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Gli occhi sono tutti puntati sul Tar, il tribunale amministrativo regionale che forse mai, come nella vicenda della diga di Genova, ha subito tante "pressioni" indirette e auspici a una rapida decisione: in ballo c'è il futuro dello scalo genovese, perchè se la vicenda giudiziaria andasse avanti troppo, si rischierebbe di non rispettare i tempi, strettissimi imposti dal PNRR, cioè la chiusura dell'opera a fine 2026. Sul tavolo c'è il ricorso presentato dal consorzio Eteria (Itinera-Gavio e Vianini Lavori-Caltagirone) con la spagnola Acciona contro l'Authority, che ha deciso di assegnare l'incarico a Webuild-Fincantieri Infrastructure.

Il presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini, poche ore fa durante l'evento "Terrazza incontra", si è detto sicuro che l'opera, del valore di 1miliardo e 300 milioni, si farà e i cantieri si apriranno a dicembre. Ma in mezzo c'è il percorso tutt'altro che scontato del tribunale amministrativo che, come ha spiegato lo stesso Signorini, potrebbe anche prendersi un po' di tempo per decidere su una questione che rischia di compromettere il futuro dello scalo, la sua possibilità di far entrare navi più grandi, movimentare più container e creare posti di lavoro. 

L'udienza è fissata in Camera di consiglio e riguarda la prima fase del giudizio cautelare: "La concessione della misura cautelare monocratica dev'essere utilmente limitata alla stipulazione del contratto, fermo il proseguimento delle verifiche previste dalla normativa vigente in materia di lotta alla mafia e dei requisiti di ordine generale e speciale dichiarati dall'aggiudicatario". È quanto contenuto nelle motivazioni del decreto di sospensiva del Tar della Liguria.

Le motivazioni fanno riferimento anche al fatto che il decreto di aggiudicazione riguarda un'opera pubblica di "particolare complessità e di rilevante impatto finanziata in parte con risorse del Pnrr e inserita nel Piano nazionale complementare", richiamando la normativa speciale per questi appalti prevista per legge. Il giudice amministrativo ha accolto la domanda di misura cautelare presentata dalla cordata sconfitta per l'opera e "sospende l'esecuzione del decreto di aggiudicazione del 12 ottobre 2022, ai soli fini della stipulazione del contratto, fissando per la trattazione collegiale della domanda cautelare la camera di consiglio" di domani appunto.

Il ricorso è stato presentato contro il Commissario Straordinario per la realizzazione della Nuova Diga Foranea di Genova Paolo Emilio Signorini, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Regione Liguria, la Città Metropolitana di Genova, il Comune di Genova.

"Il Commissario Straordinario, operando in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, potrebbe prescindere dal rispetto del termine di stand-still e stipulare il contratto anteriormente alla prima camera di consiglio utile - spiega il Tar accogliendo la prima domanda cautelare - La eventuale stipulazione del contratto anteriormente alla camera di consiglio per la trattazione dell'istanza cautelare frustrerebbe irrimediabilmente l'interesse primario del ricorrente all'aggiudicazione della commessa, sicché ricorrono i requisiti di estrema gravità ed urgenza. Le valutazioni sull'applicazione delle normative, circa la coerenza della misura adottata con la realizzazione degli obiettivi e il rispetto dei tempi di attuazione del Pnrr, riguardo alla comparazione dell'irreparabilità del danno lamentato dal ricorrente con l'interesse del soggetto aggiudicatore alla celere prosecuzione delle procedure, pertengono propriamente alla naturale fase collegiale di trattazione della domanda cautelare".

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GENOVA - "Il prolungamento della metropolitana di Genova da Brignole a piazza Martinez sarà pronto nel 2024. Per il Comune di Genova le officine ferroviarie potranno restare dove sono" l'assessore alla mobilità del Comune di Genova Matteo Campora rispondendo a una interpellanza della consigliera del Pd Cristina Lodi a Tursi fa il punto della situazione e dà la buona notizia per i lavoratori dell'officina ferroviaria che non dovranno spostarsi per consentire le lavorazioni utili alla realizzazione della tratta di prolungamento della metropolitana.

In tutto sono circa cento le persone che lavorano nell'Officina. Qui si riparano i treni dei pendolari genovesi e l'obiettivo del Comune è mantenere a Genova questo tipo di lavorazione. Sarà però Trenitalia a decidere se restare o meno. "I lavori del prolungamento della metro non sono fermi - spiega ancora l'assessore Campora -. La questione delle Officine ha portato via un po' di tempo perché è stato necessario fare in modo che il progetto prevedesse l'ingresso dei treni all'interno delle Officine. Il tavolo operativo ha già individuato delle soluzioni" spiega l'assessore. 

A questo punto la palla passa a Trenitalia che conferma il fatto che c'è un tavolo tecnico aperto con il Comune sul tema Officine ma che per il momento non risulta nulla di definitivo. Tutta l'area compresa tra Brignole-Terralba-Martinez è interessata oltre ai lavori della metro anche a quelli Terzo Valico ma quella che interessa le Officine riguardava solo quelli della metro. 

