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GENOVA - Il Tar ha accolto il ricorso del municipio di Sampierdarena contro il trasferimento dei depositi costieri da Multedo a ponte Somalia, nel porto di Genova.

Quindi la procedura autorizzativa è da rifare da capo, come spiega il presidente del municipio Michele Colnaghi: “Il nostro ricorso al Tar era sulla procedura con cui hanno iniziato quindi un adeguamento tecnico funzionale (ho una cosa che esiste all'interno del porto, la prendo e la sposto in una nuova zona), noi dicevamo che serviva una modifica del Piano regolatore portuale (metto una cosa nuova nel porto). La sentenza dimostra che i depositi, come dicevamo noi, non si trovano all’interno del porto: ora devono rifare tutto da capo e fare prima una modifica del Piano regolatore portuale. Siamo molto contenti. Dopo la modifica al piano regolatore potranno chiedere la Via nazionale”.

Anche il ministro della Salute Orazio Schillaci al Question time in Parlamento è intervenuto sul tema dei depositi chimici: "Si condivide la necessità di uno studio di Valutazione dell'Impatto Sanitario (VIS) volto a comprendere la compatibilità del progetto in termini di salute della popolazione generale che risiede nelle vicinanze - ha spiegato il ministro -. Si condivide la necessità di uno studio di Valutazione dell'Impatto Sanitario volto a comprendere la compatibilità del progetto in termini di salute della popolazione generale che risiede nelle vicinanze, con particolare attenzione agli aspetti di variazione dell'esposizione agli inquinanti associati alle emissioni diffuse dell'impianto e alle connesse attività di movimentazione, insieme ai rischi per la salute tenendo conto delle caratteristiche tossicologiche delle sostanze stoccate e movimentate".

"Sia la competente Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, che l'Iss, si rendono disponibili a partecipare al tavolo tecnico 'salute e ambiente' al fine di poter espletare - ha concluso il ministro - tutti gli approfondimenti necessari, con studi ad hoc, circa le potenziali conseguenze sulla salute alle esposizioni ambientali che si produrrebbero nel corso dell'eventuale attuazione di detto progetto".

GENOVA - Il porto di Genova, al centro di investimenti epocali come la nuova diga, i riempimenti, il tunnel subportuale, è entrato pesantemente dentro alla maxi inchiesta che sta coinvolgendo e sconvolgendo la Liguria. C'entra prima di tutto per i nomi eccellenti del mondo marittimo coinvolti: Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell'Autorità portuale di Genova e Savona, che è stato arrestato con le accuse di corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrati al dovere d'ufficio, Aldo Spinelli, presidente dell'omonimo gruppo e con attività immobiliari (ai domiciliari) accusato di corruzione nei confronti di Signorini e del presidente della Regione Giovanni Toti, suo figlio Roberto Spinelli (per lui la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale) accusato di corruzione nei confronti del presidente Toti, e Mauro Vianello, presidente di Ente Bacini e detentore della maggioranza della Santa Barbara, i "fuochisti (per lui divieto di esercizio dell'attività imprenditoriale) accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini. 

In questa vicenda, per quanto riguarda il porto di Genova, torna il costante tormentone che affligge lo scalo: la carenza di spazi, la fame imprenditoriale di aree su cui investire e operare per accogliere i traffici che bussano costantemente alla porta. Quante volte, Aldo Spinelli, nelle nostre interviste, ha lamentato la carenza di metri quadrati preziosi. E proprio questo punto sarebbe al centro di una delle accuse a carico dell'imprenditore ultra ottantenne, che ha fatto la storia del porto di Genova.

Si legge nel comunicato della Procura della Repubblica, che a Toti si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte dell’impegno - di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”, - di agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali - di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021 - di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22), - di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI) - di agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).

A Paolo Emilio Signorini viene contestato anche di aver ricevuto da Mauro Vianello, a fronte di un provvedimento che disponeva l’aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della Società Santa Barbara S.r.l., la disponibilità di un’autovettura di proprietà di Vianello per raggiungere e rientrare da Montecarlo nelle date rispettivamente del 15 e del 18 aprile 2022, il pagamento della fattura dell’importo di € 6.600,00 emessa a favore di Paolo Emilio Signorini dall’impresa incaricata dell’organizzazione del banchetto nuziale della figlia di Signorini. 

A Paolo Emilio Signorini viene anche contestato di avere accettato da Aldo Spinelli utilità ed altre promesse di utilità a fronte dell’impegno - di accelerare la calendarizzazione della pratica in Comitato di Gestione (da lui presieduto) di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent’anni, - di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter, - di consentire ad Aldo Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante.

 

CHE COSA SUCCEDE ORA IN PORTO?

