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GENOVA - In consiglio comunale a Genova c'è chi entra e c'è chi esce: un po' come succede nel calcio, ma non proprio. Fratelli d'Italia perde un consigliere, si tratta di Tiziana Lazzari, chirurga estetica eletta con la lista Toti e passata poi al partito di Giorgia Meloni.

Quasi da subito Lazzari era risultata tra le figure che meno hanno presenziato l'aula rossa di palazzo Tursi a causa degli impegni professionali assunti in questi anni. Rintracciata da Primocanale, Tiziana Lazzari ha commentato così la sua scelta: "Diciamo che più di una decisione sono stata costretta perché sono sopraggiunte incompatibilità professionali che rendono impossibile la permanenza all'interno del consiglio comunale. Sono entrata nel consiglio di amministrazione di un gruppo importante che si occupa di sanità e questo non può essere compatibile con il proseguo della mia attività politica".

Con dispiacere - la definisce una bella esperienza, grazie anche al rapporto instaurato con il gruppo e la giunta -, Tiziana Lazzari continuerà a supportare l'amministrazione del sindaco Marco Bucci. "Proseguirò con i miei ruoli di saggia per l'assessorato alle Politiche sociali, oltre a mantenere quello di health city manager, occupandomi sempre di sociale e salute" prosegue Lazzari.

Fratelli d'Italia perde così un consigliere, mentre la lista Toti ne riguadagna uno, tornando a quattro in totale. Al posto di Tiziana Lazzari subentra Umberto Lo Grasso, che era stato il primo dei non eletti nella lista del presidente della Liguria. Insomma, passaggi nel centrodestra con l'acquisto di un nuovo consigliere "arancione", grazie al documento di surroga che entrerà negli ordini del giorno. 

Lazzari esclude già in futuro un nuovo impegno in politica?

Tra qualche anno non escludo di poter tornare in politica, è stata un'esperienza positiva ma di fronte alla scelta tra professione e politica, ho scelto la professione. Continuerò a lavorare con la giunta, mi sono lasciata molto bene con Fratelli d'Italia sia a livello comunale che regionale.

 

 

 

 

GENOVA - Il primo febbraio 2024 si celebrerà la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti del mondo e stante la situazione che si sta verificando con i conflitti, tra i tanti, israelo-palestinese e russo-ucraino, il consigliere regionale della Lega Brunello Brunetto ha chiesto alla Regione Liguria di attivarsi con il Governo per chiedere l’impegno di diffondere il più possibile, tra gli Stati non ancora firmatari, i principali trattati e convenzioni che regolano l’uso e il commercio di armi promuovendo la cultura della pace.

"In tal senso, ho presentato un’interrogazione in Regione Liguria perché non possiamo dimenticare gli orrori delle 31 guerre in corso e i recenti sviluppi dei conflitti israelo-palestinese e russo-ucraino. Ricordo che la legge del 25 gennaio 2017 ha istituito la Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo e ha espressamente previsto un ruolo attivo degli Enti locali nella celebrazione del 1° febbraio - spiega il consigliere Brunetto -. A tal fine, peraltro, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) e l’Associazione nazionale Vittime civili di guerra (Anvcg) il primo febbraio 2022 hanno siglato un accordo di intesa quadriennale per sviluppare sinergie e coordinare le iniziative al riguardo. Una sempre più ampia adesione dei Paesi ai trattati e convenzioni sulle armi può diminuirne l’impiego o, quantomeno, attenuare le sofferenze delle popolazioni civili coinvolte nei conflitti armati".

 

GENOVA - Prosegue il botta e risposta a distanza tra la Rete Studenti medi e il sindaco dei giovani del comune di Genova Benedetto Pesce Maineri. Al centro dei dibattito la convocazione della conferenza rappresentanti d'istituto da parte del sindaco dei giovani. Una conferenza, a detta del sindacato studentesco, inutile e costituita unicamente per controllare un organo studentesco. Nella serata di ieri è arrivata la risposta, affidata ai social, di Benedetto Pesce Maineri.

