GENOVA - È morto il 17enne recuperato dai sommozzatori con l'aiuto dell'elicottero Drago al largo di Quinto, all'altezza dei giardinetti il 10 marzo scorso.
Il giovane, minore straniero non accompagnato, è morto all'ospedale San Martino, dove era ricoverato in gravissime condizioni.
Quel giorno, il ragazzo era stato trovato in acqua privo di sensi col viso rivolto verso l'acqua grazie alla segnalazione di una bagnante.
La macchina dei soccorsi era subito partita e dopo 40 minuti di massaggio cardiaco il giovane era stato trasportato all'ospedale, comunque gravissimo.
Da una prima ricostruzione era in compagnia di altri nove minorenni stranieri non accompagnati, quando un'onda li ha travolti. Il gruppo è riuscito a rientrare a riva mentre il diciassettenne è stato spinto al largo dalla corrente e non è più riuscito a tornare indietro. Quando sono arrivati i soccorsi quattro giovani del gruppo sono scappati mentre gli altri cinque sono stati identificati.
GENOVA -Ispezioni sui viadotti svolte in modo superficiale, senza entrare nei cassoni degli impalcati, ossia le carreggiate dei ponti, o per niente effettuate e però riportate nei verbali. La riprova di questo dal fatto che in alcune strutture non c'era neppure la possibilità di accedere per controllare perché gli ingressi erano murati o sbarrati dalla vegetazione.
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GENOVA - È risultato negativo alla cannabis Lorenzo, il 18enne accusato di omicidio stradale per l'investimento del promoter Vincenzo Spera.
L'esito dalle controanalisi - come si legge sul Secolo XIX -, eseguite dopo che in un primo momento il giovane era risultato positivo ai cannabinoidi: dopo il primo test lo stesso giovane aveva ammesso di essersi fumato una canna nei giorni precedenti all’incidente.
All’incontro con il medico legale Francesco Ventura, consulente tecnico nominato dal pubblico ministero Patrizia Petruzziello, ha raccontato: "Avevo festeggiato con i compagni di classe, ma non ho assunto droghe e prima di andare all'allenamento avevo dormito. Andavo piano e quel pedone non l'ho proprio visto..".
Morte Spera, il 18enne: "Andavo piano, non l'ho visto" - I FATTI
Il faccia a faccia fra Ventura e il diciottenne avvenuto il 17 marzo era durato un'ora : "Non avevo bevuto né fatto uso di droghe - ha raccontato Lorenzo - sì, è vero, avevo partecipato alla festicciola con i miei compagni di liceo per i 100 giorni dalla fine della scuola, ma alle 15 ero già a casa, poi ho dormito e prima delle venti ho preso la borsa per andare ad allenamento alla Sciorba, ero lucido, stavo benissimo...".
Il medico dell'ospedale nel referto del ricovero al Galliera lo aveva definito lucido e presente, e per questo si pensava all'assunzione di droghe ma lontana dall'incidente.
GENOVA -Dopo la tragedia del Morandi per ispezionare 17 ponti del nodo autostradale di Genova e delle zone confinanti Spea, la società che avrebbe dovuto controllare Autostrade per l'Italia, affidò il compito agli ispettori del Rina, il Registro navale italiano, che alla fine del monitoraggio riferì una serie di ammaloramenti riscontrati nelle strutture non segnalati nei report di Spea, e soprattutto che in tanti viadotti non si potevano ispezionare perchè non avevano vie di accesso, con porte murate, per la fitta vegetazione o per la mancanze dei pontoni (by bridge) necessari e previsti dalle normative per le ispezioni trimestrali e annuali.
Oggi al processo Morandi di questo ha parlato uno degli ingegneri del Rina, Tiziano Lucca, che ha effettuato i sopralluoghi. Dalle sue parole i dettagli dei tanti problemi riscontrati nelle ispezioni sui 17 viadotti.
"In molti parti cave delle strutture ispezionate credo che i tecnici di Spea non fossero mai entrati, molti difetti - ha precisato Lucca rispondendo a una domanda del pm Cotugno - risalivano a tempo addietro, non recenti".
In aula vivace confronto fra il pm Cotugno e gli avvocati degli imputati sulle schede riassuntive delle ispezioni perchè quelle compilate da Spea erano diverse da quelle elaborate dagli ispettori del Rina che spesso effettuavano i sopralluoghi senza essere in possesso dei precedenti rapporti di Spea e neppure dei progetti delle strutture.
Da annotare la frase del presidente del collegio giudicante Paolo Lepri che ricordando l'appello del pm Cotugno e le interviste dei familiari delle vittime a stringere i tempi per evitare la prescrizione di alcuni reati, a una delle tante domande di un avvocato che chiedeva dettagli di un'ispezione prima ha detto a mo' di battuta, "sto pensando di dimettermi" e poi ha detto "poi vi lamentate dei tempi lunghi".
Lepri che proprio per accorciare i tempi spesso interrompe avvocati e pm con una frase, di certo la più pronunciata da parte sua durante le udienze, "vada avanti..." e che all'ennesima eccezione e puntualizzazione sulle descrizione del contenuto di una scheda ha detto, come a invitare e sintetizzare e sveltire i tempi: "Che poi che cavolo ce ne frega" e poi, a ribadire il concetto, "stiamo parlando sul niente da circa due ore".
Ecco la lista di sedici dei viadotti esaminati da Lucca, che ha lavorato insieme ad altri colleghi con cui ha poi redatto la relazione finale: ponte Borbera, ponte Scrivia Pietrafraccia, viadotto Rovena, viadotto Orba (bretella), viadotto Buzero, viadotto Zucca, viadotto Rocce Nere, viadotto Gargassa bis, ponte sul fiume Reno, ponte sul fiume Montone, sottovia ss n.67 Ravegnana, viadotto Fosso Torre, semiviadotto Poggio Palina, Viadotto la Cassiana, ponte Canale Ozzeri
Lucca ha detto che quando iniziavano le ispezioni venivano forniti del manuale Spea, il permesso della manovre in autostrada, l'elenco delle opere, una foto e le schede descrittive degli ammaloramenti delle stesse.