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GENOVA - Preoccupa l'escalation di tensione in Medio Oriente dopo che l'Iran ha fatto partire un attacco con missili e droni verso Israele. Le tensioni geopolitiche hanno già effetti tangibili, ad esempio gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso frenano i trasporti intercontinentali e quindi gli scambi di beni ma per ora il porto di Genova regge.

"Al momento non si registra nessuna significativa conseguenza per traffici marittimi e lavoro portuale derivanti dalla crisi e dalle tensioni in Medio Oriente. Al contrario, in alcuni casi stiamo assistendo ad una crescita dei traffici sui porti della Liguria, agevolati dalla vicinanza a Gibilterra, e quindi competitivi anche con le nuove rotte, e anche per il prossimo futuro non si prevedono impatti" commenta il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti al termine dell'incontro avvenuto a palazzo San Giorgio sede dell'Autorità Portuale con le associazioni che operano nello scalo genovese.

Presenti alla riunione anche Edoardo Rixi viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, il sindaco di Genova Marco Bucci, il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Piacenza oltre al segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale Federica Montaresi.

"Ho chiesto alle autorità portuali di convocare in tempi rapidi questo incontro perché quello ligure è il primo sistema portuale e logistico del Paese - spiega ancora Toti -  è importante trasmettere il punto di vista delle realtà portuali di Genova, Savona e La Spezia al Governo. Per questo ho chiesto alle due autorità portuali che gestiscono gli scali liguri, ma anche alle varie associazioni di categoria che rappresentano i vari settori che lavorano nei nostri porti un monitoraggio costante di tutti i parametri vitali del nostro sistema: è necessario cogliere tutte le variazioni del mercato, dei costi e degli arrivi. Si tratta di informazioni utilissime per chi dovrà assumere iniziative a livello politico nazionale, di qualunque natura

 

 

 

GENOVA - Chi attente le opere trema, chi non le vuole spera. La commissione Via (Valutazione di impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategica) del Ministero dell’Ambiente, è in scadenza e tutti i 40 membri verranno sostituiti in un colpo solo. Che cosa significa questo per grandi opere come il tunnel della Val Fontanabuona o il trasferimento dei depositi costieri da Multedo a ponte Somalia?

Possibili ritardi (anzi già reali per quanto riguarda il tunnel della Val Fontanabuona la cui Via era attesa a fine marzo ma si è invece ‘persa per strada’, come detto durante il faccia a faccia Rossi - Tomasi a Terrazza Colombo dall’amministratore delegato di Autostrade che ha parlato di “titubanze” da Roma LEGGI QUI )

Ma una nuova commissione significa anche possibili ripensamenti sul lavoro svolto dai colleghi della commissione che sono stati sostituiti.

Anche la precedenza al ponte sullo stretto di Messina pare abbia messo in secondo piano altri progetti, ritardando il loro cammino.

“Sicuramente il ponte sullo stretto porta via molte risorse - conferma il senatore Lorenzo Basso, della Commissione Trasporto - ma essendo una commissione numerosa (40 commissari) lavora in parallelo su più progetti. La commissione deve essere rinnovata perché è scaduta, ed è giusto.
Il problema è che, con tutti i progetti in corso di valutazione, invece di fare sostituzioni progressive (4/5 commissari alla volta) faranno un cambio radicale di tutta la commissione con il rischio che la nuova voglia ripartire da zero nell’analisi di molti progetti. E la via/vas non si occupa solo di infrastrutture ma di ogni progetto di grandi dimensioni (per es. I depositi chimici per parlare di un tema genovese…)”.

TOTI: "QUALCHE SETTIMANA IN PIU' NON CAMBIERA' STRATEGIE SU INFRASTRUTTURE"

Giovanni Toti, presidente della Regione, ha commentato la notizia di Primocanale: "La commissione di Via normalmente esamina più progetti in parallelo, e immagino lo farà anche ora, non credo che sarà qualche settimana a cambiare la strategia delle infrastrutture né la loro efficacia”.

GENOVA - Più di cento anni di servizio a cui se ne aggiungeranno altri 15: Rimorchiatori Riuniti Porto di Genova, società controllata al 100% da Rimorchiatori Mediterranei, ha ottenuto l'assegnazione del servizio tecnico-nautico di rimorchio presso il porto e la rada di Genova.

