GENOVA - Tornano a teatro i detenuti della casa circondariale di Genova Marassi che dal 19 al 24 aprile al Teatro Ivo Chiesa porteranno in scena "Delirio di una notte d'estate", una rivisitazione da Shakespeare. E i più contenti sono proprio loro, i detenuti, che possono tornare sul palcoscenico a incontrare la città.
"Inizia a fare lo spettacolo per passare il tempo, poi ti affezioni e non potendolo fare ti manca a livello psicologico ed emotivo: l'anno scorso lo abbiamo fatto in streaming, ma non è come farlo dal vivo"
A parlare è Giorgio che è alla sua ottava rappresentazione e che ormai è un attore provetto: "Il mio ruolo di quest'anno è una presa in giro di quello che nasce come una presa in giro ovvero sarò una drag queen, ma una drag casalinga, un po' ruspante e romagnola: si tratta di uno spettacolo molto divertente, anche se credo che Shakespeare potrebbe rivoltarsi nella tomba con questo allestimento", scherza raccontando a Primocanale quello che farà in scena alla Corte. E gli fa eco Sahid: "Per me è stata la prima volta che faccio questo percorso: non ero mai andato a teatro prima ed è stata una bellissima esperienza". Ma poi Giorgio spiega il significato di questo progetto: "Ogni anno cambia la compagnia: è un bene perché se ne va, una sfiga per chi come me rimane", ironizza.
"Quello che è certo è che si crea una bellissima coesione sia con gli attori esterni che con noi detenuti: una sintonia, un divertimento comune, una voglia di fare generale che riusciamo poi a trasmettere questo nostro entusiasmo anche al pubblico che ci viene a vedere"
La pandemia negli ultimi due anni ha pesato anche sull'attività di Teatro Necessario che dal 2005 ogni anno prepara uno spettacolo, con la regia di Sandro Baldacci e la partecipazione di attori professionisti, per presentarlo al pubblico su uno dei palchi cittadini. L'anno scorso, "Profughi da tre soldi" aveva debuttato online. Il progetto prevede ogni anno la creazione di uno spettacolo in una rilettura che possa far riflettere chi partecipa, che sia da spettatore o da protagonista, su una determinata tematica. "Mai più intitolerò uno spettacolo 'delirio' perché è stato un vero delirio, non abbiamo mai provato con tutti gli attori in scena a causa delle restrizioni del Covid-19", racconta Baldacci. "Nonostante tutto siamo qua, dopo due anni di pandemia volevamo realizzare uno spettacolo più leggero, ironico, divertente: così i folletti e spiritelli che affollano l'universo shakespeariano sono soliti somministrare, al posto di filtri e pozioni, potenti sostanze chimiche e droghe, forse meno poetiche, ma dal sicuro effetto".
"Le recite al Teatro dell'Arca per le classi delle scuole sono già tutte esaurite e siamo contenti per questo traguardo"
Nel 2013 è stato costruito il Teatro dell'Arca con l'aiuto dei detenuti proprio all'interno del carcere, dove questo allestimento inaugurerà la seconda parte della stagione: ogni anno viene proposta una serie di spettacoli che vanno in scena sia per il personale e le persone detenute, sia per il pubblico genovese e soprattutto le scuole. Il Teatro dell'Arca è sia spazio di libertà per i detenuti sia luogo di incontro tra carcere e città, spesso visti come due mondi lontani e ben separati. La Casa Circondariale di Marassi, invece, è inserita nel centro città e il reinserimento sociale è la principale finalità che ogni direttore si propone. Come Tullia Ardito, che è arrivata da un mese a ricoprire questo ruolo e che ha ben capito l'importanza di Teatro Necessario: "Si tratta di un'esperienza di gran valore. Per me è la prima volta che dirigo un carcere con una compagnia teatrale all'interno e lo sosterremo, come sempre stato fatto da tutti i precedenti direttori, cercando di collegarlo molto alla formazione professionale perché non sia un percorso fine a sé stesso"
"Puntiamo ad aumentare i corsi professionalizzanti in modo tale che i detenuti, una volta usciti dal penitenziario, avranno in mano un attestato spendibile nel mondo del lavoro, magari anche in campo teatrale"
E il cast, che vede la partecipazione di Igor Chierici e Cristina Pasino, ma anche di Luca Cicolella e Caterina Bonanni, ma soprattutto Giorgio, Sahid e altri detenuti è lieto di poter festeggiare il ritorno ad una quasi normalità per la 'scatenata' compagnia. La pandemia è un ricordo molto nitido ed è stato ancor più di isolamento per i detenuti, che per evitare il dilagare del virus nella struttura hanno dovuto osservare quarantene più stringenti, come ricordano Giorgio e Sahid.
"Sono stati molto difficili perché siamo stati chiusi h24 nelle nostre celle, senza teatro, senza scuola, senza lavoro o altre attività per noi è stato davvero difficile. Ognuno di noi ha delle persone care al di fuori ed è stato molto doloroso non poterle incontrare per tanto tempo"
IL COMMENTO
Grazie dei consigli, caro Principe
Il Pd ha i voti e i giovani forti, ma restano i “parrucconi”