La giunta della sindaca Silvia Salis ha - tra gli altri - un marchio di fabbrica nel segno delle "donne". È infatti la squadra più al femminile per una grande città, nel solco di quello che aveva già preannunciato l'ex vicepresidente vicaria del Coni durante la campagna elettorale. Una giunta trainata dalle donne, al fianco di Salis, che ha deciso di assegnare un settore come il Sociale e il Welfare a un'assistente sociale di professione, oltre che a una politica navigata, come Cristina Lodi.
Chi è l'assessore al Welfare e ai Servizi sociali Cristina Lodi?
Cristina Lodi, 55 anni ("nessun problema a dire la mia età" scherza ndr), è sposata, mamma di tre figli e nonna della sua prima nipotina. "Sono felicemente nonna, magari non tutti lo sanno" ha commentato Lodi. Operatrice sociale di professione, assistente sociale da oramai molti anni, è stata la prima assistente sociale, insieme a un gruppo di colleghe, a essere assunta nel 1995 come assistente sociale dei Sert. Successivamente Lodi ha iniziato un percorso professionale nel centro di salute mentale a Genova Bolzaneto, verso i 40 anni ha ricevuto la chiamata, come civica, all'interno della lista che sosteneva Andrea Torre come sindaco di Serra Riccò. "Amo molto stare in compagnia, amo molto la montagna come il mare, l'importante è non essere soli, sicuramente nella mia vita la politica ha assunto un ruolo che non è solo di partecipazione o di scelta, ma davvero l'ha coinvolta in maniera importante ormai da 15 anni e di questo è difficile liberarsene, ma in realtà per chi ne ha davvero passione è un'esperienza davvero entusiasmante" spiega l'assessore al Welfare e ai Servizi sociali Cristina Lodi. Di seguito, l'ingresso nel Partito Democratico, poi il passaggio ad Azione, di cui è segretaria regionale. La sua collaborazione con il consigliere regionale Pippo Rossetti, successivamente l'approdo in aula rossa a palazzo Tursi, già con la giunta Doria e poi in opposizione con le due giunte Bucci.
Cosa si ricorda della sua prima esperienza politica?
"Fu un'esperienza per me davvero pazzesca perché ero un po' stordita ma anche un po' incuriosita, venivo da un momento professionale dove stavamo lavorando sulla chiusura dei manicomi, degli ospedali psichiatrici giudiziari, stavamo lavorando sulla riforma dell'amministratore di sostegno, lavoravo a una formazione nazionale importante sull'affrontare i problemi dell'alcol correlati, la formazione della salute. Il tema della salute mentale in quegli anni era molto forte. E quando venni chiamata, eletta e poi addirittura mi venne assegnata l'assessorato alle politiche sociali, devo dire che l'entusiasmo prese campo e da lì conobbi l'importanza di come in realtà la politica sia fortemente significativa rispetto a delle strategie di azione, delle strategie di pensiero, programmazione e intervento. Quindi da quell'esperienza, poi, sono entrata nel Partito Democratico, ho svolto anche un lavoro come staff, prima in appoggio all'assessore al Bilancio e alla Formazione, poi al consigliere regionale, nel frattempo ho continuato a lavorare come assistente sociale ed è iniziata successivamente la giunta Doria, la mia prima esperienza come consigliere comunale".
Che cosa ha imparato da quegli anni?
"Mi sono serviti tantissimo per imparare, perché stare all'interno di un'amministrazione pubblica non è cosa immediata e sicuramente negli anni dell'opposizione diciamo che ho affrontato tutti i fascicoli possibili. Facendo opposizione, io amo molto studiare, approfondire e tendenzialmente non parlo se non so e quindi devo dire che anche lì mi sono appassionata ad argomenti che sembravano lontani dalla mia impostazione come per esempio i trasporti, il trasporto pubblico che invece ho poi trovato molto in sintonia. Anche le grandi opere, la gestione dei rifiuti, la cultura, i servizi educativi, insomma diciamo che questi anni di opposizione mi sono serviti per approfondire la mia conoscenza amministrativa a tutto tondo".
Lodi, qual è stato il primo approccio al suo assessorato, che affronta deleghe importanti e significative anche per le difficoltà che sta vivendo la società?
"Da un punto di vista della direzione delle politiche sociali, come già immaginavo, ho trovato un altissimo livello di competenza, un impegno profondo. Io sto girando tutti gli ambiti territoriali e sociali, sto andando a ringraziare gli operatori resilienti, fino a oggi in un momento davvero di grande complessità, sto andando ad approfondire le tematiche, sto percorrendo in lungo e in largo tutto il settore, quindi ho trovato grande competenza, grande stabilità e grande presenza sui temi".
A livello di fondi, com'è la situazione del suo assessorato?
"Purtroppo ho trovato un bilancio che ha, in otto anni, disinvestito 6 milioni sul Welfare, perché avevamo un bilancio di investimento nel Comune intorno ai 42 milioni di euro, che sono diventati a volte 35, a volte 36, quindi in otto anni c'è stato un disinvestimento importante del settore, c'è stata una grandissima capacità da parte invece degli uffici di trovare risorse fuori dall'ente. Parliamo quindi di programmazione, per arrivare a un bilancio di 80-85 milioni di euro, il che vuol dire da una parte una grandissima capacità di programmazione tecnica, dall'altra però anche un'instabilità, perché è ovvio che se sono legati a programmazioni, a fondi che vengono rinnovati - ma il rinnovo dei fondi di investimenti a volte è legato a molti governi centrali - ecco su questo c'è un grande timore e anche una grande tensione, perché per esempio permettono di fare assunzioni di personale ma sempre a tempo determinato. Insomma, era una situazione che conoscevo, denunciavo, mi veniva negato, in realtà purtroppo ho trovato questo, però c'è anche una grandissima capacità di analisi che ci permetterà di scendere più in profondità e di aiutarci ad affrontare le insidie future".
Assessore, quali sono le prime priorità? Partendo dal presupposto che non esistono deleghe di seria A e deleghe di serie B?
"Innanzitutto l'impostazione della sindaca Salis, lo dice l'assessorato stesso, mette al centro il Welfare, quindi noi vogliamo immediatamente occuparci in maniera trasversale di come stanno le persone, affinché nessuno sia lasciato solo e soprattutto permettere alle persone di stare il meglio possibile, per quanto sia possibile. Noi ci dobbiamo occupare di tutte le situazioni legate anche a un potenziale rischio povertà, con un potenziale ampliamento di disagi che se intercettati possono essere ovviamente affrontati diversamente. L'approccio è sicuramente un approccio di insieme, un approccio di comunità, andremo a pensare a un grande patto di amministrazione condivisa sul Welfare: il tema della co-programmazione scesa all'interno di una vera organizzazione di condivisione di obiettivi con il terzo settore e con tutti coloro che parteciperanno a questo percorso è una grande priorità tra le tante, l'organizzazione sociosanitaria dei servizi".
Possiamo dire che il suo assessorato si occupa anche di sanità?
"Sì in via trasversale è così, ma l'amministrazione precedente ha mollato la presa sui servizi, invece già dalle prime interlocuzioni con la Regione, con l'assessore alla Sanità Nicolò e con la Asl, l'idea è quella di tornare ad applicare le norme che prevedono a un cittadino di poter essere affrontato nella sua complessità una volta che presenti i problemi. Quindi integrazione sociosanitaria e presidio di quelli che sono i servizi sociali e i servizi sanitari che devono tornare, non solo come fanno ora in maniera resiliente, ma anche in maniera sistemica e sistematica a parlarsi, che il cittadino sappia dove orientarsi e soprattutto cosa chiedere".
Lodi, le chiedo invece un commento più politico, considerando anche il suo background e la sua esperienza, rispetto a quella coalizione così allargata e al cosiddetto modello Salis, che viene considerato esperimento anche a livello nazionale. Secondo lei può esserlo davvero?
"Io parto sempre dal fatto che il mio presupposto è quello di stare molto con i piedi per terra, diciamo che i modelli, perché in realtà ognuno può parlare di modello, li lascio in sospeso. Io penso piuttosto che questa sia una realtà, cioè una sindaca molto in gamba, capace, determinata, coerente, con un programma molto ampio che ha una sua coerenza di fondo, che ha permesso a una coalizione ampia di centrosinistra di ritrovarsi soprattutto nella certezza che la linea politica fosse quella e lo fosse e lo potesse essere dall'inizio alla fine. È stata una campagna appassionante ma credo e vedo già nell'interlocuzione di giunta che quello che è stato un programma già subito condiviso, articolato e che tiene in considerazione anche delle appartenenze diverse, arriva all'obiettivo. Non era così impossibile come invece molti pensavano fosse, e quindi io credo che questo ci permetterà sicuramente di governare, di governare con grande concretezza senza negare i problemi, perché quando si governa è più difficile governare che fare opposizione. Credo che questa sia una grande esperienza politica di cui io sono molto contenta di far parte, ma credo che la sindaca Salis ne sia stata l'immagine dall'inizio alla fine, ed è quella che ha dato forza a tutti per poter tenere le proprie posizioni e anche la propria partecipazione".
Chiudiamo il cerchio da dove siamo partiti assessore: ci racconti una sua giornata tipo, da quanto si è insediata a Tursi.
"Io arrivo in ufficio molto presto, dove trascorro tante ore. L'agenda devo dire che è strapiena di appuntamenti, dettata da tante esigenze diverse, ma anche da confronti continui con gli uffici sulle questioni interne ed esterne. Giro tanto, incontro persone, cerco di occuparmi di emergenze e situazioni complesse su cui andiamo a trattare, c'è volontà e determinazione ma soprattutto una speranza nel futuro che possa sicuramente vedere miglioramenti in assoluto. Insomma, diciamo che la mia giornata tipo si conclude verso le 22-23, ma non mi pesa affatto, anzi".

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
L’incubo dell’acciaio che torna a Genova: tra promesse, dubbi e incertezze
Treni Genova-Milano: ben venga ogni ora ma non parlate di alta velocità e chiarite durate