"Genova è da oltre cento anni la nostra casa - dichiara Alberto Dellepiane, Managing Director Italia di Rimorchiatori Mediterranei e Presidente di Rimorchiatori Riuniti Porto di Genova - e non possiamo che essere orgogliosi di continuare a offrire per i prossimi quindici anni il servizio di rimorchio portuale nella città dove la nostra storia è iniziata nel 1922, contribuendo con i nostri mezzi e le nostre maestranze alla sicurezza della navigazione e dell'approdo delle navi e, con essa, delle persone che operano nello scalo".

A partire dal 18 marzo una flotta di tredici mezzi eroga il servizio di rimorchio nel porto e nella rada di Genova con i massimi standard operativi e di sicurezza. Nel corso del periodo di concessione Rimorchiatori Riuniti Porto di Genova ha in programma complessivamente 35 milioni di euro di investimenti in nuovi mezzi che andranno a rinnovare la flotta.

Le unità di Rimorchiatori Riuniti Porto di Genova oltre alle attività di rimorchio portuale sono in grado di effettuare anche operazioni di salvataggio e interventi antinquinamento e antincendio a supporto delle autorità.

GENOVA - Quali sono i tempi d realizzazione del tunnel della Valfontanabuona, che collegherà Rapallo a Moconesi? Se lo chiedono soprattutto residenti e attività produttive della valle, che dopo anni di promesse, sta iniziando a credere veramente che l'opera verrà realizzata, come spiegato nella nostra inchiesta che sonda anche gli umori di chi invece, dal lato rapallino del tunnel, l'opera la teme (GUARDA QUI TUTTE LE PUNTATE). Durante il faccia a faccia a Terrazza Colombo tra Maurizio Rossi e Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade, lo abbiamo chiesto a quest'ultimo. Lo slittamento della Valutazione di impatto ambientale, annunciata dallo stesso Tomasi in arrivo a fine marzo, poi posticipata (sembrava) alla prima decade di aprile, e ora a non si sa quando, è l'elemento più preoccupante, perchè senza di quella non può iniziare nulla, o quasi. 

Ecco Tomasi: "La pubblicazione degli espropri è una prassi che viene fatta prima della Via, Valutazione di impatto ambientale, in modo da poter ricevere le osservazioni da parte dei cittadini, quindi non è una volontà di espropriare ma di dare voce ai cittadini che vengono espropriati. Due considerazioni: oggi stiamo aspettando la Valutazione di impatto ambientale, quindi ogni giorno marchiamo il Ministero dell’ambiente, per poter ricevere la Via. In parallelo stiamo andando avanti con il progetto, in modo tale che la conferenza di servizi, che è l’evento successivo alla Valutazione di impatto ambienti, sia la più breve possibile. La Via sembrava dovesse arrivare entro fine marzo, ma ancora oggi non c'è, non so se per titubanza nelle discussioni che ci sono nell'ambito della commissione, titubanze non sul tunnel della Valfontanabuona ma sulla cogenza del mantenimento della commissione Via nel suo ruolo. Noi ce lo auguriamo, come progetto stiamo andando avanti comunque nella prospettiva di aprire subito la conferenza dei servizi per poi realizzare l’opera, in cinque anni dalla chiusura della conferenza dei servizi.  Noi non stiamo pianificando di fare l’attività in house ma di affidarla con gara per riequilibrare, se no viene fuori che vogliamo fare tutto in house, ma non è questa la nostra intenzione. Quindi il tentativo è quello di lanciare velocemente la gara per poter iniziare le attività.

Si potrebbe attivare un pre-lotto con la nostra società in house in modo da accorciare il tempo di gara e poi affidare la realizzazione dell’opera da parte dell’appaltatore. I costi iniziali, quelli previsti dall'accordo compensativo dell'ottobre 2021, erano stimati in 240 milioni, ma a causa di eventi internazionali, come la guerra in Ucraina, e nazionali, come il bonus 110%, i costi delle materie prime sono aumentati del 40-50%. Per valutare i costi effettivi dell'opera bisogna attendere l'esito di Via e conferenza dei servizi.