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IMPERIA - Paura sulla A10, dove un camioncino ha preso fuoco per cause ancora da accertare. È successo attorno alle 17:30 tra i caselli di San Bartolomeo al Mare e Imperia Est in direzione Ventimiglia, appena prima della Galleria Gorleri.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme che avevano avvolto il mezzo e raffreddare una bombola di Gpl che era nel cassone del mezzo stesso e mettere in sicurezza della zona.

CHIAVARI - Continua il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Chiavari del controllo del territorio finalizzato al contrasto della compravendita di sostanze stupefacenti sia nell'ambito cittadino che in Val Fontanabuona.

Nel corso dell'attività di monitoraggio, effettuato con pattuglie delle Stazioni e del Nucleo Operativo, veniva notato un uomo che, fuori da un’abitazione, aveva un atteggiamento guardingo ed agitato mentre evidentemente attendeva l'arrivo di qualcuno. Insospettiti, i militari lo hanno fermato per un controllo e, considerato il comportamento dell’uomo, hanno deciso di procedere ad effettuare una perquisizione personale e domiciliare nei suoi confronti.

L'attività permetteva di accertare che l’uomo era dedito a coltivare piante di marijuana in sia all’interno di una stanza della propria abitazione, allestita professionalmente con pannelli di coibentazione, lampade ed aspiratori, sia in un terreno adiacente alla casa stessa.

L'uomo si era così organizzato per le fasi di estrazione, essiccazione e detenzione delle infiorescenze.

La perquisizione permetteva di rinvenire diverse piante di marijuana alte circa 1,60 cm, alcuni fusti già essiccati alti circa 1,40 cm all’ interno della stanza “da lavoro” e, suddivisi in oltre 10 barattoli, oltre 1 kg di marijuana essiccata, pronta per essere frazionata in dosi ed essere venduta al dettaglio. È risultato quindi evidente, anche dal rinvenimento, all’ interno della abitazione, di diverse centinaia di sacchetti di cellophane a chiusura ermetica e alcuni bilancini di precisione che l’uomo fosse dedito alle fasi di produzione, confezionamento e vendita di sostanze stupefacenti.

Nel medesimo contesto veniva deferita in stato di libertà la convivente dell’uomo, presente in casa all’ arrivo dei carabinieri, per avere concorso nell’attività di coltivazione e detenzione di marijuana. Tutto lo stupefacente e il restante materiale venivano opportunamente sequestrati, compresa la stanza ove la sostanza veniva prodotta e lavorata. L’arrestato, espletate le formalità di rito, veniva tradotto presso la casa circondariale "Marassi" di Genova.

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GENOVA -Aveva detto che avrebbe parlato in aula per contribuire a stabilire la verità, e invece oggi, per voce del suo avvocato, ha annunciato che non si farà interrogare e non rilascerà nessuna dichiarazione spontanea. Un ripensamento, quello di Giovanni Castellucci (nella foto a sinistra), l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, il principale imputato del processo per la strage del Morandi, che era nell'aria da settimane.

Si farà interrogare invece l'altro imputato eccellente, Michele Donferri Mitelli (a destra nella foto), responsabile delle manutenzioni di Aspi, che salvo ripensamenti dell'ultima ora potrebbe essere sentito nelle prossime udienze. Confermata invece la rinuncia a parlare di Riccardo Mollo, imputato, già direttore generale di Autostrade.

La notizia della rinuncia all'esame di Castellucci pur in parte annunciata fa rumore e sorprende perché nelle poche volte che in passato aveva rilasciato dichiarazioni durate le sue apparizioni in aula aveva detto che avrebbe accettato l'esame in aula "per contribuire all'accertamento delle verità". Una cambio di strategia sottolineato con tono sarcastico e affermazioni dure da Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime, "Castellucci ha cercato di conquistare pure noi, ha cercato di ammaliarci, le carte però mettevano in evidenza la sua malvagità. Oggi il suo silenzio dimostra anche la sua codardia e la consapevolezza della sua colpa".

