
Il procuratore aggiunto Federico Manotti e il sostituto Giancarlo Vona hanno chiesto la condanna a 12 anni di carcere per Salvatore Vetrano, il "re dei surgelati" di Palermo, ritenuto dagli inquirenti vicino a Cosa Nostra.
Per la moglie Anna Bruno chiesti cinque anni e sei mesi mentre per il padre Pietro Bruno (considerato legato a Totò Riina) i pm ne hanno chiesti sei. Infine per l'imprenditore genovese del settore ittico, Mauro Castellani, chiesti sei anni e sei mesi. Chiesta anche la confisca di cinque milioni, sequestrati un anno fa.
Questo mercoledì inizieranno a parlare le difese (gli avvocati Laura Razetto, Laura Liguori, Eleonora Rapallini, Francesco Iacobelli, Alessandro Vaccaro, Loredana Greco, Massimo Boggio, Luigi Latino e Paolo Scarcià). La sentenza è prevista per il 13 gennaio.
Vetrano era stato estradato dalla Spagna ed è l'unico a cui è contestata l'aggravante mafiosa. Secondo la procura, Vetrano avrebbe gestito una rete di società con sedi in Italia, Spagna e Portogallo, attraverso le quali sarebbero state realizzate frodi fiscali su vasta scala.
A Pietro Bruno è contestata la ricettazione e la mancata comunicazione della variazione patrimoniale per persona sottoposta alla sorveglianza speciale.
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