voluto, e non sai quanto. Ma il bene non basta mai.

Alessandro Barnaba e Merlyn Advisors abbandonano il progetto di rilancio della Sampdoria.

La decisione è stata comunicata due ore dopo la conclusione dell'assemblea degli azionisti, andata deserta in prima convocazione per la mancata presentazione degli azionisti di maggioranza (Vanessa e Giorgio Ferrero, rappresentanti del 99,6% dell'azionariato), con il solo Barnaba in qualità di piccolo azionista di fronte al CdA presieduto da Marco Lanna.

Perché il fondo Merlyn di Barnaba abbandona? "L’indisponibilità del socio di maggioranza a passare la mano in un frangente così delicato per il Club, l’indisponibilità delle due principali banche creditrici della Società a considerare un piano di ristrutturazione del debito nonché la decisione del consiglio di amministrazione della UC Sampdoria di non procedere con l’abbattimento del capitale sociale per perdite fanno venir meno - recita una nota ufficiale - le condizioni necessarie affinché Merlyn Partners SCSp possa investire fino a 50 milioni di euro nella UC Sampdoria e avviare immediatamente un piano industriale e di risanamento finanziario creando i presupposti per il rilancio sportivo del Club".

"Merlyn Advisors, società di gestione del fondo Merlyn Partners SCSp, viene così costretta - prosegue la nota - a interrompere le trattative in essere avviate in data 3 novembre 2022 con il socio di maggioranza, la Società e i suoi advisors. La decisione è stata comunicata dal dottor Alessandro Barnaba, Co-Chief Investment Officer di Merlyn durante l’assemblea dei soci convocata oggi 5 gennaio 2023, presso la sede della UC Sampdoria, andata ufficialmente deserta in seguito all’ennesima decisione di non presentarsi del socio di maggioranza Sport Spettacolo Holding. Presenti all’assemblea oltre al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale vi era il solo dottor Barnaba in rappresentanza di Metis Sporting Sarl (società posseduta al 100% da Merlyn Partners SCSp) in qualità di piccolo azionista della società".

Barnaba, alla sua seconda assemblea degli azionisti dopo quella del 19 dicembre a Milano, commenta: “Con grande dispiacere devo constatare che non vi è stato da parte dell’attuale proprietà l’interesse a trovare una soluzione che avrebbe permesso a Merlyn di effettuare il salvataggio e il successivo rilancio della Sampdoria. In mancanza delle condizioni da noi reputate necessarie, su cui abbiamo lavorato duramente in queste settimane, prime su tutte l’abbattimento del capitale sociale per perdite e il piano di ristrutturazione del debito, dobbiamo constatare che non ci sono i presupposti per poter sottoscrivere noi l’aumento di capitale che la società necessita e siamo quindi costretti a rinunciare a quella che sarebbe stata un nuova sfida difficile ma di grande fascino e importanza”.

Il finanziere prosegue: “Il nostro progetto avrebbe conferito alla Sampdoria le risorse finanziarie necessarie per riemergere dalla situazione di evidente difficoltà finanziaria nella quale si trova e continuare a competere in Serie A, garantendole un futuro economicamente sostenibile e avrebbe avviato, grazie alle sinergie con il Lille – LOSC, squadra della massima divisione francese e Campione di Francia nella stagione 21/22 posseduta al 99.9% da Merlyn Partners SCSp, un rilancio anche sotto il profilo sportivo”.

Che cosa è Merlyn Advisors? "Si tratta di un soggetto finanziario attivo a livello globale, specializzato - spiega la nota - nel campo degli investimenti in Special Opportunities e Distressed Assets che ha acquistato il Lille a dicembre del 2020 subito prima che questo dichiarasse lo stato di insolvenza. Dopo un piano di ristrutturazione durato 18 mesi, il Lille non solo è stato salvato dal fallimento finanziario e dalla perdita del titolo sportivo, ma è stato trasformato in un’istituzione che oggi rappresenta un modello nella gestione di un club, con un management forte, capace di raggiungere importanti risultati sportivi e allo stesso tempo mantenere un equilibrio finanziario non dipendente dal trading di calciatori, ma dove quest’ultimo rappresenta semplicemente un mezzo per avere sempre una squadra competitiva".

