GENOVA - Dopo il grande successo dello scorso anno, questo weekend torna Maledetti Architetti, l'evento organizzato dal Comune e da Fondazione Ordine Architetti di Genova con l’obiettivo di raccontare la nostra città attraverso uno sguardo tra gli edifici più iconici del '900. Sì perché se tutti i genovesi oramai conoscono e apprezzano la bellezza dei palazzi dei Rolli, svelata ogni anno nei due appuntamenti di primavera e autunno, molti non conoscono la storia dei palazzi che fanno parte del panorama cittadino e che sono nati nel secolo scorso. Eppure si tratta di edifici di grande storia, ecco perché il programma si compone di una serie di iniziative che faranno scoprire al pubblico la loro costruzione, i protagonisti di passaggio nella nostra città, le curiosità e i contrasti che fanno di Genova una città unica nel suo genere.
"Ho fortemente voluto questa manifestazione già dalla scorsa edizione perché Genova, insieme a Milano, è la città italiana con maggiori testimonianze storico- architettoniche del ‘900 – spiega il cultural manager e organizzatore dell’evento Maurizio Gregorini – A Genova hanno lavorato i maggiori architetti italiani, lasciando tracce indimenticabili e fondamentali delle loro opere e della storia dell’architettura italiana".
"Anche quest’anno la Fondazione Ordine Architetti di Genova – sottolinea il presidente Pierluigi Feltri - ha deciso di collaborare con il Comune di Genova all’organizzazione di ‘Maledetti Architetti’, un’esplorazione nella città del Novecento accompagnata da guide d’eccezione, architetti professionisti e ricercatori universitari, ma anche un pretesto per conoscere, apprezzare e, in un certo senso, vivere alcuni dei capolavori di quell'architettura che oggi è il fondamento del nostro modo di lavorare e il punto di partenza per l’evoluzione dell’abitare nella città che verrà".
IL PROGRAMMA
Sabato 19 e domenica 20 novembre
Teatro Carlo Felice (SOLO SABATO)
Aldo Rossi, Ignazio Gardella, Fabio Reinhart, Angelo Sibilla (1984-91)
Il Palazzo Vietti – Proprietà SIAT
Luigi Vietti (1959)
La Facoltà di Economia re la Darsena
Aldo Luigi Rizzo (1991-92) e altri
Quartiere Ina Casa - Bernabò Brea
Luigi Carlo Daneri (1950-53)
Palazzo Tursi-Albini
Franco Albini, Franca Helg (1951-64)
Castello Mackenzie
Gino Coppedé (1897-1902)
Palazzo rosso – scala e appartamento Marcenaro
Albini
(Franco Albini – 1954)
Ultimi due piani del grattacielo San Vincenzo in piazza Verdi a Brignole
Melchiorre Bega, Piero Gambacciani, Attilio Viziano (1964-69)
1 - Genova City: opera in tre atti
Come Ponticello, Piccapietra e Madre di Dio divennero piazza Dante, via XII Ottobre e il Centro dei Liguri: lo scopriremo nel corso di un tour attraverso i tre principali scenari del sogno novecentesco di dotare Genova di un nuovo centro urbano.
2 - Fronte del porto
Osservare Genova in tutte le sue varianti, le sue contraddizioni, le sue anime: lo specchio acqueo del porto vecchio e dell’avamporto sono particolarmente funzionali a questo scopo. Per questo ne abbiamo voluto approfittare per raccontare anche da un battello il Novecento genovese
3 - Promenade via XX Settembre
Ottocento metri per venti di rettilineo dal centro alla periferia, da ovest verso est; una nuova direttrice viaria funzionale al crescente traffico ma anche una colossale operazione immobiliare a discapito di rioni popolari in aree centrali; un grande laboratorio per sperimentare nuove tecniche costruttive ma anche l’occasione per la borghesia rampante genovese di autocelebrarsi con una Via Aurea del Ventesimo secolo.
LE MOSTRE E GLI INCONTRI
Al DOCSAI:
Un Daneri mancato
La vicenda del Palazzo dell’Arte, un sogno rincorso invano dal Comune di Genova per mezzo secolo, vista soprattutto attraverso il suo capitolo finale: i progetti di Luigi Carlo Daneri prima presentati insieme a Luciano Grossi Bianchi e Giulio Zappa in occasione del concorso del 1955 e poi rielaborati per la proposta definitiva in collaborazione con Franco Albini e Franca Helg.
