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Cinque persone, definite dallo Stato 'soggetti disagiati', ormai da mesi dipingono le ringhiere di alcune vie dei quartieri della Val Bisagno
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GENOVA-La pandemia ha colpito tutti, anche chi lavorava nello stesso posto da 50 anni e da un momento all'altro si è ritrovato senza posto di lavoro. Sono tante le persone in Italia e nel capoluogo ligure. Persone che hanno perso il lavoro e superano i 50 anni d'età, chi ha una dipendenza o ha scontato una pena, invalidi fisici o psichici, disoccupati di lunga durata: non esiste un identikit di chi, tramite associazione e cooperative, si è dato una seconda chance grazie ad un progetto del Municipio bassa Val Bisagno. Cinque persone, definite dallo Stato 'soggetti disagiate', ormai da mesi dipingono le ringhiere di alcune vie della Val Bisagno.

Via del Camposcio, via Loria, via Al Forte di Santa Tecla, via Terralba e via Ginestrato: sono solo alcuni dei luoghi dovei i cinque, insieme alla squadra di operai del Municipio, si sono dati da fare per i quartieri di Marassi, San Fruttuoso e Quezzi. "Vengono definite 'soggetti svantaggiati' - spiega Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Val Bisagno -. Provengono da cooperative, magari hanno perso il lavoro o c'è qualche altro problema che impedisce di trovare un lavoro stabile. Per un anno saranno integrate nella squadra operaia del Municipio Bassa Val Bisagno, che da sempre lavora per i quartieri."

"Lavorano insieme ai nostri operai e si dedicano alla coloritura: devo dire che sono davvero forti, molto motivati. Per legge non possono lavorare con macchinari che magari i nostri operai usano - continua Ferrante -, ma questo non li ferma: si impegnano a ridipingere ringhiere e parapetti per le vie dei nostri quartieri, e devo dire che i residenti sono contenti".

Genova, Jimmy: "Pulisco giardini per sdebitarmi del reddito di cittadinanza"-LA STORIA

Non è il primo progetto di integrazione organizzato dal Municipio: Virginio Bertani, per tutti "Jimmy", 63enne ex artigiano di Marassi, caduto in disgrazia dieci anni fa quando ha dovuto chiudere la sua attività, dall'aprile del 2019 riceve dallo stato 500 euro ogni mese di reddito di cittadinanza. Lui, grazie al Patto di Collaborazione con il Municipio Bassa Valbisagno, in cambio del reddito svolge opera di volontariato pulendo i giardini pubblici di piazza Terralba, a San Fruttuoso, e di viale Bracelli a Marassi, due nuove aree verdi di Genova.

"È sempre bello vedere persone che si danno da fare, prima del decreto Salvini avevamo un patto con la Questura che permetteva ai migranti dei centri di accoglienza di lavorare e integrarsi. Anche quello era stato un successo - conclude Ferrante -, esattamente come questo progetto".

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