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MEZZANEGO - La frana che ha colpito i comuni di Rezzoaglio e Borzonasca ha creato fronti critici anche intorno a Mezzanego. La SS 586 che collega la Val d'Aveto alla costa e che attraversa Mezzanego è stata gravemente danneggiata e interrotta, e invece rappresenta un collegamento interregionale fondamentale. 

"Noi siamo stati colpiti duramente a luglio quando è stata chiusa la strettoia del portico per la messa in sicurezza dell'edificio - spiega a Primocanale il sindaco di Mezzanego Danilo Repetto -. Borzonasca e Rezzoaglio impattano perché diminuiscono viabilità e traffico e di conseguenza a risentirne sono le attività commerciali della zona". Questo significa che la chiusura della strada sta rallentando le vendite dei negozi, con meno accessi da parte dei cittadini. 

"Ritengo necessario, e per questo sentirò i miei colleghi sindaci della zona, che adesso si possano prendere iniziative congiunte per chiedere un incontro al viceministro (alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi ndr) per fare un programma biennale e triennale per la manutenzione straordinaria su questa strada, per migliorarne la percorribilità - prosegue il sindaco Repetto -. Ricordiamoci che stiamo parlando di una strada che serve quasi 1/5 della provincia di Genova e del territorio con i quattro Comuni che coprono quasi 300 km quadrati".

Questa strada statale è un'arteria centrale per attività commerciali, artigianali e agricole. Si tratta di un collegamento che permette dall'Emilia Romagna di scendere sulla riviera. "Le preoccupazioni generali sono che il terreno è saturo e le colline hanno riscontrato decine di piccoli smottamenti che sono gestibili ma che possono trasformarsi in frane, soprattutto se dovesse peggiorare il tempo, con nuove piogge all'orizzonte" conclude il primo cittadino di Mezzanego Danilo Repetto.

L'unico bypass tra la Val d'Aveto e la costa, al momento, è rappresentato dal passaggio nel comune di Borzonasca.

 

BRUXELLES - "Le prime reazioni critiche della sinistra e le indiscrezioni su un certo disagio da parte della Commissione Europea sull’accordo tra Italia e Albania per contrastare e gestire l’immigrazione nel Mediterraneo sono emblematiche e dimostrano che il #Governo ha fatto bene a cercare in autonomia una possibile soluzione ai flussi di immigrati, senza più attendere la tanto sbandierata "solidarietà" di Berlino e Parigi che, di fatto, non è mai arrivata e mai arriverà". Così in una nota Marco Campomenosi, Capodelegazione della Lega al Parlamento Europeo, ha commentato l’annuncio dell’accordo tra Italia e Albania per gestire i flussi migratori nel Mediterraneo.

"Se l'accordo funzionerà non solo potremo iniziare a distinguere, prima dell'arrivo in Italia, chi davvero ha diritto all'asilo da chi non lo ha, ma toglieremo a Bruxelles la più grande arma di ricatto nei confronti del nostro Paese: l'eterna promessa, che non si avvererà mai, di collaborare alla risoluzione di questo problema”.

 

GENOVA - Se il vento di burrasca sembra aver lasciato la Liguria, così non è per quello che riguarda l'Ugl, che in questi giorni sta attraversando una vera e propria buriana. Dopo l'avvicinamento sempre più evidente a Casapound, alcuni iscritti e dirigenti del sindacato hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni. È il caso di Elisabetta Palermo, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne Ugl Liguria, che dopo un'attenta valutazione non ha trovato altra strada se non quella di abbandonare un sindacato che rischia una "vera deriva democratica".

"In merito a quanto emerso nei giorni scorsi su alcuni quotidiani, circa l’infiltrazione di elementi esterni all’interno di Ugl, sono rimasta in pulsante attesa, o ancor più in trepidante speranza di un'inversione dell’intervento del nostro segretario generale Ugl Paolo Capone. A oggi nulla di quanto sperato è apparso sulla stampa o quantomeno giunto agli organi periferici, per cui mi trovo costretta a inoltrare le mie immediate dimissioni oltreché a ritirare la mia candidatura alla segreteria Utl Genova che talune federazioni avevano proposto onorando e riconoscendo di fatto il mio lavoro e la mia persona" si legge nella nota inoltrata da Palermo.

Secondo la oramai ex responsabile della comunicazione esiste un rischio concreto di portare il sindacato a una deriva non democratica e istituzionale con la quale "non posso e non voglio confrontarmi". L'accusa che arriva dentro lo stesso sindacato è che Casapound si stia prendendo l'Ugl, tutto nell'apparente silenzio, e per molti consenso, da parte degli stessi vertici. 

