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La giovane promessa dello sci è morta l'anno scorso in un incidente mentre si allenava in val Senales
2 minuti e 23 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Era una giovane promessa dello sci alpino scomparsa tragicamente per una caduta durante un allenamento in Val Senales, un mese prima di compiere 20 anni. Il cantautore genovese Francesco Baccini ha dedicato a Matilde Lorenzi una canzone che porta il suo nome che ha deciso di inserire nel nuovo disco che uscirà nel 2026, il primo di soli inediti dopo diciannove anni: "Mi ha spinto un regista, Paolo Galassi, che stava girando un film intitolato Christian Ghedina, storie di sci che racconta settant'anni di Olimpiadi italiane. Scrivi una canzone per il film?, mi chiede. Ci provo, ho risposto, ma solo se mi viene un'ispirazione, io sono uno che le cose le fa di getto o non le fa. Poi sono rimasto colpito da questa storia di Matilde, la ragazza che era una promessa dello sci azzurro, già campionessa di Super G, con un futuro davanti, che perde improvvisamente la vita come in una tragedia greca facendo quello che le piace di più al mondo per un incidente, tra l'altro, in un punto della pista non particolarmente difficile".

E' stato difficile scrivere la canzone? "Quando mi sono messo al piano gli accordi e le parole sgorgavano naturalmente. Ero scosso ma non volevo che fosse un pezzo triste o commemorativo. Questa campionessa era una ragazza che stava vivendo al cento per cento la sua passione, volevo che questo brano celebrasse la gioia e la libertà della sua esistenza, la bellezza della vita. Non c'è un messaggio ma mi piacerebbe che la mia canzone e il ricordo di Matilde spingessero soprattutto i più giovani a cercare quale passione li fa vibrare davvero nel profondo, perché peggio di morire c'è solo non aver vissuto pienamente".

Il tuo prossimo album come sarà? "Sarà una sorpresa perché il mio ultimo disco di inediti risale a 19 anni fa. Insomma, ho fatto come i Cure anche perché non avevo niente da dire. A chi mi chiedeva perché non facevo un disco nuovo rispondevo che lo avrei fatto nel momento in cui avessi avuto un tot di canzoni che mi convincevano. So che non è molto in linea con i nostri tempi dove la musica è un prodotto e devi farla a tavolino ma io a tavolino faccio delle altre cose, tipo mangiare e bere. Quando fai un album secondo me devi essere il primo a essere contento e motivato a farlo, se no diventa un lavoro, se no vai a fare il postino, l'impiegato, non ho mai pensato di fare l'impiegato della musica, per me la musica è un terreno sacro e quindi come diceva Fabrizio De Andre se non hai niente da dire è meglio stare zitti. Per questo ci ho messo 19 anni ma adesso quando uscirà io mi divertirò molto e penso anche voi".

 

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