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La eccentrica e discussa artista da strada commenta così la notizia che le sue opere sono esposte fra De Chirico e Warhol nel museo di Parigi
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GENOVA -Dice che non le interessa se le sue opere sono in mostra nel museo Pompidou di Parigi, fra lavori di artisti del calibro di Giorgio De Chirico e Andy Warhol, "l'importante è l'amore universale e la fratellanza fra le persone, che volete che mi interessi se le mie creazioni sono in un museo? La mia arte deve stare nelle strade...".

Melina Riccio, la discussa artista e poetessa da strada genovese di origini avellinesi, tronca subito sul nascere ogni discorso sulla notizia rimbalzata nelle scorse settimane dal centro Pompidou di Parigi dove sono esposte le sue opere fatte di collage di fiori, pane, frutta e frasi d'amore in rima, "la mia arte sono i messaggi che lascio in giro, pace, fraternità e amore per il prossimo".


Stop, su questo Melina non dice altro, svela però, mentre sistema una sua creazione pseudo cubista in un'aiuola davanti al palazzo di giustizia di Genova, a Piccapietra, dove prende tutti i fiori con cui crea le sue opere d'arte: "Li recupero nei bidoni della spazzatura del cimitero di Staglieno, li prendo lì... anche il pane lo recupero così, evito che venga buttato via".

Alle spalle un esaurimento nervoso che le ha cambiato la vita, Melina con la sua giacca piena dei colori come il suo sorriso sempre stampato in viso da sempre divide i genovesi: chi la ama e quando la incontra le restituisce un sorriso e chi invece la detesta perché la reputa solo una persona che imbratta i muri che andrebbe in qualche modo limitata, come hanno fatto più volte anche gli agenti della polizia locale che l'hanno bloccata e identificata mentre creava frasi in rima baciata scrivendo sui muri di palazzi anche storici, o di altri arredi urbani, di Genova ma anche di molti angolo di altre città italiane e non solo, dove lei arriva viaggiando in treno.
La sua vita è già stata al centro di cortometraggio, un documentario, a cura di David Valolao, che ha vinto un premio all’Ortometraggi Film Festival con motivazioni assai significative: «La donna, protagonista e motore del racconto, è straordinaria nella sua semplicità. Vera eroina ante-litteram della tematica ambientalista, emarginata per la sua scelta totale, fuori dagli stereotipi e dagli schemi sociali, Melina, con la sua sensibilità formidabile, è una vera artista, una poetessa"

Melina che annulla la sua persona in nome della pace e dell'amore universale, in un'epoca di grandi egoismi, trasmette di fatto un messaggio rivoluzionario, ed inutile provare a cancellare tutto con definizioni forti e diagnosi cliniche, la sua follia ha conquistato non solo Parigi, ma il mondo. Come sta scritto sulla pagina di Fb a lei dedicata "Melina incarna l’eroe capace di aderire senza compromessi a una scelta che solo pochissimi riescono a seguire, dove l’ego annullandosi si ritrova a respirare in una luce pura".  
E così quando le si chiede di svelare chi è Melina lei risponde con il tono disincantato, lasciandoti disarmato e senza parole, e quasi ti senti piccolo piccolo: “Non importa chi sono io, siamo tutti fratelli, alla pari, senza compari avari di denari”.

 

 

Foto da pagina Fb dedicata a Melina Riccio

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