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di Luigi Leone

Ci sono alcune dichiarazioni che a livello ligure e su base nazionale mi hanno profondamente colpito. La prima è della sindaca di Genova, Silvia Salis. In una delle sue risposte ai dieci quesiti posti da Primocanale (lasciatemi dire che non è così comune il gesto positivo compiuto dalla prima cittadina genovese), la sindaca tra i tanti temi ha affrontato quello della pulizia di Genova.

È importante che i cittadini sappiano come le scelte future potranno incidere sulla qualità del servizio e sul costo della Tari. Aggiungo che in otto anni di amministrazione di centrodestra in città e dieci anni di amministrazione del centrodestra in Regione non è mai stata proposta una soluzione per la chiusura del ciclo dei rifiuti in Liguria. È innegabile ed è grottesco sentire ora l’opposizione chiedermi di trovare una soluzione nel giro di pochi mesi: che si assumano la responsabilità di non aver fatto niente per dieci anni».

Le risposte di Silvia Salis alle 10 domande di Primocanale

Questa la dichiarazione. Francamente non me la sento di dare torto a Salis. Anzi, le do proprio ragione. Una cosa, però, andrebbe chiarita: perché il ragionamento (“si assumano la responsabilità per non aver fatto niente”) vale quando si tratta della sindaca di Genova, oppure di Firenze, Bologna, Milano e via elencando le amministrazioni a guida di centrosinistra, e non dovrebbe valere per il governo guidato da Giorgia Meloni, che fino a prova contraria prima del 2022 stava all’opposizione?

Da sinistra c’è chi obietta che Meloni ormai da tre anni guida Palazzo Chigi, mentre Salis, per rimanere a Genova, occupa lo scranno più alto di Tursi da appena sei mesi. Vero, ma non credo che questa possa essere la discriminante che riguarda le responsabilità. Esse, infatti, non sono personali, bensì appartengono alle coalizioni. E allora, semplicemente, non c’è schieramento e/o partito che possa chiamarsi fuori da certi disastri locali e nazionali. Il vero problema è la politica, che ha smarrito la maiuscola per la strada (salvo rarissime eccezioni).

E anche le parole di due magistrati importanti sembrano aver perso la via del profilo istituzionale. Dunque, dopo la brillante operazione che ha smascherato a Genova dei possibili fiancheggiatori di Hamas, il Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Milillo e il Procuratore di Genova Nicola Piacente scrivono: “Le indagini e i fatti attraverso esse emersi non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023nel corso delle operazioni militari intraprese dal Governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte Penale Internazionale”.

Anche qui: Milillo e Piacente hanno ragione. Dico di più: nessuno, dotato del comune buon senso, avrebbe il coraggio di mettere in discussione la questione. Solo che si tratta di una considerazione molto politica, che dunque mi aspetterei, nel caso, appunto dalle forze politiche, non dalla magistratura. La quale, per carità, ha certamente diritto di parola. Ma stavolta avrebbe fatto bene a non esercitarlo.

Allo stesso tempo, non è uno spettacolo edificante quello di un governo che non perde occasione per attaccare le toghe: ci sarà il referendum sulla riforma della giustizia, va bene, però a tutto c’è un limite. Ma in quale altro Paese il vicepremier di un partito di maggioranza, Matteo Salvini per la Lega, avrebbe usato certe parole per una vicenda  – i tre bimbi della casa nel bosco – di cui si parla, e si sproloquia, senza conoscere le carte? Tra le tante, ha pure usato la parola “vergogna”. Per carità di patria mi limito a osservare che come minimo è inopportuna…

Egualmente, sui finanziamenti ad Hamas, e i conseguenti arresti, si è aperto un valzer di dichiarazioni a dir poco stucchevoli. Però c’è un però: se prima dici che Meloni e il suo governo sono colpevoli di genocidio dei palestinesi, poi non ti puoi arrabbiare se il centrodestra dice che le piazze pro Pal sono colpevoli di supportare Hamas. Il fatto è che sono fuori luogo tanto le parole contro la premier quanto quelle contro le piazze. Scusate: si potrebbe provare a ragionare senza accapigliarsi?

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