Porto e trasporti

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di Elisabetta Biancalani

Con il forte caldo e la necessità di tenere sempre più spesso le finestre aperte, anche la notte, torniamo ad arricchire la nostra inchiesta sui fumi delle navi nel porto di Genova e sui loro effetti sulla salute dei cittadini. Un tema che sicuramente anche il nuovo commissario del porto di Genova-Savona, Matteo Paroli, attenzionerà visto che già nella sua prima conferenza stampa, appena insediatosi a palazzo San Giorgio, ha citato la sostenibilità ambientale tra i temi più importanti del porto, in virtù proprio dello strettissimo rapporto e vicinanza tra lo scalo e la città. Oggi sentiamo Arpal, incaricata del monitoraggio dell’inquinamento a Genova grazie a 11 centraline fisse nel capoluogo sulle 42 totali della Liguria.

Proprio Arpal, insieme ad Asl, era stata chiamata in causa dal presidente della Regione Marco Bucci, ed ex sindaco, interrogato da Primocanale sui fumi in porto: “L'Asl ha sotto controllo il sistema, sta monitorando questa situazione da anni, noi aspettiamo quello che si dice la Asl. Le misure le fa l'Arpal e l'effetto delle misure sulla salute dei cittadini lo fa la Asl".

Il dibattito di Primocanale sul tema

Primocanale ha discusso approfonditamente del tema in un recente dibattito a Terrazza Colombo: il vice ministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, nell'occasione aveva garantito "l'elettrificazione delle banchine entro il 2025". Mentre il vice presidente della Commissione Trasporti del Senato, Lorenzo Basso, aveva dichiarato "grazie a segnalazioni dei comitati e dibattito, la situazione è migliorata". In effetti il sondaggio di Primocanale - Tecnè (il 62 per cento degli intervistati pensa che le navi in porto inquinino) e il milione e 222 mila visualizzazioni sui social di Primocanale (593 mila solo per un reel di Instagram sul terrazzo di un residente di San Teodoro, mentre con un panno mostra l'inquinamento) avevano dimostrato grande interesse nella popolazione. 

Arpal: che cosa dicono le 11 centraline installate a Genova

Stefano Lottici è chimico, dirigente responsabile unità operativa Qualità dell'aria di Arpal.

Dalle centraline Arpal si può capire qual è l'inquinamento da fumo delle navi e quello non da fumo delle navi?

“No, esistono delle tecniche a livello di ricerca che possono andare a indagare i costituenti del particolato fine, ma non è una cosa che la normativa ci chiede e attualmente non viene fatta”.

Si può dire che la centralina che avete installato in via Bari sia quella che può far capire un po' di più l'effetto dei fumi delle navi del porto del Terminal traghetti e crociere?

“Esatto, la postazione di via Bari precedentemente situata in largo San Francesco da Paola, è stata messa proprio per quel motivo, perché è ritenuta rappresentativa del monitoraggio della ricaduta dei fumi delle navi”.

E cosa vi dice questa centralina, c'è da preoccuparsi?

“I dati raccolti fino ad oggi, quindi negli ultimi tre anni, non hanno evidenziato superi dei limiti vigenti”.

Una lanterna in porto e un gabbiano su un tettoUn gabbiano osserva il porto di Genova

"Lo zolfo è molto basso, ai limiti della misurabilità"

Dal primo maggio, per legge europea diciamo, il tenore di zolfo all'interno del gasolio delle navi è sceso da 0,5 a 0,1%. Si vede nei vostri strumenti questa diminuzione?

“In realtà è già qualche anno che i nostri strumenti misurano concentrazioni di biossido di zolfo molto basse intorno ai limiti di rilevabilità strumentale”.

Del resto già dal 2019 a Genova è in vigore il Blue agreement, con cui alcuni armatori si sono impegnati già prima del 1 maggio di quest’anno a diminuire il tenore di zolfo nel gasolio delle navi a 0.1% contro lo 0,5% (consentito appunto fino al primo maggio di quest’anno) entro tre miglia dalla costa. Oggi il gasolio deve essere a 0,1% di tenore di zolfo in tutta la sua navigazione ed è diventato un obbligo, non non più un agreement, cioè un accordo volontario. Con sanzioni per chi non rispetta i dettami imposto dall’organizzazione marittima internazionale Imo. Quindi, riassumendo la situazione dell’inquinamento da fumo delle navi a Genova, ecco che non risultano superamenti dei limiti di legge attuali anche se ci sono ad oggi degli sforamenti di quelli che saranno i limiti in vigore dal 2030 imposti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Li aveva ricordati da Primocanale il chimico ambientale Federico Valerio: “20 micro grammi annuali di biossido d’azoto per metro cubo raccomandati dall’Unione europea: e a Genova l’anno scorso, in via Bari a San Teodoro, dove è presente una centralina di Arpal, questo dato è stato superato, arrivando a 23 micro grammi per metro cubo. Questo significa che oggi non c’è il rispetto della normativa europea, che entrerà sì in vigore nel 2030, ma i danni sanitari sono già tangibili e parliamo di 40mila genovesi interessati dai fumi”.

“Ma la novità, sempre voluta dall’Unione Europea e approvata dal parlamento europeo, stabilisce, sempre dal 2030, un limite giornaliero fissato a 50 micro grammi per metro cubo di biossido d’azoto, da non superare per più di 18 volte all’anno anno. Genova ha superato, nel 2024, questo limite, il dato si vede dalla centralina Arpal di via Bari, arrivando a 20 superamenti nell’arco dell’anno di questo limite".

Rossi: "Difendere la qualità dell'aria per i cittadini non significa essere contro il porto"

Insomma, i fumi delle navi, ben visibili ma in diminuzione dopo l'apertura del nostro dibattito, come confermato dai residenti di San Teodoro e dalle telecamere di Port view a Terrazza Colombo  non sono oggi misurati in modo specifico, estrapolandoli cioè dagli altri inquinanti, ma la centralina di via Bari (che, ha confermato Arpal, è quella più mirata in questo campo) ha registrato superamenti dei limiti che saranno in vigore nel 2030. Una tematica da tenere costantemente sotto osservazione, ma non per innescare una battaglia tra porto e città perchè, come aveva scritto Maurizio Rossi, già senatore ed editore di Primocanale, da sempre molto sensibile alla tematica, "non si deve confondere difendere la qualità dell'aria per i cittadini col dire che chi la difende è contro il porto”.  

L’opzione efficace per renderli quasi nulli è l’elettrificazione delle banchine, ancora al palo al Terminal Crociere e Traghetti di Genova, che come ha detto Rixi a Primocanale, dovrebbe avvenire entro la fine del 2025. 

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