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La Sampdoria, in avvio del girone di ritorno, è attesa dalla trasferta di Bergamo, sabato 28 gennaio alle 20,45, contro l'Atalanta. La squadra blucerchiata non sarà sola: molti tifosi sono decisi a seguirla allo stadio ricostruito sul sito del vecchio "Brumana", poi ribattezzato "Atleti Azzurri d'Italia".

La Federclubs comunica che finora hanno organizzato pullman i seguenti club: Alassio (info 3664889521), Albenga (3464005057), Fedelissimi (3473323877 / 3394303433), Imperia (3356796990), Junior (3392567554), Levante (3391460005), Paveto (3930931234), Pegli - Il Tamburino (3493288684/3471714849), Praini (3405298508), Rapallo (3493930216), Recco (3355628571).

 

Dal 6 gennaio la cancellata di accesso alla Gradinata Sud, presso l'ingresso 9, è diventata un memoriale per Gianluca Vialli, scomparso quel giorno a Londra a soli 58 anni per una malattia contro la quale si curava dalla fine del 2017. Tra i lasciti morali consegnati alla gente tra cui il campione cremonese sarebbe voluto tornare da presidente della Sampdoria, ci sono il libro "La Bella Stagione", divenuto un film con la regia di Marco Ponti, presentato in anteprima a Genova il 27 novembre scorso, ultima apparizione pubblica di Vialli.

Quel film si conclude con una passeggiata di Vialli e Mancini sul molo retrostante i giardini di Quinto, che da allora è stato scelto dai tifosi della Sampdoria come luogo della memoria, tanto che Federico Bogliolo, presidente del Municipio Levante intende intitolarlo al campione scomparso, che negli anni genovesi, dal 1984 al 1992, viveva a Villa Maria in via Gianelli. E proprio su quel molo saranno trasferite tutte le sciarpe blucerchiate lasciate dal 6 gennaio dai tifosi doriani sulla cancellata della Sud.

https://www.instagram.com/p/CnzJZN-Ikva/

 

LA SPEZIA - Ecco le parole del capitano dello Spezia Emmanuel Gyasi, al termine della sfida persa per 2 reti a 0 contro la Roma di Mourinho.

Sulla partita:

"Non è stata la nostra miglior partita, abbiamo commesso due errori che ci sono costati cari e che hanno condizionato l'incontro. Comunque dobbiamo alzare la testa, perché siamo gli stessi che vengono da cinque risultati utili consecutivi e quindi già dalla prossima gara dovremo tornare a muovere la classifica."

Su cosa è mancato a questo Spezia:

Da parte di tutti noi questa sera è mancata un po' di cattiveria, quando affronti queste squadre non puoi permetterti leggerezze, in questi casi c'è bisogno di andare forte e correre più degli avversari. In ogni caso non facciamo drammi, l'importante è che si impari da questi errori e si migliori partita dopo partita.

Sulla pesante situazione legata agli infortuni

"La situazione infortunati non deve essere una scusante, perché è vero che mancano giocatori importanti per questa squadra, ma è anche vero che i giocatori che abbiamo a disposizione sono tutti all'altezza della Serie A. Chiunque venga chiamato in causa deve sempre dare il proprio contributo, cercando sempre di dare tutto se stesso, pertanto nessun alibi, ma voglia di ripartire subito."

Sul Bologna, prossimo avversario delle Aquile:

"Venerdì ci aspetta una gara importante, contro una squadra forte, attrezzata, contro cui vogliamo fare una grande prestazione." 

Consegnare la Sampdoria a un personaggio inadeguato è il “peccato originale” da cui faticano a emendarsi i Garrone, che valgono 4 miliardi di capitalizzazione in Borsa e che hanno appena incassato 1 miliardo dalla vendita di una quota di minoranza a un fondo australiano. Non sarebbero mancate loro le risorse e le conoscenze non diciamo per andare avanti senza troppi patemi, ma soprattutto per trovare un erede migliore di Ferrero.

