SANREMO - All'indomani della tragedia che ha sconvolto i cittadini di Sanremo e di Triora, quella di Mohtadi Doukhani, 17enne morto investito da un tir mentre andava a scuola con la sorella, i genitori degli studenti si sono dati appuntamento alle 11 di questo sabato davanti alla sede dell'istituto Ruffini Aicardi. Il motivo del presidio è chiedere più sicurezza per i propri ragazzi perché non si può morire andando a scuola, come ha ribadito l'assessore regionale alla scuola Simona Ferro, tra i tanti messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia nella giornata di ieri. E intanto anche la sorella, Manar Doukhani, 15 anni, è rimasta gravemente ferita ed è ricoverata all'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure in gravissime condizioni: è stata sottoposta ad un intervento chirurgico che è terminato intorno alle 2 di notte. L'intervento è stato eseguito da una equipe composta da tre chirurghi ortopedici e uno di chirurgia vertebrale, oltre all'anestesista e al personale infermieristico specializzato di sala operatoria. "Dopo l'intervento la paziente risulta stabile all'interno di un quadro di gravità clinica generale. Si trova attualmente in rianimazione in prognosi riservata", fa sapere la Asl in una nota.
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I due fratelli stavano percorrendo la bretella di via Frantoi Canai, una strada senza marciapiede che viene utilizzata da studenti e non solo come 'scorciatoia', passando rasenti al guardrail o al muro, a pochi cm di distanza dalle auto che passano. Un percorso pedonale e alternativo c'è ed è a pochi metri di distanza, ma come raccontato anche dai professori di Bussana "Purtroppo è così da quarant'anni, per comodità si passa di lì: abbiamo cercato di dissuadere i ragazzi molte volte, ma non c'è verso". E infatti, poche ore dopo la tragedia, alcuni compagni sono passati proprio nello stesso punto dove i due giovani sono stati investiti.
Palloncini bianchi e gli occhi pieni di lacrime: così i compagni hanno deciso di salutare il compagno. E adesso le famiglie chiedono più tutela per i loro ragazzi, dato che c'erano mamme che già prima dell'incidente chiamavano i figli per accertarsi che fossero arrivati sani e salvi, proprio per quella bretella. "Le scuole e i nostri ragazzi sono abbandonati. Vorremmo vedere dei vigili, perché non c'è nessuno che ci tutela. Il signor sindaco sappia da parte di tutte le mamme che stavolta andremo avanti e non staremo più zitte: o risolvono il problema o faremo la guerra". Chiedono che i figli "vengano accompagnati da uno scuolabus davanti alla porta, perché questa non è una scuola, ma un posto di lavoro, con i camion che continuano a passare avanti e indietro", hanno detto alcune famiglie.
"Non mi sarei mai aspettata una tragedia del genere", dice Sara, compagna di classe di Mohtadi. "Sicuramente c'è tanta rabbia, perché è inaccettabile che andando a scuola si rischi la vita. Lui era una bravissima persona, era magico, non ci sono parole negative per descriverlo. Era un pezzo di pane, non se lo meritava, perché morire a diciassettenne anni è inaccettabile". Anche Sara ammette di percorrere abitualmente quella strada. E il padre spiega: "Ci sono navette troppo piccole, così spesso i ragazzi si trovano sull'Aurelia per aspettare i mezzi pubblici". I pulmini sono piccoli e non sufficienti per tutti, per questo molti poi prendono gli altri mezzi.
All'incontro presente anche un'insegnate, Maria Cristina Verda: "Sono qui per solidarietà. Ci aspettiamo più controlli, avevamo bisogno di una scuola, perché da quella dov'eravamo a Sanremo, siamo stati sfrattati. La scuola che ci hanno dato è stata una condizione positiva, ma purtroppo con qualche magagna che non ci aspettavamo così forte". Tra l'altro il plesso scolastico nei prossimi mesi dovrebbe ampliarsi ulteriormente, portando molti più ragazzi nella zona.
Ad acuire il problema è il cambio della viabilità che ha portato nelle ultime settimane maggior traffico su quella bretella. "Ora tutti, sia per andare a Ponente sia per andare a Levante passano di lì", spiega un cittadino ai microfoni di Primocanale. "Da subito avevamo lamentato questo cambio di viabilità, segnalando che per noi era peggiorativa". E conferma questo anche il sindaco di Triora, Massimo Di Fazio.
"Il progetto è anche stato realizzato con i criteri, ma siamo stati ragazzi tutti e la stradina per i pedoni non è stata così tanto utilizzata: bisogna modificare il tragitto dei mezzi pubblici. Quanto accaduto ci deve far riflettere"
La strada è anche interdetta al traffico di mezzi pesanti, ma in questo tragico venerdì mattina, l'autista rumeno del tir sembra non fare caso al cartello. E dopo aver travolto i due giovani, il camionista non si è fermato a soccorrerli perché, secondo le sue prime dichiarazioni, "non si sarebbe accorto di nulla". La polizia lo ha rintracciato poche ore dopo, grazie alle descrizioni fornite da alcuni testimoni, e per lui è scattato l'arresto: dovrà rispondere di omicidio stradale, omissione di soccorso e lesioni colpose.
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Intanto è lutto cittadino a Triora, dove i due studenti vivevano con la famiglia nell'antico borgo medievale della Valle Argentina. Per l'intera giornata sono state annullate tutte le manifestazioni previste e sarà, inoltre, rispettato un minuto di silenzio da parte dei commercianti.
IL COMMENTO
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