GENOVA - La Sampdoria - dopo le due vittorie di fila con Palermo e Modena - può sognare una risalita verso la serie A, nonostante la classifica ad oggi sia tutt'altro che entusiasmante? Risponde Andrea Pirlo, tecnico dei blucerchiati e uno dei "dreamers" intervenuto oggi al Festival Orientamenti a Genova per incontrare giovani e visitatori. "Serie A? Adesso andiamo per gradi. Però uno può sognare. Non è che nella testa non si possa sognare. Non costa sognare, è gratis. Ognuno nella sua testa può mettere qualsiasi cosa. Però bisogna essere realisti e pensare a partita per partita. Capire il momento. Questo è il momento in cui poter accelerare. E' un peccato fermarsi ora per la pausa. Guardiamo partita per partita, poi a febbraio e marzo vedremo dove saremo" dice Pirlo che sottolinea le difficoltà dell'attuale campionato per i doriani. "Sapevo a cosa andavo incontro. Un campionato molto simile a quello dell'anno scorso in Turchia con tante squadre più o meno dello stesso livello dove non puoi mai abbassare la guardia e avere sempre grandi motivazioni. Campionato duro, lungo. Non ci sono le super squadre davanti e nemmeno le squadre scarse. Ogni domenica è dura per tutti".
Che emozioni prova Pirlo di fronte alla Sud, la gradinata dei sampdoriani allo stadio di Marassi? "Il nostro cruccio era quello che non riuscivamo a vincere in casa soprattutto per i nostri tifosi. Dal primo giorno che sono arrivato non ho mai visto una passione del genere per una squadra che era finita in serie B. La nostra voglia era quella di rendere felici tutti questi tifosi. Tornare e ritrovare lo stesso scenario per voi era terribile e per noi era peggio. Vogliamo regalarvi ancora grandi soddisfazioni" dice il mister blucerchiato rispondendo a un giovane tifoso. "Da avversario era sempre bellissimo venire a giocare a Genova. Sapevi sempre di trovare grandi tifoserie da entrambe le parti. Per noi con Milan e Juventus era sempre bellissimo venire a Genova, con tifoserie calde" ricorda ancora Pirlo sul suo passato da calciatore.
Un incontro a 360 gradi in cui il mister bresciano - con un grande passato di calciatore alle spalle, campione del Mondo nel 2006 con la nazionale e campione d'Europa col Milan nel 2003 e 2007 - ha parlato anche del suo rapporto coi calciatori ora che è passato dall'altra parte nel ruolo di allenatore. "Non è facile entrare nella testa dei miei giocatori. Soprattutto nei momenti difficili nel corso delle partite, quando invece di vincere perdi delle gare. Momenti che sembrano sempre negativi. Ma cerchi sempre di dire che si può cambiare, che si può svoltare. Il calcio è veloce, non puoi mai passare un minuto senza essere collegato. Cerchi di resettare tutto, cancellare l'errore e andare avanti" dice Pirlo che aggiunge: "Non trovo difficoltà nel rapporto coi calciatori. Anche perché essendo stato dall'altra parte certe dinamiche le conosco molto bene. So quando mi posso arrabbiare e quando posso essere più morbido. So quando loro fanno i furbi. Anche io l'ho fatto da giocatore. Più dialogo hai con loro, più te lo ritrovi sul campo".
Cosa si prova ad allenare tanti giovani, anche alla Sampdoria attuale? "Mi piace, perché possono crescere. Hanno ampi margini di miglioramenti. Ragazzi che devono ancora iniziare a giocare. Non hanno passato ma solo un futuro davanti. E' più facile raccontare loro cose del mio passato. Cerco di far capire loro che questo è un lavoro stupendo, dove non possono trascurare nessun dettaglio. Se arrivano a giocare alla Sampdoria non significa che siano arrivati. Non devono mai sentirsi mai arrivati. Devono essere ambiziosi, magari per andare a giocare in top club".
Da Pirlo un pensiero sul mondiale vinto dagli azzurri nel 2006 in Germania. "Il Mondiale del 2006 è stata la cosa più bella per me e per tutti i miei compagni. Ho iniziato a giocare da piccolo col sogno di giocare e possibilmente vincere un Mondiale. Sono riuscito a realizzarlo. Meglio di così non poteva andare". Fu quella la durissima estate di calciopoli. "In quell'estate prima del raduno uscirono le notizie di calciopoli, alcuni miei compagni e il mister erano stati tirati in ballo - racconta Pirlo - Abbiamo cercato di isolarci da tutto, capendo che eravamo soli contro tutti. Da lì si è creato un gruppo fortissimo dove tutti erano importanti, non bisognava pensare al singolo. Noi siamo rimasti uniti pensando solo al nostro lavoro e pensando di poter riuscire di portare qualcosa di inimagginabile all'Italia. E alla fine ci siamo riusciti. Siamo riusciti a lasciare da parte tutto il resto e compiere qualcosa di grande".