L’errore di nove anni fa non solo permane, ma si aggrava nelle conseguenze. La Sampdoria non era certo nei desideri e nemmeno nei piani del patriarca Riccardo, il cui intervento di ventun anni fa aveva avuto radice in un errore di valutazione - peraltro solidaristico - cui riparare, nel segno di una parola d'onore sola e mantenuta fino alla fine. Così Garrone senior rilevò la società dai Mantovani per una questione di principio.

Un’altra questione di principio rischia adesso di affossare l’Unione Calcio Sampdoria 1946: la ferma volontà di salvare il club senza riconoscere alcunché al destinatario del dono di nove anni fa, con il rischio concreto di far saltare tutto.

Tutto nasce dalle divergenze interne alla dinastia dopo l’avvicendamento generazionale. Alessandro per nulla interessato al calcio, anzi appassionato e valente ciclista amatoriale; Edoardo fortemente coinvolto per passione, perché tifoso da sempre, fino ad assumere la presidenza alla scomparsa del padre. Il tema antico era il peso della Sampdoria sui conti della capogruppo, un peso peraltro anche dovuto a mancanza di visione specifica.

La persistente diversità di posizione emerge da due dichiarazioni pubbliche: "L'unica promessa che vi posso fare è che prima che la Sampdoria muoia, e non morirà, io farò tutto quello che è nelle mie possibilità per evitarlo" (Edoardo Garrone in diretta a Primocanale, 11 giugno 2019); "Per noi la Sampdoria è storia chiusa, quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto nei tredici anni in cui è stata nostra" (Alessandro Garrone al Ducale, in margine a un evento FEG, 14 dicembre 2021). La prima frase pronunciata in prima persona singolare, la seconda proferita in prima persona plurale. Più chiaro di così.

Ma la "storia chiusa" torna a bussare alle porte della famiglia che ha messo la Sampdoria in mani che non avrebbero potuto che portarla dove si trova adesso. I Garrone avevano il pieno diritto di uscire dal calcio, un mondo che non sentivano loro. Ma la soluzione non era certo quella di regalare dalla sera alla mattina la società ad un personaggio improponibile come Ferrero, con il quale noi di Primocanale non abbiamo mai voluto aver nulla a che fare.

Un regalo che “costrinse” Edoardo a mantenere rapporti col successore, anche per via di alcune fideiussioni in corso per le quali nessun banchiere avrebbe accettato la sostituzione delle garanzie di un nome come quello dei Garrone con il nulla di Ferrero. Uno strascico inevitabile, dopo aver attuato una transizione societaria assurda, inimmaginabile per un bene di proprietà di una struttura internazionale come la San Quirico e di una famiglia come i Garrone.

Alessandro Garrone, molto abile negli affari come dimostra la fruttuosa cessione alla Lukoil della raffineria siciliana, era da sempre insofferente (in modo del tutto legittimo) verso i passivi di gestione della Sampdoria. Ma oggi anche lui deve riflettere sul fatto che quella operazione, che vide la Sampdoria passare dalla San Quirico a Ferrero, operazione su cui aveva messo la faccia il fratello Edoardo, come Presidente uscente oltre che come primogenito della terza generazione, fu totalmente sbagliata, tanto che nove anni dopo la loro famiglia è di nuovo al punto zero e non può sentirsi, almeno moralmente e verso la piazza, estranea e irresponsabile rispetto alla eventuale liquidazione della storica Sampdoria.

E moralmente i Garrone devono affrontare il problema, e deve farlo la famiglia intera, perché la San Quirico è di loro proprietà e il loro amministratore Luca Bettonte gestisce benissimo l’enorme business delle rinnovabili, fonte di enormi profitti, ma forse non comprende come sia profonda la ferita inferta alla Sampdoria e come la famiglia sia coinvolta in questa vicenda a titolo di piena responsabilità storica e morale, con le conseguenze reputazionali del caso. Duccio avrebbe certamente affrontato e risolto il problema come ventun anni fa, invece gli eredi oggi si attestano su una posizione di principio incomprensibile e ingiustificabile.

A conti fatti, c’è poco da girarci intorno: loro hanno messo la Sampdoria nelle mani di Ferrero, loro devono trovare la soluzione a un problema enorme da loro stessi creato. Le questioni di principio, tardive e distruttive, sarebbe stato meglio porsele a suo tempo, con qualche accertamento - neppure troppo laborioso, bastavano google e wikipedia - sul profilo e sul passato del personaggio a cui stavano regalando un patrimonio del calcio italiano e della storia sociale di Genova e d'Italia, un bene molto amato da una moltitudine.

