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GENOVA - La fontana di piazza De Ferrari si illumina in memoria di Eros Coppola, 30enne morto domenica scorsa dopo essere caduto in dirupo di oltre 50 metri sul passo del Bacio.

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Questa sera, con i colori di Aster, dove Coppola faceva l'elettricista in forza al settore impianti, la fontana si illuminerà. "Ciao Eros, la fontana questa sera è per te", sarà la dedica che accompagnerà il gioco di luci.

 L'adeguatezza della cartellonistica che segnala la difficoltà del percorso e la manutenzione della corda e del sentiero: sono questi i due elementi al vaglio della procura di Genova che indaga sulla morte di

 

 

 

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GENOVA -Sedicenne egiziano accoltellato con un cacciavite da baby gang di minori albanesi nei pressi dei giardini del centro commerciale Fiumara, a Sampierdarena.

GENOVA - Chieste cinque condanne e una assoluzione nel processo sui presunti quadri falsi di Modigliani sequestrati nel 2017 dalla procura di Genova mentre erano esposti a Palazzo Ducale. In particolare il procuratore aggiunto Paolo D'Ovidio ha chiesto la condanna a sei anni per Rudy Chiappini, curatore della mostra, cinque anni per Joseph Guttmann, proprietario della maggior parte dei dipinti ritenuti finti.

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E poi otto mesi per Nicolò Sponsilli, direttore della società Skira che organizzò l'evento, e per Rosa Fasan, dipendente della società, sei mesi per Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un "Ritratto di Chaim Soutine" che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso. Chiesta l'assoluzione per Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira.

Secondo gli investigatori, attraverso l'esposizione alla mostra si volevano far passare per autentiche delle opere false per rivenderle a prezzi stellari nel centenario della morte di Modì. Lo aveva confermato l'esperta nominata dalla Procura di Genova per la consulenza sulle 21 opere attribuite ad Amedeo Modigliani, esposte a Palazzo Ducale, nella mostra chiusa anzitempo il 14 luglio 2017 e poi sequestrate dagli inquirenti.

A sollevare i dubbi sui quadri era stato il critico d'arte ed esperto di Modigliani Carlo Pepi. Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche. 

GENOVA - Migliorano le condizioni di Simone Bonori, 36 anni, operaio specializzato di Ansaldo Energia che il 21 febbraio è stato colpito alla fronte da un pezzo di 200 chili staccatosi da un vecchio tornio verticale degli anni '70 mentre lavorava vicino alla macchina.

A darne notizia è la Direzione Sanitaria dell'ospedale San Martino di Genova, dove l'uomo è ricoverato dal giorno dell'incidente. Il 36enne "è sempre ricoverato nella rianimazione M3 del Monoblocco: è stato svezzato dal ventilatore automatico, libero da sedazione e inizia a rispondere a semplici ordini senza deficit di forza ai quattro arti. La prognosi resta comunque riservata".

Bonori non è ancora fuori pericolo. 

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IMPERIA - "Siamo in una fase ancora embrionale". È di poche ore - spiega il sindaco di Badalucco Matteo Orengo - la notizia della senatrice della Lega Nord che durante un discorso legato alla crisi idrica ha ufficializzato la volontà dell' affidamento della progettazione di un invaso il valle Argentina, all'altezza di Glori, dove sarebbe dovuta sorgere 60 anni fa la famosa diga per la quale la popolazione di Badalucco si ribellò. Una ribellione ancor più motivata dalla tragedia del Vajont: 9 ottobre 1963.

"Come noto - ricorda il sindaco - l'11 novembre del 1963, dopo mesi di battaglie, gli abitanti di Badalucco riuscirono a far fermare i lavori, sospesi definitivamente nel 1985".

Una pagina di storia particolarmente sentita dalla popolazione della Valle Argentina, ancora bene impressa nelle menti di chi, a quell'epoca, lottò per giorni e giorni. Gli stessi, ascoltando le dichiarazioni di Orengo, pronti a riscendere in campo 60 anni dopo.

"Oggi - prosegue Orengo - si riapre quel discorso e lo si riapre utilizzando un termine che a noi badalucchesi crea disagio, preoccupazione, paura. Quel nome è: diga.

"Credo che non sia questo argomento di cui si parlerà perchè da quello che ho capito si pensa ad un invaso. Quando avremo la certezza che si tratterà di invaso - sottolinea Orengo - e non di diga apriremo un ragionamento ma con la partecipazione del territorio nell'eventuale progettazione di questa opera che ritengo importante."

Nello specifico si parla di un muro , costruito nell'alveo del torrente Argentina in zona Glori, alto 30 metri e capace di contenere intorno ai 3-4 milioni di metri cubi d'acqua. L'opera, che prevede anche la realizzazione di una galleria sull'ex statale 548 per ovviare al problema del passaggio in paese dei mezzi pesanti, dovrebbe costare intorno ai 40 milioni di euro.

" Ben vengano - conclude Orengo - progetti volti a  migliorare la qualità della vita ma...non si pronunci la parola diga!"