Vai all'articolo sul sito completo

GENOVA - Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti è intervenuto sulle dimissioni da senatore del Partito democratico di Carlo Cottarelli. "Cottarelli è un ottimo professore, farà quello che ritiene più opportuno" ha commentato Toti. 

Cottarelli lascia il Pd: "Troppo di sinistra". Il centro? "Per ora non ci penso"

"Per quanto riguarda il Pd mi sembra scontato che lo spostamento a sinistra del nuovo segretario possa scoprire una parte di centro - ha aggiunto il presidente -, così come l'implosione del Terzo Polo non costituisce certamente una risposta all'esigenza di equilibrio della politica italiana. Il mondo centrista ha bisogno di una sua riorganizzazione perché manca in questo Paese una forte offerta baricentrica che c'è sempre stata, dalla Democrazia Cristiana ai tempi migliori di Forza Italia.

Su questo, però - sottolinea Toti -, la Liguria è un pezzo più avanti del Paese: le liste che governano la Regione, la lista Toti che è il primo partito così come le liste civiche dei sindaci hanno un'ispirazione centrista. Nei prossimi mesi dovremo lavorare perché tutto questo a livello nazionale possa aggregarsi in uno schieramento che dia una risposta non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale legato a una risposta politica più complessiva".

GENOVA - Una storia d'amore durata pochi mesi quella tra l'economista Carlo Cottarelli e il Partito democratico, a trazione Elly Schlein. E allora proprio nelle scorse ore è arrivato l'annuncio del senatore: "Lascio il Senato e il Pd per un nuovo incarico alla Cattolica". Insomma, apparentemente un nuovo impegno, "incompatibile" come definito dallo stesso Cottarelli, con la carica istituzionale. Politicamente invece una presa di distanza dai dem, "troppo di sinistra" per l'ala più moderata che faceva fede agli ex renziani e agli attuali bonacciniani. Ma partiamo dal ruolo: l'Università Cattolica, nella quale aveva già istituito e diretto l'Osservatorio Conti pubblici, gli ha chiesto di dirigere un programma per l'educazione alle scienze sociali ed economiche rivolte agli studenti delle scuole superiori.

E l'ex commissario di governo alla spending review ha deciso di accettare, tornando alle origini, da dove negli anni aveva incominciato la propria carriera: l'università e l'insegnamento. "Questa offerta è stata decisiva per lasciare l'aula del Parlamento - ha commentato Carlo Cottarelli, oggi in visita all'Università di Genova per una lezione su "Tra economia, politica e comunicazione" -, credo possa funzionare molto bene e credo possa essere utile al Paese. Faremo circa 200 visite all'anno, dipende dai finanziamenti, anche se tutti parteciperemo gratis. Ci rimborseranno il biglietto del treno (ride ndr)". 

Carlo Cottarelli ha ammesso, con molta discrezione e garbo (doti che lo hanno sempre contraddistinto in questi anni di vita pubblica ndr), che certamente tra i motivi che lo hanno convinto a lasciare il ruolo di senatore c'è anche "lo spostamento del Partito democratico, un po' più lontano dai valori liberal democratici". L'economista ha poi spiegato perché non ha cambiato gruppo parlamentare: "Secondo me sarebbe stato sbagliato, mi hanno eletto nel plurinominale, hanno votato il simbolo del Pd, ed è giusto che io sia sostituito da un altro esponente del Partito democratico, ovvero la prima non in lista". Insomma, un gesto che spesso, nella politica italiana, non siamo abituati a vedere, con i numerosi cambi di casacca durante la durata delle legislature. 

Cosa non l'ha convita di Elly Schlein, quali punti del suo programma e della sua politica non gli sono piaciuti?

"Non è questione di non essere convinto da lei, io stimo molto Elly Schlein e credo che dal suo punto di vista stia facendo la cosa giusta, è chiaro però che c'è stato uno spostamento a sinistra del Pd, lontano dai valori liberal democratici. Ma d'altronde c'è stata una scelta tra Bonaccini e Schlein, le primarie le hanno fatte apposta. Ripeto, c'è stato uno spostamento ed è giusto che il Pd abbia un'indicazione politica chiara, che paga anche a livello elettorale. Io però mi sono chiesto, cosa ci faccio qui? Io penso che lei stia facendo la cosa giusta e che dia un messaggio più netto rispetto a quello che è stato fatto negli ultimi anni".

Si avvicinerà al Terzo Polo, quello che al momento è rimasto del Terzo Polo, o comunque verso Italia Viva o Azione?

"Io adesso esco dal Partito democratico e dal Senato e faccio questa bella iniziativa, se volevo stare con il Terzo Polo potevo farlo, bastava cambiare casacca. Questo vuol dire che non mi occuperò più di politica? No, non sarà così di certo, io continuerò a occuparmene, le mie idee rimangono e non escludo che ci possano essere altre occasioni, ma al momento questo non è il mio piano". 

A chi lo incalza sulla scelta di aver lasciato solo dopo pochi mesi il ruolo di senatore e il Partito democratico, Carlo Cottarelli risponde così: "Un tempo sarebbe stato più comune cambiare casacca, adesso invece ha fatto più scalpore io ad aver dato le dimissioni, ma non critico gli altri, dico solo che in questo momento è stato giusto così, ho sentito che era la cosa migliore".

 

 

 

GENOVA - È iniziato il conto alla rovescia per le Comunali 2023, con il voto del 14 e 15 maggio saranno 23 i Comuni chiamati a rinnovare il consiglio comunale e a scegliere il primo cittadino. Quattro di questi potrebbero andare al ballottaggio 15 giorni dopo, da Levante a Ponente: Sarzana, Sestri Levante, Imperia e Ventimiglia. Per l'ultima settimana di campagna elettorale il "Programma politico di Primocanale" dedicherà la puntata ai candidati sindaco che negli ultimi giorni chiuderanno la loro volata con numerosi appuntamenti nel Comune di appartenenza.

Partiremo con un confronto a tre tra i candidati di Sestri Levante Diego Pistacchi (appoggiato dalla coalizione di centrodestra), Marcello Massucco (sostenuto dal centrosinistra con un appoggio esterno di alcuni esponenti del Movimento Cinque Stelle) e Francesco Solinas, espressione del centrodestra ma civico, sostenuto dal consigliere regionale di Forza Italia Claudio Muzio. Un dibattito tra studio e Skype per capire quali sono i punti cardine del programma e quali i progetti che verranno sostenuti e portati avanti qualora venissero scelti come sindaco di Sestri Levante. Ci sarà poi spazio per il terzo candidato che intervisteremo (non in ordine di importanza) di Camogli, Giovanni Anelli, che affronterà nel suo Comune Maurizio Castagna e Giuseppe Maggioni.

A Levante non solo Sestri Levante e Camogli, ma anche Portovenere, con una sfida a quattro. E allora con la nostra Emanuela Cavallo andremo a conoscerli meglio, per farci raccontare qual è la loro visione per i prossimi cinque anni. Sfide interessanti si svolgeranno anche a Ponente, da Imperia a Ventimiglia, dove i candidati si potranno confrontare in diretta, con le interviste coadiuvate anche dalla nostra Alessandra Boero, che in queste lunghe settimana ha accompagnato il "Programma politico di Primocanale". Appuntamento come sempre alle 21, in diretta su Primocanale.