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GENOVA - Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti commenta la decisione della magistratura di far eseguire al perito il controllo della galleria in A12 domani, giovedì 13 luglio. Tempi dilatati e rischio rinvio della riapertura delle corsie per Livorno e Genova, è questo il timore più grande che filtra nei corridoi di piazza De Ferrari. E alla finestra c'è il weekend di metà luglio, con l'arrivo dei tanti turisti in Liguria ma anche con gli spostamenti dei genovesi e dei liguri.

"La magistratura ha fatto una scelta, non dipende né dal concessionario, né dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e né da Regione Liguria. La magistratura ha ritenuto di fare ulteriori approfondimenti e di sequestrare quel tratto di strada - spiega il presidente Giovanni Toti -. Domani il perito dovrebbe visitare il luogo, spero al più presto francamente, ci prenderemo queste 24 ore, non so per quale ragione ma ci adeguiamo. Spero che il perito riscontri che tutto sta procedendo per il verso giusto e che i lavori possano continuare con quelle 24-36 ore di ritardo". 

La scelta dei periti è ricaduta sugli ingegneri Maria Migliazza e Paolo Galli, che si erano occupati dei tunnel liguri nell'ambito dell'inchiesta sul crollo della galleria Bertè in A26. Dovranno valutare se l'incendio abbia creato problemi strutturali e se vi siano problemi alla sicurezza stradale.

Dopo il sopralluogo, se i due consulenti daranno il via libera, la galleria potrà essere dissequestrata e quindi potranno riprendere i lavori. La procura ha aperto un fascicolo per lesioni e incendio colposi per quanto riguarda il rogo. Ma è stata anche delegata la guardia di finanza per capire se quella galleria fosse stata oggetto di proroga ministeriale circa l'adeguamento alla direttiva europea.

L'obiettivo, come spiegato dall'assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone, era ed è, si spera, la riapertura di due corsie per senso di marcia verso Livorno e una verso Genova entro il weekend. (LEGGI QUI)

"Speriamo di poter garantire due corsie di marcia verso Livorno entro venerdì e di riaprire totalmente verso Genova per il rientro di domenica. Era possibile fino a ieri, oggi dobbiamo aggiungere il lasso di tempo per cui la galleria verrà sequestrata, sperando che le corrette ragioni di sicurezza volute dalla magistratura confliggano il meno possibile con il ritorno alla normalità" ha aggiunto il presidente ligure Giovanni Toti. Nel mentre Aspi ha dato cancellato le chiusure notturne di giovedì notte su tutte le tratte liguri, eccetto quella in A26 direzione Nord necessaria per consentire i transiti eccezionali.

GENOVA - È atteso per domani pomeriggio, giovedì 13 luglio ndr, il controllo da parte del perito della galleria in A12 messa sotto sequestro, dopo l'incidente di domenica scorsa, con un pullman che ha preso fuoco nella galleria tra Recco e Genova Nervi. Quello che si prevede è un ennesimo weekend di fuoco, se non verranno riaperte le corsie in direzione Livorno e in direzione Genova. Arriva dal Movimento Cinque Stelle il monito alle istituzioni, con la richiesta di trovare soluzioni per scongiurare le code chilometriche che ci sono state nelle giornate di domenica e lunedì scorsi. 

Non solo la situazione legata al traffico in autostrada, ma anche gli incolonnamenti lungo l'Aurelia, paralizzata da giorni, dopo l'incidente in A12 e i danni alla galleria. "La presenza di semafori nel tratto tra Capolungo e Genova Nervi, fino ad arrivare a corso Europa, crea code lunghissime. Con questo caldo infernale non si possono lasciare le persone, le famiglie con i figli, sotto il sole - sottolinea il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio regionale Fabio Tosi -. Serve la massima serietà e un piano del traffico emergenziale che deve essere esteso a tutta la regione, perché in questo momento le zone del Golfo Paradiso e del Tigullio sono prese d'assalto dai turisti che hanno già prenotato per soggiornare in queste zone". 