Per avviare i lavori è stato necessario che il Comune di Genova ottenesse la proprietà ed entrasse in possesso delle aree di cantiere cosa già avvenuta come rimarcato dallo stesso Campora. Sul tema Officine l'assessore aggiunge ribadendo che poi la scelta ricadrà comunque su Trenitalia: "Riteniamo che la manutenzione dei treni debba restare a Genova perché può assicurare un miglior funzionamento degli stessi treni. Si è trovata la soluzione tecnica per mantenere degli ingressi direttamente alle officine". A settembre del 2021 il Comune di Genova aveva acquisito da Rfi per circa un milione di euro alcune aree del sedime ferroviario tra Brignole e Terralba. Nel 2019 una serie di scioperi indetti dai sindacati erano stati portati avanti dai lavoratori del comparto Officina per scongiurare un eventuale trasferimento. Oggi dopo tre anni da quello proteste alla luce delle novità la Cgil ha chiesto un incontro con il Comune per capire nel dettaglio la situazione e le prospettive. 

 

GENOVA - Nelle ore che precedono la decisione del Tar (venerdì) sul ricorso presentato dal consorzio Eteria contro l'aggiudicazione dei lavori della diga alla cordata We Build-Fincantieri-Fincosit e Sidra, si moltiplicano gli auspici affinchè l'opera si faccia al più presto. "Per la nuova diga del porto di Genova la Regione Liguria si sta muovendo costituendosi anche in giudizio, perché siamo tra i finanziatori dell'opera con una cifra ragguardevole di 50 milioni. Speriamo che arrivi al più presto la pronuncia del Tar", ha commentato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a margine di un incontro pubblico al salone Orientamenti, a proposito dell'udienza al Tar del 18 novembre per il ricorso presentato dalla cordata esclusa dall'appalto, il consorzio Eteria (Itinera-Gavio e Vianini Lavori-Caltagirone) con la spagnola Acciona.

L'autorità portuale ha deciso di assegnare l'incarico a Webuild-Fincantieri Infrastructure. "È un appalto complesso tra i più importanti che si stanno svolgendo al momento in Italia, quindi è immaginabile che vi sia qualche imprevisto e qualche curva nel percorso, ma contiamo di arrivare alla consegna dell'opera e all'inizio dei lavori nel più breve tempo possibile", aggiunge Toti.

Oltre che dalla Regione le rassicurazioni sono arrivate anche dal presidente del porto di Genova, Paolo Emilio Signorini, che durante "Terrazza incontra" a Terrazza Colombo ha parlato per la prima volta, nei termini che gli sono consentiti in questa situazione, delle conseguenze del ricorso al Tar presentato dal consorzio Eteria.  "Opere di queste dimensioni sono spesso oggetto di contenziosi multipli, quindi è difficile dire se l'udienza del Tar di venerdì sarà decisiva. Fare grandi opere è un'avventura in Italia, il rischio protrarsi all'infinito dei tempi c'è e c'è sempre stato. Di converso, io credo che quando si lavora seriamente, come accaduto a Genova, è difficile che un lavoro vada perso. Contiamo di cantierizzare a dicembre le opere propedeutiche. Questo capitale resterà e, comunque vada, la diga si farà".

GENOVA - La divisione crociere del gruppo Msc ha preso oggi ufficialmente in consegna da Fincantieri la nuova ammiraglia MSC Seascape, alla presenza del vice presidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Matteo Salvini. 

Ventunesima nave della flotta – e quarta nave già costruita per Msc da Fincantieri su un totale di 10 navi finora ordinate al cantiere italiano, per un investimento complessivo superiore a 7 miliardi di euro –, Msc Seascape è la nave da crociera più grande e tecnologicamente avanzata mai costruita in Italia e presenta innovazioni importanti anche sotto il profilo ambientale.

ROMA - Un impegno concreto del Governo "affinché adotti tutte le iniziative necessarie per garantire che la nuova Diga forenea del porto di Genova venga realizzata nei tempi previsti, con l'utilizzo dei fondi del Pnrr già stanziati", sarà inserito nel decreto Aiuti ter. Lo ha richiesto con un ordine del giorno il senatore ligure Lorenzo Basso, del Pd, vicepresidente della commissione lavori pubblici e comunicazioni, dopo che a causa del ricorso presentato dal consorzio che ha perso la gara per l'assegnazione dei lavori, c'è il rischio che i tempi si allunghino e i finanziamenti vadano persi. 

"La Diga - spiega Basso - è l'opera più importante contenuta nel Pnrr, finanziata con il fondo complementare legato al Pnrr e con risorse della Bei, e trasformerà Genova in uno degli hub commerciali più importanti d'Europa, in grado di superare il target dei 5 milioni di Teu di capacità. Il costo stimato complessivo per la realizzazione del progetto è di circa 1 miliardo e 300 milioni e l'inizio dei lavori è stato inizialmente previsto per il gennaio del 2023, con termine a dicembre 2026. Ora però, dopo l'annullamento della gara da 20 milioni di euro per il coordinamento progettuale e la direzione dei lavori, desta grande preoccupazione la richiesta di sospensiva contenuta nel ricorso del consorzio Eteria, anche perché sul futuro dell'opera gravano altre azioni legali".

"Anche i sindacati - continua Basso - non nascondono i loro timori perché con il blocco dell'opera si rischia di perdere 1000 posti di lavoro all'anno solo nel settore edile. Di fronte alla grande attesa per l'udienza del Tar del 18 novembre, con la speranza che già in quella sede si possa avere una pronuncia sulla diga, abbiamo impegnato il Governo ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire la sua realizzazione, che fa parte delle 10 opere prioritarie per cui è prevista la procedura accelerata".