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2 minuti e 11 secondi di lettura
di Carlo Danani
Solo 3 pareggi e 4 sconfitte finora per i rossoblù (foto Genoa Cfc)

 

Stop al tempo delle illusioni, avanti con un sano bagno di realismo. Lo zero nella casella delle vittorie e un gioco capace fin qui di strappare alla concorrenza 3 miseri punti su 21 disponibili costringono il Genoa a riporre in fretta i suoi sogni di consolidamento alle spalle delle big.

Difendere il posto in serie A torna l’unico obiettivo

Il tema della salvezza ripiomba nella stretta attualità di una squadra che, fin qui, dal mercato estivo non ha ancora trovato efficaci argomenti tecnici e tattici per rilanciare la sfida nella nuova serie A.

Quel fattore campo fin qui impalpabile

Qualche buona prestazione, a Como, Bologna e Napoli, ad esempio, c’è stata. Piuttosto, a mancare in maniera clamorosa è l’effetto Ferraris: davanti ai suoi 28.101 abbonati i rossoblù hanno fin qui collezionato due pallidi 0-0 con Lecce e Parma e rimediato altrettanti, brucianti stop con Juventus e Lazio. Il manifesto del momento è l’incapacità - in 360 minuti - di segnare anche solo lo straccio di un gol davanti alla sua gente.

Quei solari difetti di personalità

Non tutto è da buttare, ci mancherebbe. Ma questo Grifone dà l’impressione di accusare solari difetti di personalità. Quando i fiati diventano roventi, l’animus pugnandi si abbassa, la concretezza finisce in fumo e al triplice fischio sono gli avversari a festeggiare. Di qui il legittimo ed esplicito invito del Ferraris a tirare fuori al più presto gli attributi.

Insomma, l’impressione, peraltro sostenuta dai dati di fatto, è che nei momenti clou questo Genoa senta la mancanza di quei leader, tecnici e/o carismatici, ad oggi non adeguatamente rimpiazzati. In più, ecco altre due figure fino a ieri centrali, adesso risucchiate in panchina: Martin e Thorsby.

Fiducia sì, ma adesso Vieira è in discussione

Le dichiarazioni di Ottolini domenica nel post partita profumano di sostegno verso Vieira, confermato figura centrale. Aggiungiamoci pure l’ottimo feeling tra Sucu e l’allenatore e il fatto che il presidente non sembra un tipo da decisioni di pancia. Ma tutto questo soltanto nel breve potrà alleggerire la posizione di un Vieira, come tutti i tecnici del mondo, chiamato a fare punti alla svelta. A cominciare da Torino, dove la squadra giocherà anche per salvare la panchina di Patrick. Non l’unico responsabile, ovvio, ma l’unico che rischia di pagare per tutti.

Sotto la lente rimane un gioco offensivo altamente lacunoso: al Centro Signorini si apre una settimana di profonda riflessione tattica, alla ricerca di soluzioni più credibili da esibire domenica contro i granata.

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