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ROMA - Fari puntanti sul gruppo Benetton da parte della Procura di Roma e della Guardia di finanza, che hanno avviato un'inchiesta per far luce sugli incassi miliardari dei pedaggi accumulati negli anni. Come si sono spartiti i ricavi? Erano legittimi? Questi i quesiti che si stanno ponendo gli investigatori, come riporta il quotidiano La Verità. Visita romana delle fiamme gialle negli uffici di Autostrade per l'Italia, che fino al 2022 era una controllata del gruppo Benetton attraverso la holding Atlantia, e in quelli del ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili. L'obiettivo era quello di acquisire la documentazione necessaria per controllare gli utili accumulati in questi anni, l'anno scorso infatti la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo ipotizzando i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato.

Le cause risalirebbero prima della tragedia del crollo di ponte Morandi, 14 agosto 2018, 43 vittime. Il tutto è partito con la convenzione aggiuntiva Anas-Autostrade del 23 dicembre 2022, assorbita in una legge del 2004. Quella norma prevedeva incrementi nei pedaggi che andavano ad aggiungersi alla tariffa forfettaria a chilometro introdotta nella prima convenzione del 1997 e propedeutica alla privatizzazione della rete autostradale. 

L'opera più importante e costosa la ritroviamo in Liguria, si tratta della bretella Rivarolo-Voltri a Genova, un passante del costo di 1,8 miliardi di euro, che vent’anni dopo non è (ancora) stato realizzato. I pm vogliono fare chiarezza su come è stata "costruita" quella porzione di pedaggio destinata agli investimenti, quanti siano stati utilizzati per le opere non realizzate. Successivamente si dovrà capire se i Benetton abbiano usato quei fondi per pagare le azioni di Aspi e aumentare i dividendi delle cospicue risorse provenienti dai pedaggi e destinate a opere incompiute. 

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GENOVA - In primavera si torna a votare in Liguria per le elezioni comunali 2023. Alle urne il 14 e 15 maggio ben 23 comuni della Liguria.

Il turno di ballottaggio si terrà il 28 e 29 maggio. Si voterà in quattro comuni con popolazione legale superiore alla soglia dei 15.000 abitanti con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno: Sarzana, Ventimiglia, Imperia e Sestri Levante.

I comuni al voto in provincia di Genova: Camogli, Montoggio e Sestri Levante.

A Savona: Alassio, Carcare, Cengio, Ceriale, Laigueglia, Rialto e Sassello.

In provincia di Imperia: Aurigo, Bordighera, Cosio d'arroscia, Imperia, Montalto carpasio, Pieve di teco, Triora, Vallecrosia e Ventimiglia.

In provincia della Spezia: Carro, Maissana, Portovenere e Sarzana.

La legge elettorale che regola le elezioni amministrative varia a seconda che si tratti di un Comune con più o meno di 15 mila abitanti. Una differenza che riguarda la possibilità del voto disgiunto e il ballottaggio (quest’ultimo previsto solo nei Comuni più grandi). Nei Comuni più piccoli viene eletto il sindaco che ottiene la maggioranza dei voti e non è possibile il voto disgiunti (possibile invece nei Comuni più grandi, dove si può votare una lista non collegata al candidato sindaco prescelto).

GENOVA - È arrivata anche a Genova la notizia del decreto legge del governo Meloni, approvato in Senato, che "salva" l'ex Ilva di Taranto e che nasce per bilanciare due necessità, come spiegato dall'esecutivo. Da una parte la continuità dell'Ilva, dall'altra la salvaguardia della salute. "Siamo davanti all'affannosa ricerca di un punto di equilibrio tra queste due priorità per la collettività, garantiamo la continuità della produzione grazie alle norme previste nel decreto" ha comunicato in Aula il senatore di Fratelli d'Italia Ignazio Zullo. Lo Stato si dice pronto a entrare nel capitale sociale in condizioni favorevoli di mercato per non guardare solo al futuro di Acciaierie d'Italia ma a quello dell'intera comunità. 

Sulla notizia giunta da Roma è intervenuto anche il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. "Speriamo che sia il primo passo per un vero rilancio dell’acciaio e per una ripartenza dello stabilimento di Genova, che dipende ovviamente dalla produzione di Taranto. Speriamo soprattutto che porti investimenti a Cornigliano e dunque occupazione, che in questi anni non ha mai raggiunto i livelli previsti dall’Accordo di Programma siglato nel 2005, e sicurezza, priorità assoluta in ogni stabilimento produttivo del Paese, come purtroppo dimostrano gli eventi di queste ore in un altro storico e strategico impianto di Genova".

Se è vero che Genova è legata a doppio filo a Taranto, è altrettanto vero che le aree ex Ilva, oltre un milione di metri quadrati di superficie, di cui la metà al momento inutilizzati, non può continuare a rimanere desertificata. È necessario un investimento importante per una città che ha bisogno di riempire gli spazi vuoti con progetti che non siano solo legati alla logistica, come si vocifera da anni. Il quartiere di Cornigliano si è rilanciato con un progetto di riqualificazione ma, come spiegato a Primocanale dal presidente del Civ Massimo Oliveri, necessita di una maggiore attenzione non solo sul fronte lavorativo ma anche su quello legato a progetti di aggregazione e socialità

ROMA - La vicepresidente della Commissione X Attività produttive, Commercio e Turismo, nonché deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, ha fatto il punto della situazione sul Milleproroghe votato in questi giorni alla Camera. Tra le iniziative, da parte di Regione Liguria, è arrivata l'idea che passerà con un ordine del giorno. Ovvero l'impegnativa per tutte quelle strutture del demanio marittimo, incamerati dai Comuni per uso turistico, degli edifici dati in concessione ai privati per un periodo ventennale. "Abbiamo proposto, per incentivare i privati, una proroga a 40 anni, invece che a 20, per attrarre di più l'utilizzo di queste strutture - ha spiegato a Primocanale Ilaria Cavo -. L'esecutivo si è impegnato per portare avanti questa istanza e noi insisteremo per far sì che questo raddoppio degli anni possa fare da traino al turismo, soprattutto in una regione come la nostra".

 

Tra i sostenitori più fedeli di Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Partito Democratico, c’è il senatore ligure Lorenzo Basso: rientrato in Parlamento dopo una legislatura passata da semplice attivista, Basso crede fortemente nella leadership dell’attuale presidente della Regione Emilia-Romagna e lo sta seguendo nella campagna per le Primarie e seguirà nel ‘fortino’ di Bologna l’esito finale.

“Sono contento della visita genovese di Boaccinini – ha detto Basso a Primocanale a margine del comizio che si è tenuto al teatro di Stradanuova – è stata un’occasione importante, così come è stato significativo avere deciso di andare a incontrare i rappresentanti dei lavoratori alle acciaierie di Cornigliano. Il lavoro è per noi centrale, così come lo sono la scuola e la sanità pubbliche”.