La nazionale ora affidata a Spalletti. Domani con la Macedonia a Roma e lunedì a Leverkusen con l'Ucraina due gare fondamentali per gli azzurri per andare ad Euro 2024. "Il lavoro di Spalletti lo sto vedendo bene. Domani sarà una partita importante, poi ci sarà quella di lunedì. Vedo già alcune cose di Spalletti, allenatore molto bravo che stimo anche a livello umano. Grande maestro di calcio, dobbiamo tifare per lui e per tutti. Non possiamo mancare a questo Europeo per tutto il movimento calcistico e per tutto il paese" dice Pirlo.
Meglio Messi o Ronaldo? "Io sto in mezzo. Sono due giocatori fantastici che hanno fatto la storia del calcio, hanno caratteristiche diverse. Due campioni al 100 per cento. Complimenti a loro, in questi anni si sono divisi i Palloni d'Oro. Difficile scegliere. Il futuro? Ci sono tanti bravi giocatori. Mbappe, Haaland e Bellingham hanno qualcosa in più. Giovani ce ne sono tanti, stanno dimostrando di essere all'altezza. Per i prossimi anni ce ne saranno altri" chiosa il mister doriano.
Sui calciatori coinvolti nello scandalo scommesse. "Sono rimasto sorpreso. Alla fine ci sono delle regole e dovresti rispettarle. Sono ragazzi alle prime esperienze, come tutti possono sbagliare. Hanno sbagliato e pagheranno. Questa cosa può aiutare altri ragazzi a non commettere questi sbagli. Se la Figc mette dei paletti, questi professionisti devono rispettarli. Come nella vita bisogna cercare di rispettare le regole. Quando ti mettono questa etichetta è difficile uscirne fuori. Sarà importante, un esempio per il futuro" le parole di Pirlo.
Gli allenatori del passato sono stati maestri di Pirlo? "Ho avuto tanti bravi allenatori nella mia carirera da Mazzone, Lippi, Conte, Ancelotti, Donadoni. Ora ne dimentico qualcuno. Ne ho avuto tanti di altissimo livello. Quando ho iniziato ad allenare ho messo qualcosa nella mia testa da quello che ho ricevuto. Quando hai ricevuto da questi allenatori è normale che tu possa attingere da loro..." risponde il mister blucerchiato.
Come finirà Juve-Inter dopo la sosta? "Fortunatamente sono disinteressato. Preferisco guardare le partite di serie B. Sicuramente la guarderò. Partita bella, storica. Speriamo possa vincere il migliore. Si giocano non tanto in questo momento. Una favorita? Penso possano giocare alla pari".
Il passaggio dal Milan alla Juventus nel 2011 come andò? "Se n'è parlato tanto. Io ero a scadenza di contratto come tanti altri. In quel periodo ero stato infortunato, ero stato fuori 4 mesi per infortunio. Avevano giocato altri giocatori al Milan. Io ero convinto a 31 anni di non essere un giocatore finito e avevo chiesto di poter continuare con due anni di contratto. Il parere fu contrario, io allora in grande serenità potei decidere di andare da un'altra parte. Io sarei rimasto volentieri al Milan. Ma trovai nella Juventus la società perfetta per fare un altro percorso nella mia carriera" il racconto di Pirlo.
Il percorso di allenatore. "Ho smesso di giocare e per un paio d'anni ho pensato cosa potessi fare. Mi sono iscritto al corso allenatori, pian piano mi è sempre venuta questa voglia. Un lavoro totalmente diverso da quello di calciatore. Riparti da zero, ti rimetti in gioco. Un lavoro che ti porta via energia perché non sei più tu ad andare in campo ma altri ragazzi. Un lavoro molto stimolante. Quando vinci o quando vedi che funziona quello che hai provato in allenamento vivi una grande emozione. La Juventus mi ha dato l'opportunità di allenare. Un'esperienza fantastica, a parer mia è andata anche bene. Poi è arrivata l'esperienza in Turchia e adesso questa alla Sampdoria che spero possa andare bene" dice Pirlo.
IL COMMENTO
I programmi della Liguria? Quelli di cinquant’anni fa
La Liguria fragile dimenticata dalla campagna elettorale