Come era nata la trattativa? "Grazie al proprio team, specializzato in operazioni di ristrutturazione finanziaria, ai sui consulenti legali e col supporto del management del Lille per la parte sportiva, Merlyn Advisors ha presentato, nelle scorse settimane, alla proprietà e ai membri del CdA della UC Sampdoria un progetto industriale caratterizzato da alcune precise linee guida che avevano come principali obiettivi quello di evitare il rischio che la difficile situazione finanziaria del Club potesse portare alla perdita del titolo sportivo (con la conseguente necessità per la squadra di ripartire dalla Serie D (o Serie C nel migliore dei casi) e quello di procedere al suo rilancio utilizzando le seguenti leve:

- Sottoscrizione del 100% dell’aumento di capitale da Euro 30 milioni per ricostituire il patrimonio
- Versamento di ulteriori 20 milioni messi a disposizione della società nella forma di finanziamento soci per far fronte alle necessità di working capital
- Inizio di un processo di ristrutturazione aziendale sotto la guida di un nuovo management team di grande esperienza
- Ristrutturazione dell’enorme mole di debito (finanziario e non) accumulato soprattutto nel corso degli ultimi 2 anni
- Creazione di importanti sinergie con il Lille sulla direzione sportiva
- Rafforzamento immediato della squadra anche attraverso il prestito di alcuni giocatori dal Lille con l’obiettivo di rimanere in Serie A a fine stagione 2022/2023, nell’ambito della gestione del mercato del mese di gennaio
- Focus sulla crescita dei ricavi non legati al player trading (Sponsorship, Match Day, Merchandising)
- Focus sulla riduzione dei costi per raggiungere nel più breve tempo possibile il pareggio tra ricavi e costi ricorrenti (entrambi al netto del players trading)
- Creazione di una squadra forte per competere stabilmente nella parte alta della classifica di serie A e ottenere una crescita dei ricavi da diritti TV.

"Un piano così concepito - sostiene Barnaba a nome della Merlyn Advisors - avrebbe permesso, concentrando risorse e competenze solo nella UC Sampdoria e non nel salvataggio di altri soggetti estranei al calcio, di porre solide basi per poter avviare la costruzione di un percorso che avrebbe portato la Società a dotarsi di una struttura moderna e adeguata al calcio di oggi con finalità e obiettivi specificatamente sportivi. Altre soluzioni fin qui ventilate, la cui probabilità di realizzazione reputiamo estremamente bassa, e che assomigliano più a palliativi finanziari che a veri e propri progetti di risanamento e rilancio, se anche si dovessero realizzare c’è il rischio che possano avere come unica conseguenza quella di prolungare la situazione di grande difficoltà in cui si sono venuti a trovare la Società e i suoi dipendenti, nonché la situazione di grande disagio che stanno vivendo ambienti vicini al Club, come ad esempio il mondo dei tifosi, che ancora una volta sono testimoni, per una decisione dell’attuale proprietà, del fallimento di un piano che avrebbe consentito di guardare al futuro con ritrovato ottimismo (soprattutto dopo la bella vittoria di ieri a Sassuolo) e non, al contrario, con incertezza e paura per le sorti generali della squadra".

Si tratta di un passo indietro definitivo? Barnaba e Merlyn Advisors non sembrano chiudere definitivamente la porta: "Ribadendo quindi il rammarico per l’impossibilità di realizzare il proprio progetto industriale per l’UC Sampdoria, Merlyn Advisors seguirà comunque con la massima attenzione - conclude la nota - l’evoluzione della situazione. Qualora si dovessero verificare circostanze favorevoli alla realizzazione di un progetto industriale, certamente diverso per contenuti e condizioni da quello ora declinato, Merlyn potrebbe essere disponibile a considerare un intervento sempre nell’ottica, etica e professionale, di garantire un futuro adeguato alla Società e un ritorno sostenibile dell’investimento".

Intanto, da indiscrezioni raccolte da Primocanale nella trattativa sarebbe coinvolto a pieno titolo anche Luca Bettonte, Ceo di San Quirico Holding delle famiglie Garrone-Mondini.

LA SPEZIA - Lo Spezia non si ferma, anzi, raddoppia e dopo aver concluso l'operazione Esposito con la SPAL, muove grandi passi in avanti anche per Szymon Zurkowski, centrocampista della Fiorentina, da tempo nel mirino della dirigenza Aquilotta e di tanti altri club di Serie A, che cerca spazio per mettersi in mostra, dato che in Viola fino ad oggi ne ha trovato davvero poco.

Ci sono tutti i margini per far sì che la trattativa sia rapida, dal momento in cui, nelle ultime ore, le parti si sono avvicinate notevolmente, con il club toscano che ha definitivamente aperto a una cessione del Polacco.

Da capire ora le cifre e la formula dell'affare, ma qualora dovesse concretizzarsi, il DG Macìa andrebbe a consegnare a Mister Gotti un super centrocampo, giovane e di grande prospettiva.

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