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SANREMO - La Procura di Imperia ha depositato la richiesta di archiviazione nel confronti del cantante Blanco, indagato con l'accusa di danneggiamento per aver distrutto a calci il 'giardino di rose' che faceva parte della coreografia montata sul palcoscenico del teatro Ariston all'ultimo Festival di Sanremo.


Blanco era stato invitato per presentare il nuovo singolo L'Isola delle rose, ma a un certo punto dell'esibizione, dopo la mezzanotte, ha cominciato a dare in escandescenze, sferrando calci alla composizione floreale. "Non sentivo in cuffia, non potevo cantare - spiegò dopo l'artista -. Ma almeno mi sono divertito, la musica è anche questo". Il presentatore Amadeus gli aveva risposto: "Ora ti calmi e sistemiamo, se vuoi dopo puoi tornare a cantare". Alla fine Blanco non ha più cantato, ma dietro quel colpo di testa è nato un caso.

Massimo riserbo sulle motivazioni che hanno indotto la Procura a chiedere l'archiviazione. "C'è stata una risposta della Rai - afferma il procuratore di Imperia, Alberto Lari - Amadeus è stato ascoltato dalla Digos di Milano e sulla base delle giustificazioni fornite, riteniamo che il fatto si possa archiviare". Blanco chiese successivamente scusa, con un post. L'indagine è stata seguita dal pubblico ministero Barbara Bresci.

Ma la decisione non è andata giù al Codacons che ha annunciato che presenterà opposizione alla richiesta di archiviazione per il caso Blanco. Era stato proprio l'esposto del Codacons a portare all'apertura dell'inchiesta. "Non condividiamo la richiesta di archiviazione. Anche a seguito di quanto emerso dopo i fatti e delle evidenze secondo cui non si sarebbe trattato di una scena concordata ma di una vera e propria esplosione di rabbia da parte dell'artista, crediamo ci siano tutti gli estremi per proseguire l'inchiesta e accertare i fatti dinanzi al Tribunale, e per questo presenteremo formale opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura", spiega il presidente Carlo Rienzi.

 

Disavventura per un pullman con 60 bambini bergamaschi oggi in visita all'Acquario di Genova. Intorno alle 16.30 il mezzo che li stava riportando a casa all'ingresso dell'autostrada a Genova Ovest ha fuso la frizione e per sicurezza l'autista si è fermato per evitare ai piccoli viaggiatori il rischio di un'intossicazione da monossido di carbonio.

Subito sono intervenuti i volontari del 118 e cinque bimbi che lamentavano nausea e cefalea per sicurezza sono stati trasportati al Gaslini insieme ad un'insegnante. Le loro condizioni non destano alcuna preoccupazione.

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"Abbiamo circa 70 passaggi al giorno ma siamo in attesa che il numero aumenti con l'avvicinarsi dei mesi più caldi".

E' un quadro preciso e inequivocabile quello tracciato da Caritas Ventimiglia nella persona dell'operatrice Marisa Zito quotidianamente impegnata nell'accoglienza dei migranti nel centro della città di confine, a pochi metri dalla stazione ferroviaria.

Una situazione 'apparentemente tranquilla' che, sempre secondo Caritas, potrebbe cambiare pochi giorni dopo l'attracco della Geo Barents nel porto di Spezia previsto, salvo cambiamenti dell'ultima ora, alle 13 di venerdì.

"Essendo molto vicini a Ventimiglia - ha infatti spiegato la Zito - è possibile che nei prossimi giorni troveremo i ragazzi qui. Pochi giorni perché so di persone che per raggiungere Ventimiglia dalla Sicilia, per esempio, ne impiegano dai 15 ai 17". 

L'associazione di volontariato, come noto, ha la situazione in mano in merito a pasti e docce nelle ore diurne contrariamente a quello che invece succede nelle ore notturne.

"Non vi è un centro d'accoglienza e i pochi posti letto a disposizione sono occupati, di notte - aggiunge - i più trovano rifugio dove capita, prevalentemente in zona Roya e cimitero, come sempre. Chi rimane in attesa, chi tenta di oltrepassare il confine per entrare in Francia".

E, in tema di respingimenti, la Zito non ha dubbi. "Sono quotidiani, come da anni a questa parte. Ora, aspettiamo di vedere cosa accadrà con l'arrivo dei 150 agenti francesi in più e, a quanto si dice, con il potenziamento delle forze dell'ordine italiane".

 

 

GENOVA - Dopo l'umiliante sconfitta per 5 a 0 a Firenze con la Fiorentina, domenica sera una trentina di ultrà della Samp ha atteso in piena notte la squadra al quartier generale di Bogliasco assediando il pullman dei giocatori.

L'obiettivo principale dei tifosi è stato soprattutto l'attaccante Sabiri, reo di avere regalato una maglietta della Samp a un tifoso viola (ossia della squadra di cui farà parte la prossima stagione) che indossava la maglietta del Marocco: con lui sono volate parole grosse, o forse anche di più.

Tutto è successo dopo la mezzanotte. Poi a Bogliasco sono arrivati i poliziotti della Digos che hanno riportato la calma e permesso ai giocatori di salire sulle loro auto e raggiungere le proprie abitazioni.

Per precauzione la vettura di Sabiri è stata scortata sino al domicilio del calciatore, che da allora è stato messo fuori rosa e consigliato di andare in Germania dalla sua famiglia. Di fatto un congedo anticipato per l'attaccante marocchino.

 

foto d'archivio

Il giudice per le indagini preliminari Milena Catalano ha condannato a una pena pecuniaria di 1.500 euro e a un risarcimento di 3mila euro, oltre alle spese legali, un uomo di Livorno per aver minacciato e molestato via telefono l'infettivologo Matteo Bassetti. Il no vax era iscritto al canale Telegram 'Basta dittatura' dove erano stati pubblicati il numero dell'infettivologo e di altri medici, oltre a giornalisti e politici. Il fatto aveva dato il via una campagna di "persecuzione" da parte dei no vax nei confronti delle vittime.

Secondo quanto denunciato da Bassetti l'uomo condannato lo aveva chiamato più volte di notte e poi gli aveva mandato messaggi di minacce via WhatsApp, tra cui "Presto pagherà il conto". Non è la prima volta che un no vax viene condannato per minacce e molestie ai danni del primario del San Martino. "Giustizia è fatta - ha commentato Bassetti sui social - attendiamo l'esito degli altri processi già fissati per il 2023 e il 2024".