"Viste le polemiche che si sono generate in queste ore, voglio chiarire che la conferenza dei rappresentanti degli studenti degli istituti secondari di secondo grado non vuole sostituire alcun organismo esistente, ma sarà un momento di incontro e di condivisione aperto a tutti, fortemente voluto dai rappresentanti stessi per un confronto con me e con il tavolo istituzionale all'interno della consulta giovanile. Un momento di incontro che ho personalmente ritenuto potesse essere utile ai giovani miei coetanei per parlare dei temi che ci stanno maggiormente a cuore - si legge nel post del sindaco dei giovani -. Sinceramente non mi aspettavo che questa mia iniziativa potesse scatenare una reazione così violenta: il profilo Instagram che ho come sindaco dei giovani è stato attaccato in queste ore con commenti che contenevano insulti e che ho ritenuto di cancellare, nello spirito della community che segue la pagina. Più volte in queste settimane non mi sono sottratto al confronto neanche con i rappresentanti della rete studenti medi. Inoltre, con la presidente della consulta c'è un dialogo aperto e con lei mi sono fatto anche tramite per il reperimento di spazi per riunioni degli studenti. L'incontro del 14 dicembre sarà quindi un'occasione di confronto, quel confronto democratico di cui sempre più giovani sentono il bisogno e che non pensavo potesse dare così fastidio a qualcuno".

Non si è fatta attendere la contro risposta del segretario regionale della Rete degli Studenti medi Francesco Devoti, che ribadisce come secondo lui la conferenza non serve a nulla. "Ha solo la funzione di essere una passerella per il sindaco dei giovani e per il suo staff. Ribadiamo altresì che l'organo di rappresentanza degli studenti e delle studentesse esiste e si chiama consulta, è normata dalla legge, non dalle volontà politiche di un'amministrazione comunale. Per aver detto queste cose, siamo stati tacciati di aver insultato il sindaco dei giovani, che ci ha detto di essere sempre stato aperto al dialogo. In verità, sa bene anche lui che non è così, perché le offese alla nostra organizzazione e le offese personali nei confronti della presidente della consulta democraticamente e legittimamente eletta non provenivano da noi, ma da lui e dal suo profilo istituzionale. Forse quando dichiara che ha ritenuto di cancellare dei commenti si riferisce ai suoi, quelli sì offensivi. Forse, con un po' di megalomania, il sindaco dei giovani pensa che esista ancora il delitto di lesa maiestas, bisognerebbe che si aggiornasse: non esiste che lui possa dire quello che vuole e che poi la minima critica venga fatta passare, a mezzo stampa, come un insulto".

Infine, secondo la Rete degli Studenti medi non serve a nulla creare una molteplicità di organi tutti uguali. Arriva poi l'attacco alla giunta comunale: "C'è un tentativo di questa destra di sposta il dibattito dalle castronerie che perpetra, per ridurlo sempre e comunque a una questione personale. La critica alla conferenza rappresentanti non è aprioristica. Da una parte, vi è il tentativo di delegittimazione, come abbiamo a più riprese ripetuto, dall'altra parte c'è una questione di inutilità" chiosa Devoti. Nel frattempo la Rete degli Studenti medi ha organizzato nel pomeriggio di oggi, 7 dicembre, un corteo contro la violenza maschile sulle donne, tra le vie del centro città.

GENOVA - "Nelle prossime settimane partiranno i lavori del biodigestore di Saliceti, nello spezzino, grazie all'impegno e alla perseveranza dell'amministrazione regionale".

Così il gruppo della Lista Toti Liguria in Consiglio regionale attraverso una nota smentisce lo stop all'iter del progetto paventato dal Partito Democratico. "I dem dimostrano di non aver capito nulla neppure della recentissima sentenza del Consiglio di Stato, - commenta il gruppo - che non si riferisce agli atti della pianificazione regionale, ma riguarda il sistema di regolazione introdotto dall'Autorità Arera: i principi dell'autosufficienza regionale e i contenuti della nostra pianificazione relativi all'assetto impiantistico non sono minimamente messi in discussione".

