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Squadra alla deriva e società "sospesa": la pausa del campionato per trovare una via di uscita alla crisi
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Undici sconfitte, tre pareggi, una sola vittoria per la miseria di sei punti in classifica dopo quindici partite di campionato ed al giro di boa della sosta per il Mondiale in Qatar. La crisi della Sampdoria è certificata dai numeri, che però non dicono tutto. Parallelamente alla rovinosa caduta della squadra - che ha già "bruciato" sul terreno tre allenatori in dieci mesi - c'è infatti anche e soprattutto la situazione societaria ad agitare le acque e ad alimentare la preoccupazione dei tifosi.

Ieri sera, subito dopo la partita, i quattro membri del Consiglio di amministrazione (Marco Lanna, Antonio, Romei, Gianni Panconi, Alberto Bosco) si sono confrontati a caldo, nelle viscere del "Ferraris", su come gestire ciò che stava accadendo all'esterno dello stadio, ovvero l'esplosione della contestazione indirizzata, nel contenuto dei cori lanciati dalla gente in corso De Stefanis, principalmente ai calciatori, al vicepresidente Romei e all'ex proprietario ed ex presidente Edoardo Garrone.

Poi a freddo il Cda dovrà vedersi anche con Dejan Stankovic per valutare se sussistono le condizioni, da ambo le parti, per portare avanti un rapporto che non ha prodotto risultati tangibili. Ferma restando l'impossibilità finanziaria di ingaggiare un quarto allenatore (Claudio Ranieri), salvo complesse e poco praticabili risoluzioni con D'Aversa e Giampaolo oltre alle dimissioni, peraltro ventilate, del tecnico serbo.

Va ricordato che l'attuale Consiglio di amministrazione della Sampdoria, nominato da Gianluca Vidal nelle vesti di Trustee e quale formale rappresentante della proprietà della società blucerchiata, aveva un carattere emergenziale, scattato dopo l'arresto del presidente Massimo Ferrero e di parte della sua famiglia, attraverso la quale il patron ha sempre controllato il club con il "veicolo" della Sport Spettacolo Holding, di cui è stato contestualmente nominato amministratore unico il segretario generale Massimo Ienca.

L'obiettivo del Cda, che ha una scadenza formale al 30 aprile 2023, ovvero all'approvazione del bilancio di esercizio relativo all'anno contabile 2022, era però "solo" quello di traghettare la Sampdoria verso una nuova proprietà, operazione finalizzata a reperire la liquidità necessaria a garantire i concordati preventivi di Real Farvem ed Eleven Finance, le aziende del cosiddetto gruppo Ferrero giunte sull'orlo della bancarotta e nelle mani del Tribunale fallimentare di Roma.

Dal 23 dicembre 2021 (giorno della nomina di Marco Lanna alla presidenza) a maggio del 2022 tuttavia è accaduto poco, per non dire nulla: prima il rischio di retrocessione della squadra in serie B, poi gli spettri della guerra in Ucraina sono stati addotti, a torto o a ragione, dal Trustee Vidal, soggetto unico incaricato di portare avanti le trattative di vendita con il solo obbligo di aggiornare di tanto in tanto il Cda, quali ostacoli alla cessione della Samp.

E soltanto a giugno Vidal ha designato banca Lazard quale advisor incaricato di trovare potenziali acquirenti sul mercato internazionale. Da quel momento qualcosa si è mosso, al Cda è stato chiesto di rimanere in carica sino alla fine dell'estate per agevolare la vendita alla cordata anglo-americana Redstone-Cerberus, che stava effettuando la due diligence sino a spendere oltre 200 mila euro in consulenze e a designare Rodolfo Lercari, attuale presidente del Tennis Club Genova 1893, imprenditore e sampdoriano viscerale, quale presidente "incaricato" della Sampdoria.

Ma alla metà di agosto l'operazione saltò definitivamente: c'è chi sostiene perché Cerberus, che puntava a fare il business sugli immobili romani di Ferrero, non ottenne garanzie sul cambio di destinazione d'uso dei cinema; chi invece dice che da parte di Vidal e quindi di Ferrero non è mai realmente esistita la volontà di vendere. E con il trascorrere delle settimane la data room che contiene i documenti necessarie alla due diligence sulla situazione economico-finanziaria della Sampdoria ha perso soggetti, sino a rimanere (allo stato attuale) desolatamente vuota.

Fatto sta che il Consiglio di amministrazione ha dovuto fare in fretta e furia un mercato senza risorse, con la conseguenza di indebolire un organico che già l'anno precedente si era salvato per miracolo grazie alla parata di Audero nel derby. Il tutto non sulla base di una totale unità di intenti, come ha dimostrato il caso dei due direttori sportivi, Daniele Faggiano e Carlo Osti, sulla posizione dei quali è stato trovato un compromesso in assenza di un accordo unanime.

Adesso il Cda si trova ad un bivio. Da una parte c'è la tentazione, specie da parte di Marco Lanna, icona blucerchiata chi in questi mesi ha messo faccia, tempo e anche risorse personali (non è l'unico) nella Samp, di dimettersi per dare una scossa, un segnale forte che così, con una gestione commissariale, non si può più andare avanti.

Dall'altra parte, però, c'è anche il senso di responsabilità: la decadenza del Cda (per la quale da statuto bastano le dimissioni anche di un solo membro) esporrebbe la Sampdoria al rischio di fallimento, poiché sono gli attuali amministratori ad avere garantito presso le banche Macquarie e Sistema la continuità aziendale del club attraverso operazioni che hanno messo al sicuro per un po' il patrimonio netto.

E' dunque probabile che il Cda vada avanti, almeno sino alla linea di demarcazione del 6 dicembre quando a Massimo Ferrero scadrà l'interdizione ad occuparsi dei propri affari, compresa la Sampdoria, di cui resta il proprietario attraverso la figlia Vanessa ed il nipote Giorgio, nei confronti dei quali (lo dicono gli atti dell'inchiesta della Procura di Paola) ha sempre agito come deus ex machina.

Una variabile impazzita che dalle ultime mosse (presenza allo stadio durante la partita con la Roma, divulgazione urbi et orbi attraverso media compiacenti del malore accusato dopo la sconfitta con il Torino, interviste rilasciate e poi "rinnegate" a tv nazionali) sembra volersi ripresentare, per quanto follemente, sulla scena.

Intanto, molti invocano l'intervento di Edoardo Garrone, che aveva promesso in piazza tra i tifosi e poi negli studi di Primocanale un'ancora di salvezza alla Sampdoria in caso di difficoltà. Si punta a stimolare il suo orgoglio a tornare sulla decisione drastica ed infausta di elargire nel 2014 la società a Massimo Ferrero nello stesso giorno in cui il Viperetta patteggiava a Busto Arsizio una condanna ad un anno e dieci mesi di carcere per bancarotta fraudolenta nel crack Livingston.

Quello che in realtà Garrone potrebbe fare per la Sampdoria è, probabilmente, mobilitare per davvero la propria rete di contatti internazionali per trovare compratori seri e magari dare una garanzia per rassicurare chi compra da Ferrero contro il rischio che l'operazione non si risolva in un "bidone" o successivamente in un’azione legale dei suoi creditori.

Viene da chiudere questa ricostruzione sulla complicata e dolorosa situazione della Sampdoria con i versi scritti nel 1923 dal poeta genovese, premio Nobel, Eugenio Montale, ovviamente in tutt'altro contesto: "Non domandarci la formula che mondi possa aprirti/sì qualche storta sillaba e secca come un ramo. Codesto solo oggi possiamo dirti/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo".