Diga di Genova, a “Terrazza incontra le infrastrutture, a che punto siamo?” focus del subcommissario Carlo De Simone. Che ha fatto una relazione particolareggiata sullo stato dell'opera.
Fase A e fase B in parallelo
“È un'opera complessa, l'abbiamo divisa in due fasi, che saranno attuate in parallelo, con il bando di gara della nuova fase B recupereremo circa due anni rispetto alla scadenza prevista inizialmente del 2030, e siamo fermamente convinti in un'accelerazione del progetto di fase A grazie al nuovo impianto di calcestruzzo a Vado, quindi termineremo fase A nel 2027 e quasi parallelamente anche la fase B, per dare avvio all'attività della diga il più presto possibile.
Operatività del porto salvaguardata durante i lavori
Il tutto salvaguardando l'operatività del porto?
Assolutamente sì, un porto che rimarrà sempre operativo e questo ci complica naturalmente l'attività quotidiana, l'organizzazione del cantiere, lo specchio acqueo, ma noi siamo qui per questo e l'impegno è grande ma ce la faremo.
Ha dato, nella sua relazione a Terrazza incontra, due percentuali di avanzamento.
Le colonne sono al 58% di avanzamento, abbiamo superato la metà, è la parte più complessa di tutta l'opera e abbiamo quasi l'81% di posa della ghiaia effettuato, quindi siamo molto avanti con le attività, ora vedrete un grande recupero sui cassoni e quindi anche questo ci dà il conforto che ce la possiamo fare a rispettare i tempi.

I tempi della fase A e della fase B
Quindi rispetto alle previsioni iniziali per quanto riguarda la fase A, la fine prevista era?
31-12-2026, arriveremo a posare l'ultimo cassone tra giugno e massimo luglio del 2027.
Per quanto riguarda invece la fase B?
La fase B inizialmente era in sequenza, quindi si parlava di 2030, termineremo alla fine del 2027 e quindi quasi in contemporanea, poi ci sarà la parte di sovrastruttura finale nei mesi successivi, ma intanto la diga sarà pienamente operativa.
Quindi come fase A calcoliamo ritardo di sei mesi?
Sì, sei mesi per la posa dell'ultimo cassone, mi sembra un tempo su un'infrastruttura di questa natura e dimensione assolutamente accettabile.
C’è stata una causa particolare e preponderante per questo ritardo?
Quando si parla di infrastrutture di questo tipo c'è un fisiologico apprendimento e chiaramente una tecnicalità che richiede dei tempi iniziali un po' più complessi, ma noi li abbiamo superati ampiamente con le colonne e ora lo faremo anche con i cassoni, quindi andiamo alla grande”.
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IL COMMENTO
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