Che cosa può succedere ora? Gli atti oggetto dell'indagine, quindi la concessione trentennale del Terminal Rinfuse, la concessione delle aree Enel (ex Carbonile) il “tombamento” di Calata Concenter e l'occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in assenza di un titolo legittimante, decadono? Si devono rimettere a gara? Si riaprono i giochi? Idem per aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della Società Santa Barbara? Tempi prematuri per avere risposte - dicono gli esperti - per capire quali saranno le mosse dell'Autorità portuale, potrebbe esserci anche ricorso di altri soggetti terzi interessati alle aree oggetto dell'indagine. 

Il commissario dell'Autorità portuale Paolo Piacenza, che sta "ospitando" negli uffici dell'ente la Guardia di Finanza, non commenta, Spediporto non commenta, l'ammiraglio Piero Pellizzari, all'estero, non commenta, silenzio anche da parte di Assagenti. 

 

 

 

GENOVA - Come da tradizione, nella prima domenica del mese di maggio, nel porto di Genova come in molti altri si onora San Francesco da Paolapatrono della gente di mare.

San Francesco da Paola, nato a Paola, in Calabria, il 27 marzo 1416 e morto a Tours in Francia, è stato un eremita e ha fondato l’Ordine dei Minimi. Nella sua storia straordinaria, si ricorda il prodigio dell’attraversamento dello Stretto di Messina sul mantello, quando, nel 1464, si reca in Sicilia per costruire un convento a Milazzo. Il 27 marzo del 1943, Papa Pio XII, col Breve "Quod Sanctorum Patronatus", proclama San Francesco da Paola "Celeste Patrono dei Marittimi d'Italia".

A Genova, alle 12 in punto, tutte le navi presenti in porto hanno fatto suonare le loro sirene proprio in onore del santo, protettore dei marinai.

VADO LIGURE - Proseguono i lavori per la realizzazione della nuova diga foranea di Genova. Cresce in elevazione il primo cassone nell’impianto di prefabbricazione “Dario” ormeggiato nel bacino portuale di Vado Ligure.

Le lavorazioni in corso consistono nella posa dei ferri dell’armatura e nel successivo getto di calcestruzzo a ciclo continuo, mediante l’utilizzo di casseri rampanti. Questa tecnica costruttiva permette di realizzare strutture che si sviluppano in altezza senza dover ricorrere all’ausilio di ponteggi. In una prima fase viene armata e gettata una fascia di circa 80 cm di elevazione. Successivamente il cassero, una sorta di pensilina mobile, sale per step di circa 5 centimetri per volta. A seconda delle condizioni specifiche e dell’altezza già raggiunta, il completamento dell’elevazione può variare da 1 a 3 metri circa al giorno.


Ad oggi è stata completata la soletta del cassone e circa il 40% del suo corpo in elevazione. Un risultato ottenuto grazie all’impiego, in questa fase del ciclo costruttivo, di una squadra di 40 persone altamente specializzata nella realizzazione di queste grandi strutture cellulari per opere marittime.  

Nei fondali dove sorgerà la nuova diga di Genova, procedono in parallelo diverse attività tecniche per consentire la posa del primo cassone il 24 maggio, come previsto dalla tabella di marcia dei lavori.

GENOVA - Terza puntata della nostra inchiesta sui container di Derrick accanto all’aeroporto di Genova. Dopo aver ascoltato Giulio Schenone (proprietario insieme ad Aldo Negri di Derrick, che occupa 23mila metri quadrati strategici per lo sviluppo dello scalo aereo) che ha parlato di autunno-fine anno per lasciare libera l’area (GUARDA QUI), e dopo aver tentato di ascoltare, senza successo, il direttore generale di Aeroporto Francesco d’Amico (GUARDA QUI) che rifiuta un botta e risposta sul tema (e su qualsiasi tema legato al futuro dell’aeroporto) oggi sentiamo invece Edoardo Monzani, presidente di Stazioni Marittime, che ha molto interesse affinché i progetti infrastrutturali si sviluppino per collegare meglio il Colombo e il terminal crociere, per avere sempre più passeggeri che arrivano in aereo e non in auto.

“Nel porto di Genova ci sono state decine di contenziosi di questo genere cioè del tipo ‘me ne devo andare, ma cosa mi dai in cambio, ma io ho bisogno di quelle aree’ e tutti si sono sono risolti quindi sono estremamente fiducioso. E’ chiaro che il Moving People deve passare da quelle aree quindi diventa un ostacolo insormontabile non avere quelle aree a disposizione. Il Moving People connetterà la stazione dei treni e si arriverà a Stazioni Marittime, e proprio il tratto aeroporto-stazione-Principe e Stazioni Marittime è un cardine del progetto dell’aeroporto, quindi non si può pensare che perché ci sono dei contenitori non si possa trovare questa soluzione. Confido, anzi ho la la certezza, che la soluzione si troverà assolutamente e che il progetto andrà avanti e rispetterà i tempi come si era detto all’inizio, cioè a fine 2025 con l'opera realizzata”.

(… CONTINUA)