cronaca

Due indagati dalla Procura
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Sono due le persone indagate nell'inchiesta su una presunta maxi frode fiscale da parte del gruppo Biasotti che questa mattina ha fatto scattare perquisizioni nelle sedi operative del gruppo che opera nel settore dell'auto.

Si tratta del legale rappresentante del gruppo Antonio Barba (cognato di Sandro Biasotti) e Enrico Manfredi, titolare delle società fittizie a cui venivano vendute le auto.

Secondo la guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, il gruppo Biasotti avrebbe fatto numerose vendite di auto a presunti esportatori, in realtà missing traders (evasori professionali), che erano privi di qualsivoglia operatività commerciale nel settore, in pratica vere e proprie teste di legno, che rilasciavano false lettere di intento nelle quali rappresentavano il diritto a concludere operazioni di acquisto esenti Iva per poi trasferire le auto ad altri acquirenti a prezzi estremamente vantaggiosi.

Secondo gli investigatori sarebbero state evase nel 2014 imposte per 1,8 milioni di euro, oltre 2 milioni nel 2015 e oltre 5 milioni nel 2016. Oltre alle sedi delle società sono state perquisite le abitazioni di Barba e Manfredi.

La procura di Genova ha fatto sapere che il senatore Sandro Biasotti non è indagato nella operazione della Guardia di Finanza che ha perquisito le sedi del gruppo da lui fondato.

Le fiamme gialle di Genova hanno acquisito documentazione cartacea e informatica presso le sedi di Autobi, Novelli 1934, Bimauto (del gruppo Biasotti), e Autoveicoli Erzelli spa. L' ipotesi di reato è di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici e connessa evasione dell'Iva per oltre due milioni di euro. Il periodo di riferimento va dal 2014 al 2016. Sono in corso accertamenti per gli anni 2017 e 2018.