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GENOVA - Sedici edizioni per la rassegna di arte contemporanea che ribadisce l'importanza della memoria e si interroga su passato e presente: quest'anno "Segrete - Tracce di Memoria" si tiene all'interno di Sala Dogana fino al 6 febbraio, sempre a Palazzo Ducale e non nella sede storica della Torre Garibaldina, nelle antiche prigioni, che sarà presto oggetto dei lavori del bando accessibilità. "Una mostra più raccolta con sei gli artisti che hanno risposto alla mia chiamata alle arti, come faccio ormai da 15 anni, e che arrivano da luoghi diversi", commenta la curatrice Virginia Monteverde. "Arrivano da Berlino, da Città del Messico, dall'Argentina, da Venezia, dalla Darsena di Genova e dal Lago Maggiore. E ognuno, a modo suo, ha puntato tantissimo sul comportamento umano". 

Si va da Tanya Hirschfeld, un'artista di Monaco di Baviera, che ha creato una tela attraverso la sovrapposizione di centinaia di parole, che sono le scritte dei volantini della famosa Rosa Bianca della Resistenza tedesca. Parole che sono sovrapposte fino a cancellare il messaggio, ma che ne restituiscono la forza: queste parole cancellate ci ricordano che la memoria ha un suo peso e bisogna comunque mantenerla viva. E si arriva a Inés Fontenla, un'artista argentina che porta un'opera che rappresenta il mondo spezzato in due, avvolto in questo filo spinato, dal titolo fortemente simbolico "Pace".

E poi Gianni Emilio Simonetti, un artista Fluxus, artista del movimento situazionista, gioca con le immagini, sempre così difficili da leggere, soprattutto quando parliamo di un argomento come la Shoah. I sette vizi capitali invece sono di Costantino Ciervo, ognuno di noi può rispecchiarsi dall'interno di uno di questi peccati. Mentre Silvano Rubino, artista di Venezia, ha portato due opere, tra cui "Time", scritta con il ghiaccio sul ghiaccio che lentamente si scioglie: "a ricordarci che la memoria attenzione, può sparire con il tempo che passa", sottolinea la curatrice.

Spicca l'installazione che si chiama "Esperienze negate" di Luis Carrera Maule, che è un artista di Città del Messico che "grazie alla collaborazione dei nostri pescatori della Darsena, è riuscito, insieme a tutte queste reti utilizzate dai nostri pescatori, a creare un'installazione che è una sorta di cartografia della nostra città, che naturalmente è anche metafora di rete, un qualcosa che può catturare e tirarci dentro, ma che crea anche connessione e rete sociale". 

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Quando la incontriamo per la prima volta, Bella è guidata interamente dall'istinto. E’ stata riportata in vita da uno scienziato brillante ed eccentrico, un genio della chirurgia dal viso sfregiato, risultato di esperimenti disumani condotti su di lui dal padre. Si chiama Godwin Baxter (lei lo chiama affettuosamente e semplicemente God, Dio) e i suoi metodi poco ortodossi gli hanno permesso di salvarla dopo che incinta si era appena suicidata sostituendo al suo cervello il neonato che aveva in corpo. Così all’inizio è una tabula rasa vivente che respira libera dalle pressioni sociali e dalla correttezza ed Emma Stone (bravissima!) la interpreta come una bambina che muove i primi passi ricca di uno spirito allegramente anarchico.

Di lei si innamorerà un’assistente di Godwin chiamato a seguirne gli sviluppi di crescita ma la giovane che rapidamente scopre la sessualità e un insopprimibile desiderio di avventura si lascerà inizialmente circuire da un viscido avvocato che portandola in giro per il mondo pensa di poterla asservire facilmente senza aver fatto i conti con la straordinaria capacità di apprendimento della ragazza che arriva a comprendere l'esistenza della sofferenza, la realtà della povertà così come del lusso ma soprattutto la tendenza degli uomini a sottomettere le donne ai loro voleri e alle loro fantasie. Insomma, una variazione contorta del mito di Frankenstein che non smette mai di interrogarsi sullo squilibrio di potere tra i sessi.

