GENOVA - Visita del ministro del lavoro Marina Elvira Calderone a Genova per il Festival Orientamenti, in occasione della celebraazione del ventesimo anno dalla fondazione dell’IeFP. Prima dell'inizio dell'evento e delle domande dei ragazzi, una battuta doverosa sullo sciopero che sta agitando anche la città di Genova.
"Credo sia legittimo che i sindacati esprimano le loro preoccupazioni anche attraverso uno sciopero, perché è un diritto che è affermato e riaffermato dal nostro ordinamento. Credo che si debba fare in modo ordinato. Questo non preclude il dialogo e anche, soprattutto da parte nostra, del governo, la volontà di ascolto che c'è stata in questi mesi e soprattutto credo dovrà caratterizzare anche i mesi e gli anni futuri"
Ma poi il tema centrale dell'intervista ai microfoni di Primocanale è stato quello legato alla sicurezza sul lavoro: nella giornata di giovedì la firma di un protocollo d’intesa “Formazione chiama salute” in tema di promozione della salute e tutela della sicurezza negli ambienti di lavoro, con particolare correlazione ai tirocini degli allievi. "Il fenomeno delle morti sul lavoro è in leggero ribasso, però credo che si debba guardare ai numeri per quello che rappresentano, vite umane perse, cosa che un Paese come l'Italia non può permettersi. Il nostro sforzo è, da un lato, migliorare anche l'apparato normativo laddove ce ne sia bisogno, pur riconoscendo il fatto che l'Italia ha invece un sistema di norme molto ampio e che arriva a coprire tutti gli aspetti. Però faremo anche questa riflessione, la stiamo facendo da mesi".
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"Abbiamo già introdotto delle modifiche ad esempio sulla sorveglianza sanitaria e sull'obbligo di estendere le visite, quindi la copertura a tutela della salute dei lavoratori, abbiamo fatto un intervento per portare la sicurezza sul lavoro e la tutela della sicurezza in ambito scolastico perché da questo anno scolastico in tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado il personale docente e non docente è assicurato presso l'Istituto nazionale degli infortuni sul lavoro" ha aggiunto.
Ha cominciato il suo discorso raccontandoci di come la parola lavoro sia sempre stata presente nella sua vita: “La parola lavoro è sempre stata un elemento presente nella mia vita perché sono diventata ministro nel 2022 ma molto tempo prima nel 2005 sono stata eletta presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro”. Per il ministro poi, è fondamentale per i giovani seguire i sogni ma, attenzione, i loro sogni e non quelli dei genitori: "Una delle cose che ho sempre detto: coltivate i vostri sogni e non quelli dei vostri genitori. Perché noi genitori pensiamo che la nostra protezione si possa dispiegare fino a dire cosa debbano o non debbano fare".
La scelta, poi, una volta usciti dalle medie, del percorso da intraprendere è fondamentale e, spesso, il tabù della gerarchia delle varie possibilità non viene sfatato e a questo proposito il ministro ha detto: "Non c’è nulla di più sbagliato che pensare al liceo come un percorso di serie a, l’istituto tecnico come un percorso di serie b e la formazione professionale come un percorso di serie c. Ognuno di noi ha la sua ricetta e scrive la sua storia, non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha il suo modo di vivere la sua esperienza di vita". Attenzione però, perché è vero che ognuno di noi ha la libertà di fare quello che vuole ma c’è un’unica cosa che non si può fare: rimanere fermi, a guardare alla finestra.
"Non potete però scegliere di non giocare la partita, la partita si gioca in modo personale e speciale, però si gioca perché ognuno deve dare un contributo all’economia della città, deve sentirsi un cittadino responsabile passando dalle fatiche: non c’è un lavoro che non costi fatica, se esiste è un problema"
Alla fine del suo intervento, Calderone ci spiega perché si sia innamorata della formazione personale, un amore che nasce soprattutto dalle relazioni che si riescono ad instaurare: "Mi piace la formazione professionale perché tutti sottolineano un concetto importante, tutti si sentono persone e non numeri, gli insegnanti sanno che hanno davanti persone e non numeri. Mia figlia il primo giorno ha notato come prima cosa che i professori la chiamavano per nome: questo vi sembra un dettaglio, invece è importantissimo, ogni individuo ha un nome, una storia, un futuro. Attraverso questo percorso si acquisisce la cassetta degli attrezzi, dovete avere quelli che sono gli attrezzi, le chiavi di lettura per poter capire e comprendere".
*Lorenzo Manenti e Giacomo Rosa, liceo classico Andrea D'Oria, 17 e 18 anni
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