"In questi giorni di assenza delle udienze processuali c’è anche il tempo per riflettere.
Viene in mente la famosa frase del mitico Totò “Siamo uomini o caporali?”.

Inizia così il comunicato di Egle Possetti, portavoce del Comitato familiari vittime del Morandi, con cui commenta la rinuncia a parlare al processo Morandi di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia.


"Quello che sta accadendo al processo per la strage annunciata del Ponte Morandi fa riecheggiare nelle nostre orecchie questo mantra per tante e tante volte.
In questa delicata fase processuale è il momento dell’audizione degli imputati che hanno accettato di essere esaminati dall’accusa, questo perché la nostra normativa consente loro anche di non farlo.
La Procura nella sua veste accusatoria utilizza tutti gli strumenti consentiti per far emergere la mole di documentazione e di dettagli dell’inchiesta.
Abbiamo sentito in aula cose che “voi umani non potreste neanche immaginare”, nelle ultime udienze prima della recente pausa abbiamo anche visto le lacrime.
Umanamente possiamo anche comprendere le lacrime legate alla tensione per essere sotto pressione in interrogatorio, una pressione doverosamente esercitata per far emergere, lo ricordiamo per i disattenti, la verità sulla morte di 43 persone.
Non possiamo e non potremo mai provare pena per queste ed altre lacrime, non potremo mai provare compassione per la pressione a cui sono sottoposti, non potremo mai provare dolore per queste persone, ne abbiamo già provato troppo e continuiamo a provarne ogni giorno, pensiamo che moralmente molte persone abbiano gravissime colpe per non avere supportato l’emersione della verità e vedremo quali di loro avranno anche colpe penali.
Oggi sentiamo che uno degli imputati eccellenti, Castellucci, ha rinunciato a farsi esaminare in questa fase processuale. Certamente come per gli altri imputati è un suo diritto, ci dispiace non poter sentire la “sua verità” in aula, sarebbe stato interessante, ma ci saranno altre occasioni e noi ci saremo, saremo attenti ad ogni parola che lui e gli altri imputati diranno come lo siamo stati fin d’ora.
La dura e cruda verità è già sul piatto da molto tempo, molti stanno lavorando per farla emergere e farla restare a galla, altri lavorano per darle un vestito più elegante, o seppellirla definitivamente per sempre.
E’ molto difficile in questo Paese che le vittime abbiano giustizia vera, soprattutto quando sono interessati molti colletti bianchi, che di candido spesso hanno solo il colletto, ma continueremo con i nostri avvocati e con il nostro tecnico a collaborare per farla rimanere a galla questa cruda verità, che è costata la vita alle nostre famiglie.
Ogni tanto per impepare la vicenda leggiamo anche notizie che paiono allucinazioni, a volte sembrano addirittura delle bufale talmente paiono assurde, in una delle ultime pare che la famiglia Benetton, con la finanziaria di gruppo, abbia deciso di occuparsi della manutenzione e ristrutturazione delle autostrade in Portorico, probabilmente le referenze acquisite qui in Italia sono state uno sprone alla scelta.
Anche questo è il mondo con cui ogni giorno ci confrontiamo, noi siamo in partita, sempre".

Egle Possetti, interpellata da Primocanale, però ha aggiunto: "Io spero che nonostante il silenzio di Castellucci alla fine noi  e il Paese avremo giustizia".


GENOVA - Pesanti disagi al traffico ferroviario in Liguria nelle prime ore della giornata. Prima i rallentamenti causati dal furto di rame tra le stazioni di Principe e Sampierdarena con un problema risolto.

Dalla mattina presto nuovi disagi a causa di un problema alla rete a Cogoleto con i treni Regionali che di muovono lungo la direzione Genova-Ventimiglia che possono accumulare ritardi fino a 100 minuti.

Solo alle 9,30 la situazione è stata risolta con la circolazione tornata regolare dopo l'intervento dei tecnici. I treni Intercity hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 20 minuti. I treni Regionali hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 100 minuti e hanno subito limitazioni di percorso o cancellazioni.