Addio a Sandra Milo, aveva compiuto 90 anni nel 2023. E' stata una delle attrici più popolari del cinema italiano.

Sandra Milo, all'anagrafe  Salvatrice Elena Greco, era nata a Tunisi l'11 marzo 1933.  Una settantina i film all'attivo: si va da Roberto Rossellini ad Antonio Pietrangeli, da Sergio Corbucci a Federico Fellini, da Luigi Zampa a Dino Risi, da Luciano Salce a Duccio Tessari, da Pupi Avati a Gabriele Salvatores fino a Gabriele Muccino, solo per citarne alcuni.

Socialista ai tempi di Bettino Craxi che frequentò per due anni, per diciassette anni amante di Federico Fellini (una cosa confessata per la prima volta a Porta a porta nel 2009), si può dire che abbia fatto della sua vita affettiva un vero e proprio film. E questo già  dalle nozze nel 1948, a quindici anni, con il marchese Cesare Rodighiero (matrimonio durato 21 giorni), fino alla relazione di undici anni con Moris Ergas (da cui nacque Deborah) per arrivare, infine, all'unione con Ottavio De Lollis (da cui ha avuto Ciro e Azzurra).

Sempre nel segno di "una svanita piena di saggezza", nel 2007 la Milo, durante una intervista tv, raccontò di aver aiutato la madre in fin di vita a morire. "Mia madre si stava consumando - disse allora l'attrice tra le lacrime -. Così, mi chiese di aiutarla a morire. Mi ha fatto uscire dalla stanza, ed è morta, sola, come lei voleva. So che c'è molta gente a favore dell'eutanasia e molta contro, ma come si fa a dire 'no' se sai che quella persona non avrà scampo a causa del male che l'ha colpita? La gente deve poter morire con dignità".

Tornando alla sua carriera, il primo ruolo importante arriva nel 1959 con 'Il generale Della Rovere', per la regia di Roberto Rossellini, in cui interpretava il ruolo di una prostituta al fianco di Vittorio De Sica. Un ruolo analogo fu quello ricoperto poi l'anno dopo in 'Adua e le compagne' di Antonio Pietrangeli. È poi protagonista con Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni nel film 'Fantasmi a Roma' ancora di Pietrangeli.

Nel 1962 torna al cinema con 'Il giorno più corto' di Sergio Corbucci, dove recita con Totò , Eduardo e Peppino De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Ugo Tognazzi e Aldo Fabrizi. Cruciale poi l'incontro con Fellini che la chiamava affettuosamente 'Sandrocchia' e la rese protagonista di  due capolavori: 8½ del 1963 e Giulietta degli spiriti del 1965. È stata anche diretta, fra i tanti, da Luigi Zampa in 'Frenesia dell'estate' del 1963, da Dino Risi in 'L'ombrellone' del 1965, a fianco di Enrico Maria Salerno.

Sandra Milo è entrata anche nella storia della tv italiana per un celebre scherzo ai suoi danni nel 1990, durante la trasmissione pomeridiana 'L'amore è una cosa meravigliosa'.  Una telefonata anonima in diretta informa che suo figlio Ciro è ricoverato in ospedale in gravi condizioni in seguito ad un incidente stradale. La Milo non riesce a trattenere le lacrime e scappa dallo studio urlando 'Ciro, Ciro'. La notizia dell'incidente risultò falsa, ma le sue urla divennero sui media un tormentone.

Tra i suoi ultimi impegni, Pupi Avati la volle nel 2003 nel suo film 'Il cuore altrove' e nel 2010 Salvatores nel suo 'Happy Family'. A teatro erano invece arrivati '8 donne e un mistero', 'Il letto ovale', 'Fiori d'acciaio', 'Il club delle vedove e 'Una fidanzata per papà'. Nel 2023 l'ultimo programma tv, 'Quelle brave ragazze' su Sky.