
Secondo l'accusa i tre stranieri, due nordafricani e un sudamericano, sarebbero stati tutti picchiati senza motivo dagli agenti negli uffici della centrale di piazza Ortiz, e almeno in un caso anche durante il tragitto con la conseguenza di lesioni personali (da 5 a 21 giorni di prognosi) e uso improprio di strumenti come manganelli telescopici.
La controdenuncia degli agenti della locale
Tuttavia, una controdenuncia, presentata da un agente assistito dagli avvocati Andrea e Maurizio Tonnarelli e Fabrizio Maggiorelli, ribalta la prospettiva. Il documento evidenzia come le dichiarazioni dei denuncianti sarebbero smentite da prove oggettive; ad esempio, il giovane migrante M.A.M ha sostenuto di essere stato assistito da un interprete durante la denuncia del 10 maggio 2025, ma il verbale della squadra mobile non ne fa menzione, suggerendo un’irregolarità o una falsa testimonianza. Non torna nemmeno la sua affermazione, giudicata “assurda”, di essersi recato spontaneamente a denunciare alle 22, poiché gli uffici della squadra mobile sono notoriamente chiusi a quell'ora.
"Non posso camminare", ma correva nei vicoli"
Ma c'è di più, le lesioni dichiarate da M.A.M, che ha riferito di non poter “camminare, correre né sedersi” tra il 28 febbraio e il 5 marzo 2025, sarebbero smentite da documenti che lo indicano indagato per un furto in quel periodo, durante il quale si sarebbe dato alla fuga correndo nel centro storico di Genova. Anche le accuse relative a un arresto su un autobus, con una caduta mai avvenuta, sarebbero contraddette dalle telecamere di sorveglianza del mezzo.
"Mi hanno picchiato tutti alla televisione"
Le dichiarazioni di un altro giovane migrante R.O., rese durante l’incidente probatorio del 7 luglio 2025 davanti al giudice Giorgio Morando, risultano ancora più problematiche. Assistito da un interprete, R.F. ha fornito versioni frammentarie e sconnesse, come “Ruba bambini”, “Le infermiere fanno solo sesso e non aiutano, usano eroina e crack” e “Mi hanno picchiato tutti alla televisione”. Ha inoltre sostenuto di essere stato colpito con sette taser (non in dotazione alla polizia locale) – “Qua, qua, ho tutti i segni” – e di aver riconosciuto un agente “grosso, senza capelli, che lavorava con la Meloni” che gli avrebbe “rotto i denti”. Secondo la difesa, tali affermazioni sono “inverosimili” poiché descrivono condotte incompatibili con il tempo e il luogo dei fatti e fanno riferimento a una pistola elettrica, mezzo offensivo non in dotazione alla polizia locale.
"Mi hanno sparato col taser", ma non è in dotazione alla pl
Anche le accuse di T.S. sono messe in discussione dalla difesa. Il giovane ha sostenuto di aver subito lesioni, tra cui una frattura al metacarpo, a opera della polizia locale, che lo avrebbe colpito con un manganello. Tuttavia, la descrizione del manganello fornita in udienza non corrisponde agli strumenti in dotazione, e indagini difensive hanno accertato che la frattura sarebbe avvenuta oltre sette mesi dopo i fatti denunciati, presumibilmente a opera di un’altra forza di polizia. La difesa ha così annunciato l’intenzione di depositare una denuncia specifica contro T.S. per falsa testimonianza e ha richiesto che le indagini siano delegate a una forza diversa dalla polizia di Stato per garantire imparzialità.
IL COMMENTO
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