Mahmoud Ajjour, 9 anni, mutilato delle braccia da un attacco israeliano sulla striscia di Gaza nel marzo dell'anno scorso: è la foto, scattata dalla palestinese Samar Abu Elouf e pubblicata dal New York Times, che ha vinto il premio 'World Press Photo of the year 2025' della World Press Photo Foundation di Amsterdam che da 70 anni è il punto di riferimento mondiale del fotogiornalismo. Lo scatto è tra le 144 immagini selezionate fra le 60.000 inviate da quasi 4000 fotografi provenienti da 141 paesi che compongono la mostra 'World press photo exhibition 2025' organizzata da CIME e ospitata nella loggia degli abati di palazzo Ducale fino al 24 giugno. Un'esibizione che ha scelto Genova per inaugurare il suo tour italiano.
La World Press Photo of the Year 2025 della World Press Photo Foundation
Un tour italiano che parte da Genova
“Siamo davvero orgogliosi – afferma Beppe Costa, Presidente Palazzo Ducale – che si sia partiti proprio da noi. Un appuntamento iconico che ci onoriamo di ospitare e che abbiamo fortemente voluto. Innanzitutto perché abbiamo l’opportunità di proseguire nella nostra tradizione ormai decennale di organizzatori di prestigiose mostre fotografiche e poi perché questa esposizione aderisce appieno a uno degli imperativi della Fondazione: attenzione ai temi sociali e alle grandi questioni della contemporaneità”. “Portare in Italia la World Press Photo Exhibition – sottolinea Vito Cramarossa, direttore di CIME - è una responsabilità e un privilegio. In un tempo in cui l’informazione è così veloce, frammentata e frenetica, questa mostra invita a rallentare lo sguardo, a soffermarsi, a comprendere. Crediamo fortemente che la fotografia rappresenti uno strumento di consapevolezza, capace di creare memoria e dialogo tra le persone”.
Tra i premiati anche una fotografa italiana
Il Concorso di quest’anno è stato suddiviso in sei aree geografiche: Africa, Asia Pacifica e Oceania, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Asia Occidentale, Centrale e Meridionale. Un approccio regionale che permette di ottenere una visione e un racconto globale di ciò che accade sul nostro Pianeta. Tra i tanti temi trattati l’attentato a Donald Trump, la campagna elettorale in Venezuela, la violenza delle gang a Haiti, le proteste antigovernative in Kenya, Georgia e Bangladesh. Tra i progetti a lungo termine premiati c’è quello dell’unica fotografa italiana selezionata, Cinzia Canneri, che ha seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia.
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