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Dopo le giornate di passione che centinaia di automobilisti sono stati purtroppo costretti a vivere, basti pensare all'ultimo fine settimana con code chilometriche e ore di attesa, nel dibattito sul caos-autostrade interviene il senatore ligure del Partito Democratico Lorenzo Basso: "Basta derubricare a semplice ‘disagio’ quello che i cittadini liguri e molti turisti sono costretti a subire ogni volta che decidono di spostarsi da e verso il ponente ligure in autostrada. La richiesta di ‘stringere i denti almeno per altre tre settimane’ non è accettabile rispetto a quanto sta accadendo e soprattutto ai gravi rischi per l’incolumità delle persone".

Basso sottolinea poi come da settimane, a seguito del blocco del traffico autostradale, sia completamente bloccata anche l'Aurelia da Cogoleto ad Arenzano e fino a Genova Voltri con pesanti ripercussioni pure sulla viabilità interna. Una situazione che vede da un lato gli automobilisti prigionieri per ore nelle loro macchine senza assistenza e dall'altro mezzi pesanti percorrere la statale in tratti particolarmente stretti o vicini alle abitazioni con enormi rischi per la sicurezza delle persone.

Bisogna trovare soluzioni al più presto - afferma - a partire da una rimodulazione dei cantieri per accelerare i lavori, oltre a fornire agli automobilisti tutte le informazioni necessarie, e in tempo utile, per districarsi tra i blocchi stradali e trovare percorsi alternativi da seguire. Un lavoro che va affiancato all’avvio di controlli che evitino il passaggio di veicoli autoarticolati in tratti di strada ristretti (come quello dei Piani d'Invrea) o nei pressi di realtà abitate come in molti comuni e paesi della costa e dell’entroterra, con enormi rischi per i pedoni e i ciclisti che transitano spesso in quei tratti. Tutti interventi che non possono e non devono gravare sulle spalle delle amministrazioni comunali, che devono già affrontare le difficoltà che i cantieri causano al territorio, ma devono avere una regia regionale e il contributo attivo di autostrade”.

In merito all'incontro previsto domani a Roma tra le delegazioni sindacali e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sulla ricapitalizzazione di Ansaldo Energia sono intervenuti il segretario generale Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Andrea Capogreco, RSU Fim Cisl Liguria:

"Ci aspettiamo un confronto importante che ci permetta di dare risposte concrete. Non devono esserci interrogativi per un azienda così importante e strategica per il nostro paese con competenze che ci invidia il mondo e che deve avere un ruolo importante sulla transizione energetica: in questo senso il Governo deve prendere una posizione chiara”.

Toccherà al Tribunale amministrativo regionale della Liguria occuparsi nuovamente del Parco di Portofino.

"Con tutte le sentenze depositate, a questo punto, si può sostenere - dice Alessandro Piana, vicepresidente della Regione con delega ai Parchi - che tornano efficaci gli effetti dei due decreti Cingolani, quello di perimetrazione del Parco nazionale e quello di costituzione del comitato provvisorio di gestione tenuto conto che il Consiglio di Stato ha annullato la sentenza del Tar della Liguria, che, a sua volta, aveva annullato i due atti ministeriali".

"Ora, applicando alla lettera le sentenze del Consiglio di Stato, si dovrà integrare il contraddittorio - conclude Piana - davanti al Tar Liguria nei confronti di tutti i componenti del comitato di gestione provvisorio del Parco nazionale con un nuovo ricorso al Tar sempre della Liguria. Questo nelle more di valutazioni processuali e di merito o dell'intesa tra Regione e Ministero sull'estensione territoriale del Parco nazionale".

Dall'opposizione, il capogruppo del Pd Luca Garibaldi sostiene: "Il Parco Nazionale di Portofino riparte dai confini indicati dal Ministero e torna attivo il comitato provvisorio di gestione. Le sentenze del Consiglio di Stato hanno riaperto la discussione e ora bisogna mettersi in moto per arrivare alla costituzione definitiva del Parco Nazionale, compresi i confini finali".

"Sono due i primi passi da fare: da un lato - dice in una nota - attivarsi affinché il comitato provvisorio di gestione abbia le risorse e il supporto necessario per farsi carico del lavoro amministrativo che comporta il 'riavvio' del Parco Nazionale come previsto dal Ministro Cingolani nel primo decreto ministeriale; dall'altro la Regione deve accantonare la strada dello scontro perenne nelle aule di tribunale e lavorare attivamente per un'intesa definitiva, a partire dai sette Comuni -Portofino, Camogli, Santa Margherita, Rapallo, Coreglia, Zoagli e Chiavari - che da tempo hanno dichiarato la propria disponibilità a far parte della nuova area protetta". "Un percorso - conclude Garibaldi - al quale potrebbero aggiungersi altre realtà che scelgono di diventare parte integrante del nuovo Parco di Portofino".




GENOVA - Dalle dimissioni improvvise dell'amministratore delegato di Ansaldo Energia Giuseppe Marino al futuro di Acciaierie d'Italia, con la grande incognita sulle aree ex Ilva inutilizzate, passando per il futuro industriale, economico e strategico di Genova. Questi gli argomenti che affronteremo questa sera nel consueto appuntamento del lunedì con 'Il Programma politico di Primocanale', per tracciare un percorso tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro.

La sesta città d'Italia ha bisogno di risposte, che riguardino non solo lo scenario occupazionale ma anche quello progettuale, partendo dalle aree al momento "freezate" dell'ex Ilva. Un milione 145 mila metri quadrati di terreno sul quale negli anni d'oro della siderurgia si lavorava l'acciaio, un investimento di anni che ha permesso di diventare un punto di riferimento del Nord d'Italia, ma che oramai ha perso la propria consistenza.

La crisi economica e industriale che ha colpito Genova ha con il tempo assorbito sempre di più gli spazi inutilizzati, trasformandoli in lunghe distese, vuote, che non aspettano altro di essere reinvestite. Quale quindi il futuro di Genova, con l'incognita di Ansaldo Energia e la richiesta di ricapitalizzare l'azienda, con nuovi investimenti ad ampio spettro.

Un disco verde che sembra essere arrivato proprio attraverso le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che ha assicurato un cambio di passo al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. Nel frattempo i sindacati, nel day after delle dimissioni dell'Ad Marino, hanno alzato la voce, chiedendo e ottenendo per martedì 7 febbraio un incontro proprio con il titolare del dicastero. 

Di questo e molto altro parleremo con i principali attori della politica genovese e ligure, ma anche con i sindacati e i lavoratori, con coloro che ogni giorno sono protagonisti del proprio presente ma con l'incognita di quello che sarà il loro futuro.