Cultura e spettacolo

Nella foto, non è facile riconoscere nel 'ragazzo' a sinistra il grande Renzo Piano, all'epoca sconosciuto: fu lui assieme al suo collaboratore genovese Gianfranco Franchini a vincere il concorso. E alla base del progetto c'entra anche Sestri Ponente...
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di Silvia Isola

GENOVA - A prima vista non è facile riconoscere in quel 'ragazzo' di sinistra nella foto scattata a Parigi nel 1971 il grande archistar genovese Renzo Piano, che coi suoi progetti ha trasformato non solo la sua città natale ma anche luoghi in tutto il mondo. Eppure, dopo un esame più accurato, si nota come lo sguardo del grande architetto sia rimasto sempre lo stesso: attento, curioso, consapevole di avere tra le mani un sogno da costruire. E questo di certo è uno di quei sogni che è rimasto nella storia, perché quando il 19 luglio 1971 Jean Prouvé e Robert Bordaz presentano il progetto vincitore del concorso del Centre Beaubourg di Parigi, oggi noto come Centre national d’art et de culture Georges Pompidou, le reazioni dell’opinione pubblica sono durissime. Gli architetti del progetto, Renzo Piano, Richard Rogers e Gianfranco Franchini, sono considerati degli “sconosciuti”

Da questa fotografia parte il convegno "Beaubourg Genova-Parigi A/R. Le origini genovesi del Centre Pompidou", promosso dalla Fondazione Ordine Architetti di Genova, che si terrà nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale mercoledì 22 marzo alle 18. "La Fondazione organizza spesso eventi di questo tipo", ricorda il presidente Pierluigi Feltri. "Questa volta abbiamo il piacere di avere un ospite d'eccezione che è l'autore di questo libro, "Live Centre of Information, Da Pompidou a Beaubourg, 1968-1971", e che ha svolto una ricerca pluriennale sul tema dell'origine della nascita del progetto del Beaubourg". 

Ma il convegno, aperto al pubblico, sarà preceduto anche da un momento espositivo di grande interesse. "Appuntamento già alle 17, dove chi avrà il piacere avrà la possibilità di vedere dal vivo alcuni degli elementi originali che furono alla base di questo progetto. Ad esempio il modello, alcuni disegni, alcune riviste annotate direttamente dagli autori, in cui si possono ritrovare gli spunti iniziali di questo progetto".

"Progetto che è stato uno dei capisaldi dell'architettura del dopoguerra e che ancora oggi è un punto di riferimento nei ragionamenti che si fanno nella progettazione di questo genere di edifici"

L'ospite d'onore, Boris Hamzeian, storico e architetto del Centre Pompidou, ha anticipato nei nostri studi alcuni dei temi che verranno affrontati nel corso dell'evento. "Il primo legame tra Pompidou e Genova è certamente che una parte dei progettisti sono genovesi. Non solo Renzo Piano, un nome ben noto a Genova, in Italia e nel resto del mondo, ma anche Gianfranco Franchini, collaboratore di Renzo Piano all'epoca e architetto genovese, che collaborarono con un terzo architetto italo-inglese, Richard Rogers. Ma le origini genovesi del Pompidou hanno anche a che fare con con le premesse di questo progetto che nascono in una serie di ragionamenti che questi giovani architetti trentenni all'epoca formulano intorno al tema dell'istituzione educativa radicale".

"Alla base vi è stato anche un progetto per il restauro del centro storico di Sestri Ponente, quindi un progetto locale che in qualche modo diventa una sorta di prototipo per la realizzazione del Centre Pompidou di Parigi"

Centre Pompidou che ospita anche un po' di Genova: tra i grandi dell'arte moderna e contemporanea, c'è anche una parete tutta dedicata a Melina Riccio, genovese d'adozione. "La sua presenza rappresenta una conferma di quella che è la direzione che il presidente Georges Pompidou ha voluto dare a questa istituzione sin dal 1969", sottolinea Hamzeian. 

Una parete dedicata alle opere della 'genovese' Melina Riccio al centre Pompidou di Parigi - 'LA SCOPERTA'

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Sono tante le iniziative promosse dalla Fondazione Ordine Architetti di Genova. Tra i prossimi appuntamenti la presenza nell'ultima settimana di aprile al Festival dell'Architettura, promosso dal Ministero della Cultura "in cui durante la settimana avremo modo di discutere, dibattere sui temi della casa, dell'edilizia sociale e di tutto quello che riguarda un mondo che a Genova ha avuto esempi illustrissimi", aggiunge Feltri. "Cito per tutti il Biscione, che è sicuramente uno dei capisaldi della memoria collettiva di questa città, ma che in questi ultimi tempi ha animato un dibattito molto interessante che verrà focalizzato in due giorni sempre al Ducale, il 27 e il 28 aprile".

 

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