"In questi anni ho lavorato duramente per far crescere questo sindacato nell'interesse dei lavoratori e al fianco delle istituzioni, riuscendo a ottenere risultati e affidabilità sino a oggi impensabili; non solo, ci siamo accreditati attraverso i tavoli istituzionali e il presidente della Regione per essere tra i protagonisti della scena sindacale; tutti hanno finalmente affermato la posizione del nostro sindacato dando forza alla memoria storica dell'Ugl - prosegue nella nota Elisabetta Palermo. 

Molti dirigenti e iscritti del sindacato si aspettavano un'inversione di marcia da parte del segretario regionale Paolo Capone atto a "rimettere sui binari" adeguati atteggiamenti da parte dei vertici. "Prima di rispondere alla sua figura deve rispondere a TUTTI i lavoratori che iscrivendosi da noi erano certi di riconoscersi all’interno delle istituzioni e non come tramite di organismi esterni - si legge ancora nella nota di Elisabetta Palermo -. Questo non è, infatti, solo il mio pensiero ma è quello che guida tutti coloro che hanno deciso di metterci la faccia durante questa stagione congressuale e che rimanendo così i fatti per quanto concerne la mia figura sono stati destinati a concludersi". 

"Aderire alla Lega, a Fratelli d’Italia, al Pd o a qualsivoglia altro partito politico è democraticamente sancito dalle istituzioni ma realtà esterne e non riconosciute non possono essere liberamente pubblicizzate su canali sindacali o locali, specie da chi dovrebbe garantire l'imparzialità - conclude con amarezza Elisabetta Palermo -. Fare sindacato significa prima di tutto aderire ai suoi valori democratici e questa circostanza risulta purtroppo sine qua non dalla maggioranza degli iscritti Ugl". Insomma, è partita la conta dei fuoriusciti e dei restanti, sulla scia di un nuovo assetto che potrebbe essere nel segno di Casapound

GENOVA - Il consiglio regionale della Liguria si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime dell’alluvione che ha messo in ginocchio la vicina Toscana. L’aula intitolata al compianto presidente della Repubblica Sandro Pertini si è unita nell’abbraccio simbolico alla Regione di Eugenio Giani. Ma subito dopo il ricordo, ecco arrivare la bagarre, quando il capogruppo della Lista Sansa ha definito il minuto di silenzio un "ricordo insincero e ipocrita, visto che in Liguria c'è chi mette i piloni di cemento nel torrente Bisagno e rendere edificabili le zone ad alto rischio alluvione". 

Non si è fatta attendere la reazione della maggioranza, che si è detta "schifata" dalle parole di Sansa, come commentato dalla consigliera della Lista Toti Lilli Lauro. "Persone così sono indegne di rappresentare la nostra assemblea" ha tuonato Lauro. Il capogruppo della Lista Toti Liguria Angelo Vaccarezza ha chiesto di sanzionare il capogruppo Sansa evidenziando che per quanto riguarda le vittime delle alluvioni "è da anni che in Liguria non succede niente, vorrà dire qualcosa? Vuol dire che la Regione Liguria e la Protezione civile hanno lavorato bene". E dopo la tempesta, durata una decina di minuti, è tornata la quiete.

ROMA - Si è conclusa da poche ore la missione negli Usa di una delegazione del comitato di Vigilanza sulla documentazione della Camera dei deputati. La missione, guidata dalla presidente del comitato, la deputata del Partito democratico Anna Ascani, e dalle deputate Ilaria Cavo e Rosaria Tassinari, ha avuto come focus l’intelligenza artificiale. La delegazione ha avuto l'opportunità di visitare alcuni dei principali attori nel campo dell'IA, tra cui Microsoft, AWS, Salesforce, OpenAI, Google e Meta, per comprendere meglio lo stato dell’arte e gli sviluppi futuri di questa tecnologia rivoluzionaria.

Durante la missione le deputate hanno anche incontrato i rappresentanti di Innovit (HUB dell’innovazione italiana in Silicon Valley) e i ricercatori dell’Institute for Human-Centered AI dell’Università di Stanford. Questi incontri hanno offerto l'occasione per approfondire temi come le potenzialità dell’IA, le sfide etiche e giuridiche che essa presenta, le implicazioni per la stabilità delle democrazie e le potenziali applicazioni a supporto del lavoro parlamentare. Nel corso della missione, che segue un ciclo di audizioni svoltesi tra aprile e luglio 2023, sono emersi diversi spunti di riflessione.