Se vogliono passare alla storia come quelli che, affidandola a mani facili da capire inadeguate, hanno avviato il percorso di scomparsa della Sampdoria, vadano avanti sulla strada finora battuta. Se vorranno invece rimediare, e i mezzi a loro non mancano, lasceranno di se stessi nel tempo un ricordo migliore. E quanto sia importante essere ricordati con affetto è lezione, sia pure amara, di questi giorni, in cui il mondo blucerchiato non vuole smettere di commuoversi per Vialli, un vecchio ragazzo che sarebbe stato degno di fare il presidente della Sampdoria; e che oggi per alcuni è nostalgia, per altri rimorso.

La Sampdoria sta per presentare all'inizio della settimana la richiesta di composizione negoziata della crisi, unica strada percorribile in mancanza di decisioni dell’assemblea dei soci di fare un aumento di capitale. La procedura viene presentata presso la Camera di commercio, la documentazione necessaria, già pronta e raccolta dal CdA, dovrà essere trasmessa all'ente camerale che, tramite il comitato ristretto di tre persone, nominerà un esperto preso da un albo specifico che, nella fase di composizione, affiancherà il CdA. L'obiettivo teorico è perseguire il risanamento della società, agevolando le trattative con i creditori e gli altri soggetti interessati, ma è chiaro fin d'ora che in mancanza di interventi finanziari non si potrà arrivare a una soluzione.

La composizione negoziata è il metodo scelto dal CdA con il Collegio Sindacale, alla luce della carenza di liquidità che sta gravando sull'ordinaria amministrazione della Sampdoria. Venute meno sia le presunte trattative con presunti pretendenti mediorientali, sia l'offerta di Merlyn Advisors di Alessandro Barnaba, che non ha avuto riscontro positivo dal socio di maggioranza e dalle banche a cui richiedeva una profonda ristrutturazione, i dirigenti si rivolgeranno all'ente camerale, e con l'esperto incaricato proveranno a ragionare con le banche per una ristrutturazione del debito, chiedendo magari anche nuova finanza per arrivare a fine campionato.

L'alternativa, in caso di esito negativo di una procedura della durata di alcune settimane e dell'aumento di capitale già da Novembre richiesto dal Consiglio di Amministrazione anche con la possibilità dell'intervento dei terzi, è drammaticamente la messa in liquidazione della società presso il tribunale.

Il passo della dirigenza segna un'accelerazione nello stallo che vede di fronte Ferrero e Barnaba, alle spalle del quale si muove la famiglia Garrone come lo stesso Viperetta ha evidenziato citando in un intervento web Luca Bettonte, amministratore delegato della San Quirico, la capogruppo degli ex proprietari della Sampdoria che da diversi mesi ha sulla scrivania il dossier Sampdoria.

Lo stallo è dovuto al "braccio di ferro" tra l'attuale azionista e i Garrone: il primo chiede una sorta di buonuscita, che gli permetta di risolvere la grana dei suoi concordati, i secondi sarebbero disponibili (secondo quanto promesso dallo stesso Edoardo Garrone nei nostri studi, vedi qui) a salvare la Sampdoria impuntandosi però sul non corrispondere alcuna contropartita economica al Viperetta. Quest'ultimo però, nella sua situazione, in cui non ha più nulla da perdere, si prepara al tanto peggio tanto meglio. Il tutto sulla pelle della Sampdoria, che la sconsiderata "regalia" dei Garrone del 12 giugno 2014 a un soggetto del tutto inadeguato, come era ben chiaro e noto, ha portato, passo dopo passo, nella situazione più cupa. Questa "guerra" tra ex proprietari e proprietario attuale (nella foto, a sinistra Ferrero e a destra i fratelli Edoardo e Alessandro Garrone) si combatte a spese di una realtà amata da una moltitudine e per salvare la Sampdoria nessuno potrà vincere, tutti dovranno rinunciare a qualcosa.