Arriva quindi la richiesta, di dominio pubblico e inviata ad amministratori e istituzioni, di aprire un confronto con Regione, Città metropolitana e Prefettura. "Ci dev'essere un'unione di intenti per dare risposte ai cittadini e metterli nelle condizioni di creare meno disagi possibili" ha spiegato Fabio Tosi. Tra le soluzioni quindi, l'ipotesi di sospendere i semafori lungo l'Aurelia per far scorrere più velocemente i mezzi, ovviamente con l'ausilio degli agenti della Polizia locale. 

 

GENOVA - Continua il dibattito in città in merito all'ordinanza anti alcool che limita la possibilità di bere alcolici 'da asporto' a Genova, da dopo le 16. Se tanti giovani sono scesi in Piazza De Ferrari per manifestare il loro dissenso, anche gli esercenti hanno chiesto un passo indietro all'amministrazione, che proprio in queste ore sta valutando delle mitigazioni dell'ordinanza. L'orario potrebbe essere posticipato, su richiesta non soltanto dell'opposizione, ma anche di alcuni colleghi della maggioranza, come il capogruppo della Lega Federico Bertorello che a Primocanale ha spiegato: "pur condividendo che sia necessaria una stretta sul consumo di alcolici in città, abbiamo chiesto di apportare alcune modifiche per alleggerire le restrizioni sugli orari, anche perché crediamo sia importante ascoltare le attività". 

A presentare in consiglio comunale un'interrogazione è stato Mattia Crucioli, consigliere comunale di Uniti per la Costituzione, che è poi intervenuto anche a Newsroom 28 nel dibattito con l'assessore alla sicurezza Sergio Gambino. "Ritengo che questa misura sia eccessiva, è un primato in tutta Italia: su quasi tutto il territorio comunale, impediamo dalle quattro in poi anche di bere una semplice birra, magari in spiaggia con una pizza o anche di andare a fare un picnic o una grigliata", sottolinea il consigliere. 

"Ad esempio io l'anno scorso con alcuni amici nell'area attrezzata del Righi, ho fatto una sorta di festicciola nell'area attrezzata e avevamo con noi anche una bottiglia di vino. Non facevamo niente di male. Ebbene, oggi non lo potrei più fare"

GENOVA - Il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, rispondendo alle interrogazioni in aula, durante il consiglio regionale, ha tracciato le linee guida sulla futura nascita del rigassificatore nelle acque liguri. Il piano energetico nazionale è stabilito e normato dal decreto aiuto dell’ex governo Draghi. Nelle scorse settimane il commissario dell’esecutivo è stato nominato ed è stata istituita la pratica. Ci sono tre anni di tempo per collocare la nuova nave di rigassificatore, una delle quattro previste dal piano di governo. 

“La Liguria che ospita i principali impianti del Paese ha dato la sua disponibilità a farlo costruire sul nostro territorio, perché è utile per l’Italia ed è necessario - ha spiegato il presidente Giovanni Toti -. Bisogna stabilire una collocazione esatta e le opere compensative da realizzare, e in quali zone. Saranno questi i lavori da portare avanti nei prossimi mesi”. L’impianto verrà collocato nella zona dell’Autorità portuale del Mar Ligure occidentale

"Si tratta di un'opera consolidata in Italia con bassissimo contenuto di rischio, sono aree all shore fuori dai confini del comune che verranno affiancate da opere compensative - prosegue il presidente Toti -. Chi pensa alla transizione ecologica che spinge verso le rinnovabili e crede che il rigassificatore non vada bene, consiglio di studiare con maggiore attenzione. Se è vero che le rinnovabili producono energia, è altrettanto vero che il gas è un elemento di continuità e il piano energetico prevede le quattro navi italiane che devono produrre gas". 

I rigassificatori vengono posizionati dove ci sono i più importanti porti petroliferi del Paese. Giovanni Toti ha poi annunciato che terrà aggiornato il consiglio regionale e che da settembre sarà più chiara la velocità dell'iter con tutti i dettagli di questa operazione.