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SAVONA -Un treno intercity con duecento passeggeri si guasta in galleria fra Albenga e Ceriale, viene poi fatto tornare indietro sino ad Albenga dove tutti i viaggiatori vengono trasbordati su un altro Ic.

E' stato un pomeriggio di grandi disagi e ritardi per i viaggiatori del treno in panne, l'Intercity 635, ma anche per tutti gli altri passeggeri degli altri treni che stavano percorrendo la linea del ponente ligure. Il convoglio si è rotto in galleria pochi minuti dopo le 16 e dal tunnel è stato retrocesso fino alla stazione di Albenga dove è arrivato alle 18. Qui è avvenuto il trasbordo sull'Ic 681 che è riuscito a ripartire verso le 18.45.
Per questo guasto in linea tutti i treni della tratta del ponente ligure, fra cui tre regionali, hanno accumulato, come hanno confermato dalle Ferrovie, ritardi fra i 15 e 90 minuti.

 

Foto d'archivio

SANTA MARGHERITA LIGURE (GE) - Una famigliola di cinghiali immortalata da questo video amatoriale a spasso sul lungomare di Santa Margherita Ligure: il video è stato girato questa mattina, giovedì 11 maggio. 

"Li conosciamo", dice la voce dell'uomo che filma, segno che il gruppo di ungulati è un habitué della zona: per fortuna nessuno si è fatto male o si è spaventato per la presenza degli animali che posso però comunque costituire un pericolo. 

GENOVA -L'allarme è stato lanciato a fine mattinata dai vicini di casa che da giorni avvertivano  un odore nauseabondo provenire dall'abitazione. La macabra scoperta è stata effettuata dai carabinieri e dai vigili del fuoco che sono riusciti ad entrare nell'appartamento: un sessantenne che non rispondeva da tempo al telefono è stato trovato morto nella sua abitazione di via Coronata, nel ponente di Genova.

Il cadavere era in avanzato stato di decomposizione. A detta del medico legale che ha svolto il primo sopralluogo nell'appartamento il decesso potrebbe risalire a circa due settimane fa.

Dai primi accertamenti svolti dai carabinieri della stazione di Cornigliano la morte potrebbe essere stata causata da un malore. Nell'alloggio nessun segno che possa fare ipotizzare la presenza di una seconda persona nella casa.

La vittima aveva gravi problemi di salute e pochissimi familiari e amici: per questo era seguito da tempo da un amministratore di sostegno. Un legale che ha poi rivelato ai carabinieri che l'ultima volta aveva sentito il suo assistito per telefono il 20 aprile, dunque circa venti giorni prima della scoperta del decesso.

Evaristo Scalco, il maestro d'ascia che la notte tra l'1 e il 2 novembre ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero avvenuto nei vicoli di Genova, ha preso come avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa.

I due legali hanno difeso, tra gli altri, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e Karima El Mahroug. I due avvocati hanno chiesto il rito abbreviato in vista del processo in corte d'assise fissato per il 23 giugno.

Si tratta di una richiesta tecnica: a Scalco sono contestate due aggravanti (quella dei futili motivi e dell'odio razziale) che non consentono il rito speciale. Se la corte d'assise dovesse però escluderle allora il maestro d'ascia potrà accedervi. Romero, quella notte, era uscito a festeggiare con un amico la nascita del figlio.

I due si erano messi sotto la finestra di Scalco. L'artigiano si era affacciato e li aveva mal apostrofati ("andate via negri di m...") perché a suo dire facevano baccano e avevano orinato contro il muro.

I due amici gli avevano risposto e allora l'artigiano aveva preso l'arco e aveva montato la punta più letale che aveva in casa colpendo Romero. Scalco era sceso in strada e aveva provato a estrarre il dardo. La vittima era arrivata in condizioni disperate in ospedale dove era poi morto. Scalco era stato scarcerato nelle scorse settimane e aveva ottenuto gli arresti domiciliari. L'uomo aveva mandato una lettera di scuse alla moglie della vittima e versato 10 mila euro come primo risarcimento.

GENOVA - È giallo in via Cornigliano, dove ieri mattina un camion ha travolto e ucciso Mercedes Maria Moran Huayamave: le indagini per capire cosa sia successo ma soprattutto cosa ci facesse il mezzo pesante in una via in cui esiste il divieto. Argomento su cui indaga la Procura, che si sta concentrando su possibili cartelli non adeguati e un cantiere proprio poco prima dell'immissione nella strada Guido Rossa.

Camminava da un marciapiede all'altro insieme a suo marito, di 63 anni, quando sono stati travolti dal mezzo pesante. A quel punto le urla e le chiamate al 112. Decine le persone che si sono fermate a guardare la macabra scena: poi i soccorsi, con due automediche del 118, diverse ambulanze e i vigili del fuoco, tutto inutile: per la donna non c'è stato nulla da fare ed è morta, poco dopo l'impatto, distesa sull'asfalto.

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Il Comune di Genova, con una nota, risponde alle accuse di molti residenti, e non solo, facendo sapere che c'è stata, effettivamente, una intensificazione dei controlli in via Cornigliano tra il 2018 e il 2022 da parte della polizia locale, accusata di controllare troppo poco la via e di non sanzionare abbastanza chi infrange il codice della strada nel quartiere ma soprattutto nella nuova strada, appena ristrutturata.

Ancora prima dell'inizio dei lavori di ammodernamento della via, già al centro di critiche a causa di una rotonda mal segnalata, è stato installato il divieto di transito per i mezzi pesanti, che dalle 9 alle 17 nei giorni lavorativi (esclusi i bus Amt e chi ha deroghe speciali legate allo scarico merci), devono per forza imboccare la Guido Rossa, sia che viaggino in direzione Sampierdarena che verso Sestri Ponente. Esistono infatti dei permessi utili agli autoarticolati che devono per forza addentrarsi della via perchè, magari, scaricano la merce nei vari supermercati della zona.

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Proprio questo è ora al vaglio degli investigatori della sezione infortunistica della polizia locale. 

Le multe sono cresciute del 58%, fa sapere la polizia locale. Il dato generale ci dice che se nel 2018 le sanzioni complessive elevate in via Cornigliano sono state 1.018, negli anni successivi – fatti salvi il 2019 con 1000 sanzioni e, per motivi legati alla pandemia da Covid-19 nel 2020 con 840 multe – il numero di sanzioni è andato crescendo: 1.279 nel 2021 e 1.741 nel 2022. I dati aggiornati al 10 maggio 2023 sembrano confermare il trend, con 404 sanzioni elevate.