"Pretendere, come fa il Pd, di giudicare l'operato dell'Agenzia regionale sui rifiuti dopo 4 mesi dalla sua istituzione è un'operazione del tutto strumentale e velleitaria. - denuncia la Lista Toti - Nonostante ciò, l'agenzia ha già avviato una serie di azioni che risulteranno fondamentali nel percorso per la chiusura del ciclo rifiuti in Liguria e che nel corso del 2024 troveranno completa attuazione. A questo proposito, vista l'attenzione del Pd verso la materia e la sensibilità dimostrata, siamo certi che, coerentemente, i consiglieri saranno al nostro fianco e ci sosterranno nel progetto di realizzazione dell'impianto 'west to chemical' o di un termovalorizzatore in Liguria, così da chiudere il ciclo e rendere la Liguria finalmente autosufficiente nella gestione dei rifiuti".

"Ricordiamo sommessamente ai dem che la raccolta differenziata era inchiodata al 38% nel 2015 mentre nel 2022 ha raggiunto il 58%, con un aumento di oltre 20 punti percentuali e il passaggio da 32 a 144 del numero dei Comuni liguri con una raccolta differenziata superiore al 65%, grazie alla legge che l'amministrazione Toti approvò nel 2015", puntualizza il gruppo.

GENOVA - “In otto anni di governo della Giunta Toti il Sistema impiantistico dei rifiuti è al punto di partenza: non è stato realizzato nessun impianto e gli annunci si scontrano con la realtà. L'unica cosa che sono riusciti a istituire è un'Agenzia regionale dei rifiuti che nei fatti non esiste: c'è il commissario, ma non c'è il personale necessario per farla funzionare”. Pd ligure all’attacco della giunta Toti sul tema della gestione dei rifiuti. Nel mirino ci finisce l’Agenzia (Arlir) nata ufficialmente a fine giugno di quest’anno. A capo il commissario Monica Giuliano, ex sindaco di Vado Ligure.

Il Pd della Liguria spara a zero contro l'Agenzia e cita una recente sentenza della Consiglio di Stato che modificherebbe aspetti che riguardano le attività procedurali della gestione e trattamento dei rifiuti: "Una sentenza del Consiglio di Stato dando ragione a un privato ricorrente demanda al Ministero dell'Ambiente l'individuazione degli impianti minimi per la gestione del ciclo dei rifiuti, sottraendola alle Regioni” spiegano i dem.

Il segretario regionale dei democratici Davide Natale spiega: “A Genova da anni si parla della realizzazione di un impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) da 110mila tonnellate, ma per quanto riguarda la realizzazione non c'è nessuna certezza: a causa del cedimento del terreno dove dovrebbe sorgere l'impianto la probabilità che non si realizzi più lì è ormai evidente, è quasi una certezza. La pianificazione prevede la realizzazione di un biodigestore da 60mila tonnellate sempre a Scarpino. Di questo non c'è nessun progetto, neanche uno schizzo. Ma la notizia sensazionale è che l'amministrazione comunale vuole realizzare a Scarpino un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti. Su questo la Regione tace, ma è possibile realizzare tutto questo a Scarpino quando questo centrodestra non riesce neanche a costruirvi un Tmb? Vista la quantità di rifiuti da trattare, 160mila tonnellate come previsto dal Piano regionale dei rifiuti, è economico per i cittadini liguri la realizzazione di un impianto di così modeste dimensioni, oppure come prevede la normativa nazionale, non è il caso di instaurare un rapporto con le regioni limitrofe per capire come si possa gestire in maniera sinergica questo tipo di problema?" si domanda e propone il consigliere regionale e vicepresidente della commissione Ambiente Natale.