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BAVARI - Ancora una frana sul territorio genovese dopo quelle di questa notte che hanno interessato soprattutto il Tigullio.

Questa volta alcuni massi sono caduti in via alla Chiesa di San Giorgio di Bavari, a monte di via Nasche. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che, dopo aver rimosso il terreno franato sulla carreggiata, hanno iniziato i sopralluoghi necessari a evitare che la frana diventi più grande.

La causa dello smottamento probabilmente la pioggia, che questa notte si è abbattuta soprattutto sul territorio del Tigullio ma anche nell'entroterra genovese. Nella serata, infatti, i vigili del fuoco di Chiavari intervenuti in più punti per la messa in sicurezza di alberi caduti e perdite d'acqua. Lungo la sp23 della Scoglina all'altezza del bivio per Lorsica si è verificata una frana che ha coinvolto anche un auto parcheggiata. Altri interventi anche a Rapallo e località dell'entroterra del Tigullio (LEGGI QUI).

 

 

LA SPEZIA - Condanna in primo grado a 7 anni e due mesi di carcere per violenza sessuale per un cittadino marocchino, arrestato nel settembre 2021 con l'accusa di aver assalito una turista all'interno della stazione ferroviaria della Spezia Centrale.

Il collegio presieduto dalla giudice Diana Brusacà ha ritenuto colpevole l'imputato, che secondo l'accusa accompagnò in piena notte una 24enne francese che si era assopita su una panchina in attesa di prendere un treno per Pisa reduce da una giornata alle Cinque Terre, su un convoglio fermo al binario 4. Qui l'allora 29enne l'avrebbe assalita sessualmente.

La ragazza, secondo quanto ricostruito nel processo, sarebbe riuscita a divincolarsi e scappare solo dopo una colluttazione durata diversi minuti. La pm Monica Burani aveva chiesto una pena di 8 anni e 4 mesi. L'uomo fu arrestato nelle ore successive la consumazione del delitto dalla squadra mobile della Questura della Spezia, chiamata da un tassista che aveva raccolto l'allarme della ragazza, grazie ad un'indagine lampo. Per individuare il presunto autore del crimine, decisive le immagini di videosorveglianza dentro la stazione ferroviaria.

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GENOVA -"Non solo controlli delle forze di polizia, ma anche più prevenzione con l'apertura dei locali dell'Università di Genova affacciati su via Prè per rendere più viva e salvare dal degrado quella parte di vicoli".

ARENZANO - Tanta fretta da venire al mondo dentro la macchina di mamma e papà in via Negrotto Cambiaso, ad Arenzano, in provincia di Genova.

La mamma, al secondo figlio, ha iniziato a sentire le contrazioni ed è salita in auto con il padre. Dopo pochi minuti, però, l'uomo ha chiamato il 118 dicendo di non essere sicuro di arrivare al San Martino così ha accostato in un parcheggio e ha richiamato la centrale operativa ma dopo pochissimi istanti è nato il piccolo.

A quel punto è arrivata l'ambulanza con l'automedica e madre e figlio, che stanno bene, sono stati trasferiti all'ospedale di Voltri. Non è la prima volta che i medici e gli infermieri del 118 assistono via telefono mamme alle prese con neonati che non vedono l'ora di venire al mondo. L'ultimo caso è del 22 ottobre a Certosa: la mamma ha partorito in casa con l'aiuto della figlia di 14 anni "guidata" al telefono dal personale della centrale operativa.

SAVONA - È stato trovato dopo la denuncia di uno studente l'uomo che ha nascosto una microcamera nel bagno delle femmine nel campus universitario di Savona. 

A ritrovare la piccola camera era stato uno studente che ha subito scattato una foto e condiviso l'immagine con i suoi compagni di corso su Whatsapp. Il messaggio è stato inoltrato da centinaia di studenti fino ad arrivare ai vertici dell'Università che si è subito messa al lavoro insieme alla polizia.

Il giovane aveva notato qualcosa penzolare sotto al lavandino e dopo aver controllato ha trovato quello che sembrava proprio una microcamera, attaccata a uno scatolotto e diretta verso i bagni delle donne con del nastro adesivo. Dopo averla riposizionata se ne è andato per poi tornare e non trovarla più: in quel momento ha notato un uomo che con fare sospetto sostava proprio di fronte alla porta del bagno.

L'uomo si è poi rivelato il colpevole: un italiano, di circa 50 anni, che non svolgeva attività direttamente legate all'Università ora fermato dagli agenti della polizia di Savona. 

Non solo le indagini, al campus fuori Genova, dopo il grave episodio, è stato anche messo a disposizione un canale di supporto psicologico per le studentesse. Il prorettore Marco Testa, a nome del Rettore dell'Università di Genova e di tutti coloro che lavorano e studiano al Campus, ha detto di non aver sottovalutato la gravità della situazione fin da subito: "Ci siamo messi a disposizione delle forze dell'ordine e condividendo con loro le registrazioni delle telecamere di sicurezza presenti nel nostro Campus. L'episodio, seppur negativo, ha dimostrato ancora una volta come la stretta sinergia tra i differenti enti del territorio sia fondamentale in qualsiasi circostanza. In quest'ottica e al fine di contrastare il più possibile questi fenomeni, stiamo progettando con la Questura anche alcuni incontri contro la violenza di genere che attiveremo nei prossimi mesi".

"Infine, voglio sottolineare come questa vicenda rappresenti un episodio unico e isolato nella storia del polo universitario savonese. Il Campus di Savona è — ancora di più alla luce di quanto avvenuto — un ambiente totalmente sicuro per gli studenti che accogliamo da tutta Italia, rappresentando non solo un polo di eccellenza e all’avanguardia ma anche un luogo protetto e tutelato dove poter crescere a livello personale, accademico e professionale".