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GENOVA - Evaristo Scalco, l'artigiano che la notte tra l'1 e il 2 novembre ha ucciso con arco e freccia Javier Miranda Romero perché infastidito dai rumori sotto casa sua nel centro storico di Genova, ha "preso la mira per colpirlo" e ha mentito alla polizia giudiziaria nell'immediatezza del fatto.

È quanto emerge dall'ordinanza del giudice delle indagini preliminari Matteo Buffoni che ha disposto la custodia in carcere dopo l'interrogatorio di venerdì. Scalco ha scoccato la freccia "da una posizione sopraelevata rispetto a quella della vittima, e quest'ultima, nonostante l'orario notturno, era ben visibile, essendo la zona ben illuminata", scrive il gip.

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Miranda Romero "era l'unico bersaglio possibile, visto che - come documenta il filmato tratto dal sistema di videosorveglianza - l'amico si era allontanato dalla visuale di Scalco: tutto ciò lascia pensare che l'indagato abbia "preso la mira" e al tempo stesso smentisce quanto egli ha dichiarato alla pg ("non pensavo di averlo colpito").

"In verità, durante l'interrogatorio, Scalco ha dichiarato di non aver avuto una buona visuale del bersaglio, vista la presenza di piante rampicanti sulle ringhiere del condominio. Tuttavia - continua il gip - si nota che la vegetazione sulle ringhiere è tutt'altro che folta, e sembra che dalla finestra la visuale del bersaglio sia quasi completamente libera".

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Queste considerazioni "sono avvalorate dalle frasi pronunciate dall'indagato subito dopo: ''Fa male? Ti avevo avvisato". Espressioni palesemente incompatibili con la convinzione di aver sbagliato il colpo". Per il giudice sussistono i futili motivi perché "è evidente l'enorme sproporzione tra il motivo che ha scatenato la furia omicida di Scalco e l'azione delittuosa da lui realizzata". L'artigiano "non è in grado di controllare i propri impulsi" e potrebbe reiterare il reato.

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GENOVA -Si chiamava Romana Conte, aveva 51 anni e abitava in via Orsini ad Albaro la donna morta nel tardo pomeriggio a bordo del suo scooter dopo essere stata travolta sotto il trattore di un tir in in lungomare Canepa

La tragedia è accaduta nella corsia in direzione Ponente, all'altezza di via Molteni.  Alla guida del mezzo pesante un uomo di 53 anni residente a Settimo Torinese, Torino, che come da prassi è stato indagato per omicidio stradale.

Impossibile per ora stabilire le cause della tragedia: sul posto ci sono gli agenti della sezione infortunistica della polizia municipale e il magistrato di turno Giovanni Arena.

Sequestrate le immagini delle telecamere di sorveglianza e di monitoraggio della velocità del Comune di Genova che avrebbero filmato l'incidente.

Dalle prime informazioni sembrerebbe che la donna sia finita sotto le ruote del mezzo pesante per cause ancora non chiare per poi essere trascinata per una decina di metri. Diverse le chiamate arrivate da passanti e automobilisti ai vigili del fuoco.  

Sul posto è intervenuto il personale del 118 con l'automedica, i vigili del fuoco e gli agenti della sezione infortunistica della polizia locale. La donna, stritolata dal mezzo pesante, è morta sul colpo.

Si tratta del dodicesimo incidente mortale da inizio anno.

La carreggiata di lungomare Canepa in direzione ponente alle 22 era ancora chiusa al traffico per i rilievi degli agenti dell'Infortunistica e la pietosa operazione della rimozione del cadavere.

(video da Facebook di Maria Mittica)

 

LA SPEZIA - Tragicomica la vicenda che si è verificata in un obitorio della Spezia. Come riportato da Il Secolo XIX, dopo la morte del protagonista della storia, l'ex moglie e la compagna dell'uomo sono accorse per piangere la sua scomparsa, in stanze separate, ma una volta messe davanti alle pratiche burocratiche hanno scoperto l'esistenza di una terza donna, all'anagrafe la moglie legittima del defunto.

Al momento di sbrigare le pratiche per la sepoltura, un messo comunale si è avvicinato con tatto e costernazione alle due signore, dicendo che era la moglie che doveva mettere la firma, ha spiegato il Secolo XIX. Il problema è che il nome e cognome delle due non corrispondeva a quello sull'atto ufficiale dell'anagrafe che indicava la moglie.

È stato così che si è scoperto che c'era una terza donna, che l'uomo aveva sposato sette anni prima, e di cui pochissimi sapevano l'esistenza. Eppure era così, era tutto scritto nero su bianco, sul certificato di matrimonio".

Mentre le prime due signore sono passate dal pianto alla rabbia, in pochi secondi la terza donna, moglie legittima del defunto, è stata trovata in un appartamento di un palazzo del centro città. La donna non sapeva nulla della morte del marito e dopo essere esplosa in pianto ha dovuto raggiungere l'obitorio in tutta fretta per firmare le ultime pratiche legate alla sepoltura dell'uomo, incrociando così gli sguardi furiosi dell'ex moglie e della compagna.

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GENOVA -"Non vorrei che passasse il messaggio che qui si può fare tutto quello che non si può fare negli altri quartieri".
Roberto Abbona è un abitante del palazzo di piazza De Franchi dove un inquilino nella notte fra l'1 e il 2 novembre ha scagliato una freccia e ucciso un peruviano che stava festeggiando la nascita di un figlio.

GENOVA - Un intervento particolare nel quartiere di Campi, in corso Perrone, dove verso le 13.30 un suv è finito contro altre vetture parcheggiate per poi ribaltarsi. 

Lo schianto è avvenuto proprio di fronte all'entrata di Ansaldo Energia. Il rumore ha fatto uscire alcuni operai che hanno notato l'auto ribaltata sul tettuccio: all'interno una mamma e i suoi due figli che sono stati estratti dalla vettura in attesa dei soccorsi.

I tre sono rimasti leggermente feriti tanto da essere trasportati in codice giallo all'ospedale Villa Scassi.

Sul posto sono intervenuti gli operatori del 118 e l'automedica. Presenti anche i vigili del fuoco di Genova che hanno riposizionato l'auto sulla carreggiata e una pattuglia della polizia locale per gestire il traffico.