Buon non-trentennale, Cono di Portman
Fu l’altra faccia del processo di riqualificazione del porto antico: una proposta dirompente presentata in pompa magna il 12 ottobre 1988 a Palazzo San Giorgio e destinata a infiammare il dibattito pubblico nei successivi sei mesi, per poi scemare gradualmente ed essere archiviata una volta per tutte con la delibera quadro del primo marzo 1990.
Stiamo parlando del “Cono di Portman”, progetto mastodontico che, per quanto verosimilmente insostenibile sotto svariati punti di vista, a decenni di distanza è ancora capace di un certo ambiguo fascino.
Fondazione Labò ricorderà questa vicenda in compagnia di alcuni testimoni dell’epoca.
Al Circolo ricreativo CAP, via Albertazzi 3r
Sabato 19 novembre h 15
Pianta analoga di Genova - Presentazione e dibattito
Questa pianta – ideata e disegnata da Francesco Bacci, Valter Scelsi e Ayla Schiappacasse – è la rappresentazione, come si conviene approssimata, parziale, ridotta e simbolica, della città di Genova sul piano di un foglio di carta.
Sovrapposte al disegno dell’esistente, compaiono in tratto rosso le architetture scomparse, e in tratto azzurro le architetture progettate e mai costruite. Così, questa pianta è fatta anche di quello che non vediamo: la città che immaginiamo sia stata e quella che sarebbe potuta esistere, se le cose fossero andate diversamente. In questo senso, la pianta è un atto di fiducia verso un racconto scritto sulla carta, un racconto che ognuno si porta dietro e che non ha finale.
Incontro presso la sede di Villa Montallegro in Torre San Vincenzo.
Via San Vincenzo 2
sabato 19 novembre h 19
La Wolfsoniana per Maledetti Architetti l’altra modernità di Giuseppe Crosa di Vergagni
Nonostante la sua ricca e complessa produzione architettonica sia stata accompagnata da significativi riconoscimenti istituzionali e da un’importante rete di committenze private, l’attività di Giuseppe Crosa di Vergagni (Belluno 1886 – Genova 1968) è stata spesso considerata come l’emblematica espressione di un’attitudine progettuale incline a proporre rielaborazioni stilistiche di matrice settecentesca e neoclassica. I più recenti inquadramenti critici sulle vicende architettoniche italiane del Novecento ci aiutano adesso, tuttavia, a riconoscere in Crosa l’autore di alcuni tra i più celebri edifici realizzati nell’ambito della trasformazione urbanistica di Genova della prima metà del Novecento e a inquadrarne l’esperienza nell’alveo di una composita, ma radicata area di ricerca, di cui fecero parte, tra gli altri, Marcello Piacentini e Vincenzo Fasolo. Questa attitudine appare evidente sia nell’originale declinazione vernacolare dell’impianto neogotico della palazzina dello Yacht Club di Genova (1928-1929), sia nella mediazione linguistica tra istanze déco e razionaliste, sperimentata nelle soluzioni architettoniche del palazzo dell’ILVA (1929-1930) e del palazzo Terzano (1937-1938).
Opere esposte presso casa Luzzati, Palazzo Ducale. Ingresso libero h 10 – 19.
1992 Piano per Genova
Si ricorda infine che è in corso di svolgimento la mostra “1992 Piano per Genova”, a cura di Antonio Lavarello ed Emanuele Piccardo. Questa iniziativa rivela, a trent’anni di distanza, il backstage del progetto di riqualificazione del Porto Antico firmato da Renzo Piano. L’architetto genovese e l’amministrazione guidata da Fulvio Cerofolini ebbero l’intuizione di utilizzare le risorse destinate ad un evento effimero come Expo ’92 per una riconfigurazione permanente del porto vecchio, trasformando così radicalmente il rapporto tra la città e il mare. Tra i materiali in esposizione i disegni di una delle prime versioni del progetto e una selezione di fotografie di cantiere.
La mostra è in via Sestri 46, presso lo store Giglio Bagnara ed è visitabile gratuitamente negli orari di apertura del negozio.
IL COMMENTO
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